"How bad can a good girl get?"
//Violet//
Finalmente è finita la riunione di famiglia, mi sento già più sollevata. Insomma, Tate si sta davvero impegnando per farsi perdonare dai miei e far felice me.
E lo apprezzo davvero tanto. Tuttavia non voglio, per quanto la trovi stupida e inutile, che faccia del male a quella ragazza come ha fatto alla mia compagna. L'ho vista, le ho parlato, penso che rimarrà segnata da quella esperienza per tutta la vita.
Perfino io, che conosco Tate, sapevo le sue intenzioni e non mi spavento per nulla, ho pianto per la paura. Insomma, non lo auguro davvero a nessuno.Tate spunta all'improvviso davanti a Violet, che sobbalza.
-Allora, come ti è sembrato?- Le dice guardandola negli occhi in attesa della sua approvazione.
-Sei stato piuttosto bravo, se ti stai riferendo al discorso di poco fa.-
-E a cosa se no?- Le sorride.
-Però non voglio che tu spaventi quella ragazza come hai già fatto.- Il sorriso di Tate svanisce.
-Con la puttana drogata?-
-Non parlare di lei così, Tate. Non è una cattiva persona e tu l'hai spaventata a morte, come hai fatto con me.- Il suo viso si rabbuia sempre di più.
-Me l'hai chiesto tu. L'ho fatto per questo.- Le gote del ragazzo si arrossano, i suoi occhi diventano lucidi.
-Tate, Tate andiamo... Non piangere. Lo so che non volevi spaventarmi, ma proprio per questo non voglio che tu lo faccia con altre persone, okay? È stato orribile.- Violet accarezza la guancia di Tate con la mano destra, lui la stringe.
-Andiamo fuori? Ho bisogno di una sigaretta e di un po' d'aria.- Dice poi lei, rompendo il silenzio.
-Okay.- Risponde Tate.
I due ragazzi escono dalla camera di Violet e sbattono contro i due gemelli dai capelli rossi, che stavano correndo per il corridoio.
-Tate stavamo proprio cercando te!- Inizia Bryan.
-Sì, abbiamo preparato un sacco di scherzi pazzeschi!!- Prosegue Troy.
-Fantastico ragazzi, allora poi me li fate vedere tutti.- Risponde lui, dando un buffetto sulla testa ad entrambi.
Tate è strano. Sembra così dolce con loro, con i bambini. Mi chiedo come abbia potuto fare cose del genere a quei ragazzi zombie.
Sarebbe un bravo papà.
No, no, non devo nemmeno pensarci. Non potrebbe mai crescere il figlio di mia madre.-Ciao Violet.- Dice poi Bryan arrossendo.
-Ci-ciao Tr-tro ... Volevo dire Bryan.- Risponde lei biascicando, colta alla sprovvista.
-Ha una cotta per te.- Le sussurra Troy all'orecchio.
-Hey, avevi promesso che non glielo avresti detto!- Grida il fratello.
Troy sventola le dita incrociate sotto gli occhi di Bryan.
-Bastardo!- Gli urla dietro, e corrono via.
Tate e Violet si siedono in giardino, sul solito muro in mattoni.
Violet accende una sigaretta e aspira forte.-Ah!- Esclama.
-Lo senti ancora? Il fumo, intendo.-
-Sì, è come prima. Prova.-
Tate si ritrae.
-Su avanti. Cosa può succederti? Sei morto!-
Tate appoggia le labbra alla sigaretta e aspira piano, ma comincia subito a tossire.
Sempre più forte.
Si stringe lo stomaco con le mani ed emette dei versi che sembrano quelli che si fanno quando si ha nausea ma non si riesce ad espellere nulla.
Continua a contorcersi su sè stesso.-Tate, Tate! Stai bene? Oddio, che ti succede?-
Violet gli da delle pacche sulla schiena e lo guarda preoccupata, all'improvviso lui scoppia a ridere.
-Hai avuto paura?- La guarda soddisfatta.
-Cretino.- Violet si gira dall'altra parte, continuando a fumare.
-È normale avere paura...di me.-
-Io non ho paura di te, Tate. Ho solo paura di perderti.-
Tate le cinge la vita con le braccia dal dietro e posa la testa lateralmente sulla sua schiena.
-Violet, oggi quando è entrata mia mamma con quel bambino in braccio mi sono sentito strano. Mi si è chiuso lo stomaco e non so perché.-
-Magari non sei abituato a vedere tua mamma con un bambino in braccio.-
-Tu... Tu non credi che possa essere mio figlio?-
Adesso capisco Tate, provo esattamente quello che ha provato lui quando ha visto il bambino. Il mio stomaco si sta contorcendo dal dolore.
Non può essere davvero suo figlio... Suo figlio è morto. È morto con mio padre, con mia madre. In effetti io però non l'ho mai visto. Devo solo stare calma e parlarne con lui. Forse dovrei parlarne con i miei?-Violet. Tutto a posto?- dice Tate dolcemente, accarezzandole la spalla.
-Sì, non preoccuparti. Potrebbe essere tuo figlio, devi parlarne con Costance.-
-Non voglio parlare con quella là.-
-Lo capisco, ma è pur sempre tua madre, Tate.-
-Già, è quello che dice sempre anche lei.- Rivolge a Violet uno sguardo di disapprovazione.
-Vuoi che ne parli con i miei?-
Tate non fa in tempo a rispondere, perché i due sentono una voce, un pianto, più precisamente.
-Che succede?- Domanda Violet.
-Niente di buono.- Ribatte lui.
Insieme seguono quel suono, che li porta a Moira, la cameriera della casa degli omicidi.
È proprio davanti alla casa, guarda il gazebo sul prato di fronte a lei piangendo.
Dalla porta esce Vivien.-Moira, che ti prende?- Va da lei preoccupata.
-Non troveranno mai le mie ossa! Costance non sarà mai punita per ciò che mi ha fatto, sono stufa di rimanere chiusa qui dentro, voglio andarmene, voglio rivedere mia mamma.-
-Su calmati adesso, andiamo dentro e prendiamoci una tazza di the. Le bugie hanno le gambe corte, prima o poi la verità salterà fuori, ne sono certa.-
Solo adesso Vivien si rende conto della presenza dei due ragazzi.
-Mamma, dovrei parlarti, quando hai un momento.-
-Certo,sai dove trovarmi. Tate.- Ammicca un saluto al ragazzo.
-Vivien, è un piacere vederti.-
Lei sorride e ritorna in casa, spingendo dolcemente Moira dentro.
Una si posa sul muretto dove erano seduti Violet e Tate.-È una colomba, il simbolo della purezza. Adoro gli uccelli.- Dice lui, guardando rapito la colomba mentre con il becco si scompiglia le piume.
-Lo so.- Risponde Violet, avvicinandosi.
Ps: ragazzi spero che la storia vi stia piacendo. Chiedo scusa se non rispondo ai commenti, è perché la mia email attuale non funziona e per cambiarla dovrei mettere la password, che non ricordo. Comunque mi fa tanto piacere che commentiate, leggo tutto quello che scrivete e appena riuscirò a risolvere questo problema risponderò a tutti ~
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