7.Irina

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Correvo a perdi fiato, con i cuccioli sulla schiena, e con un fianco sanguinante, ma non potevo fermarmi. Che direzione avevo preso? Stavo andando verso Nord o verso sud? Non lo sapevo in quel momento, avevo perso l'orientamento. 

Nuovo piano: togliere questo maledetto pugnale dal fianco, riposarmi e ricominciare a correre. Non potevo comunicare con i cuccioli di lupo, così mi fermai bruscamente e mi accasciai a terra, scrollandomeli di dosso. 

Il cucciolo più coraggioso che avessi mai conosciuto mi estrae senza neanche guardarmi il coltello con una velocità pazzesca, e lo lanciò via, dietro un cespuglio. Non guaii, ero un Alpha non potevo permettermi di mostrarmi debole, ma dal mio occhio una lacrima cadde.

Che dolore, insomma con un coltello d'argento non potevo di certo morire, ma la ferita non si sarebbe rimarginata in fretta come avrei voluto. 

In lontananza c'era una grotta abbastanza nascosta, decisi di incamminarmi verso quest'ultima e i cuccioli mi seguirono: dovevamo riposarci e soprattutto dovevo ripoterli ai loro genitori.

Il cucciolo che mi ha tolto il coltello dal fianco si ritrasformò con una velocità quasi da adulto e mi chiese: "Alpha, scusa se le ho tolto senza il suo consenso quel coltello, ma altrimenti la ferita sarebbe peggiorata, e aveva già corso per più di due ore con noi sulla schiena. Mi scuso infinitamente, io sono Tobias!". Era proprio carino come bambino, capelli castani e occhietti piccoli e neri, e un bellissimo sorriso sdentato. Gli altri due cuccioli presero coraggio e si trasformarono anche loro.

"Piacere Alpha io sono Lucas"

"Alpha io invece sono Marcus"

Così mi trasformai anche io, non mi importava molto del fianco, avevo affrontato di peggio e questa sarebbe stata solo l'ennesima cicatrice.

"Ragazzi il piacere è tutto mio, potete darmi del tu, io sono Irina, siete stati coraggiosi ad affrontare quei cacciatori, e tu Tobias ad affrontarmi togliendomi quel pugnale. Ma ti ringrazio, perchè altrimenti avrei dovuto farlo io stessa ma prima mi sarei dovuta trasformare, e sarebbe stato solo più doloroso.

Ora, piccoli tre moschettieri, avete dei genitori? Vi devo portare da loro non potete rimanere con me, io devo continuare il mio viaggio"

I tre piccoletti risero, ma cos'avevano tutti questi marmocchi? Prima ero volpina, e ora? Videro che mi stavo innervosendo e subito Tobias disse:

"Scusi Alpha non volevamo ridere, ma era carino il soprannome che ci aveva dato. Facciamo parte del branco Shadows and Blood, non so con certezza dove siamo ora ma il branco si trova di fronte al Monte, così noi lo chiamiamo. Se ci riaccompagna chiederò al mio papà di offrirle pizza, pizzetine e pane. Mio papà è un fornaio per questo glielo dico" e cominciò a ridere. 

"Oltre che essere coraggiosi siete anche molto educati bambini, sicuramente il vostro branco vi ha dato un'ottima educazione. Accetto, sono mesi che non mangio pizza!" dissi ridendo con loro. Cavolo, da quanto non ridevo così? Ero sempre così concentrata a fuggire che non me lo ricordavo neanche, e un'altra lacrima cadde. 

La tolsi in fretta con il dorso della mano e decisi di ri-trasfromarmi. Dove poteva essere questo Monte? Si poteva vedere in lontananza? 

Così uscii dalla grotta e osservai il paesaggio, ma non vedevo nulla, così con le zampe mi arrampicai su una roccia che sporgeva su un fiume e continuai la mia ricerca. I cuccioli, trasformati, mi raggiunsero e cercarono con me il Monte. 

Lucas mi diede una dolce zampata sul petto, mi voltai verso di lui e quest'ultimo mi indicò il Monte. Era in direzione Sud, il sole era alto nel cielo, credo fosse mezzo giorno, entro notte avremmo raggiunte il Branco. 

Conoscevo la nomea di questo branco, l'Alpha Bron era il più caro amico di mio padre e sapevo che l'educazione e gli allenamenti del branco era quasi al livello del mio. L'ultima volta che avevo visto Bron era stato qualche anno prima della morte dei miei genitori. 

Avevo vent' anni, ero giovane e l'avevo visto di sfuggita qualche volta al villaggio con sua moglie, quello era un periodo in cui viaggiavo per la Russia per cui non mi fermai molto a parlare. I miei genitori si erano accordati con loro che si sarebbero rivisti in Norvegia, al Branco di Bron, ma poi tutto andò in fumo, letteralmente, e io con il passare degli anni ricordavo vagamente i loro volti e non volevo dare disturbo chiedendo ospitalità. 

Ci incamminammo verso il Monte in fila indiana e decisi di accodarmi dietro i cuccioli, in modo tale da non perderli nel tragitto e aprii completamente i miei sensi verso ciò che mi circondava: sentii in lontananza il ruscello infrangere le proprie acquee contro le rocce, la neve ghiacciata sotto le nostre zampe, il rumore dei piccoli animali della natura che si nascondevano al nostro passaggio, ei ma quella è una volpe?

Ha il mio stesso manto, lei sì che poteva essere soprannominata volpina. Mi ero distratta un milli- secondo, e in quel preciso frangente sentii non un paio, ma ben dieci paia di zampe correre verso di noi. Erano dieci lupi. Guardai i cuccioli davanti a me e mi frapposi tra loro e i nuovi amici che ci stavano per raggiungere: che fossero solitari? In queste terre non ne avevo incontrati, ma non si sa mai. 

Sentii che ci circondarono, i cuccioli erano confusi, non capirono cosa stesse succedendo. Cominciai a ringhiare e sprigionai su di loro la mia potenza da Alpha, la maggior parte di loro si acquattò, segno che erano fortemente oppressi dalla mia potenza. Tranne uno. Quest'ultimo riuscì a contrastare il mio potere, e si fece avanti quasi a testa alta, identificandosi con i suoi occhi gialli: era un Beta. I cuccioli lo riconobbero, probabilmente non avevano riconosciuto l'odore immediatamente e con delle dolci musate mi fecero capire che facevano parte del loro branco.

Così mi tranquillizzai, e vidi lo stupore che esprimeva il muso del Beta e le teste dei suoi cagnolini alzarsi. Erano tutti confusi, non capivano cosa ci faceva un Alpha, tra l'altro sconosciuto, con i cuccioli scomparsi.

Era questo quello che si stava domandando Chase, il Beta e migliore amico di Bryan, e così si trasformò nella sua forma umana per comunicare: "Sei un Alpha, ma non capisco cosa ci fai con i cuccioli del mio branco. Chi sei? Sei stata tu a rapirli?"

Come diamine poteva pensare che avevo osato rapire dei cuccioli?! Cominciai a ringhiare a questa razza di biondo ossigenato che era, e non so come mai successe, il suo branco cominciò ad attaccarmi. 

Un lupo mi morse esattamente dove avevo la lacerazione causata dal coltello, altri due mi morsero le zampe posteriori e altri le orecchie. Cominciai a lottare, non stavo rispondendo di me ma ero ferita e perdevo sangue e questi lupi erano dannatamente forti. Sentivo di sottofondo i cuccioli piangere e Tobias che si trasformò per dire al Beta che non li avevo rapiti, ma salvati dai cacciatori.

In quel momento il Beta comunicò di lasciarmi andare, e così fecero. Tremavo, dovevo farmi vedere da un dottore ero stata morsa troppe volte. Vidi Tobias che corse verso di me e si impregnò del mio sangue, il cucciolo piangeva e mi stava ripetendo che mi avrebbe portata a casa sua, che avrebbe chiamato qualcuno per curarmi e che dovevo ancora mangiare le pizzette. Tutto ciò che feci però fu svenire. 

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