18. La breccia insanguinata

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Il vicecomandante delle guardie di Darnaka er a più che fiducioso delle proprie abilità. Non solo era alto e robusto, ma poteva anche contare sulla benedizione di Tezcatlipoca, il dio della guerra e della notte, i cui poteri crescevano dopo il calare del sole. Per sfruttare il fumo velenoso tipico del dio, i suoi devoti dovevano utilizzare uno specchio, proprio come la loro divinità, ma il vicecomandante aveva inserito dei frammenti di specchio direttamente nelle feritoie del suo palo, rendendo la sua lunga arma ancora più versatile.

Tenko aveva capito immediatamente che non doveva sottovalutare il suo avversario, quindi indietreggiò e si coprì naso e bocca con la manica per cercare di non respirare il fumo velenoso. Ma non poteva nemmeno perdere tempo: presto le altre guardie sarebbero arrivate e sarebbe stata in trappola.

Doveva concentrarsi, focalizzarsi sul suo obiettivo. Ricordò la rabbia che l'aveva spinta a lottare fino a quel momento, l'odio che provava verso gli dei, la sua brama di vendetta, e il mondo intorno a lei venne distorto dal potere delle tre donne misteriose.

Il capo delle guardie non riuscì a nascondere il suo stupore.

«Dove sei finito, sgorbietto?! Esci fuori e combatti da uomo!»

L'orco roteò il suo palo intono a sé, spargendo fumo velenoso.

«Se credi che basti diventare invisibile per sconfiggermi, ti sbagli di grosso!»

Tenko non si lasciò distrarre dalle parole del suo nemico e rimase in attesa. Il tempo era contro di lei – non solo le guardie potevano arrivare in ogni momento, ma anche i suoi poteri avevano una durata limitata – ciononostante doveva stare molto attenta: un singolo colpo di quel palo avrebbe potuto romperle qualsiasi osso.

La guardia mosse il piede destro e ruotò la sua arma nella medesima direzione, disegnando un ampio semicerchio. Mosse il piede sinistro e descrisse un arco verso sinistra con il suo palo. Il suo ritmo non era fisso e anche la direzione in cui ruotava sembrava casuale, ma Tenko poteva comunque sfruttare quelle movenze a suo vantaggio.

L'orco si guardò rapidamente intorno, deciso a individuare la sua preda. Mosse il piede destro ed eseguì un fulmineo tondo nella stessa direzione, tagliando l'aria e riempiendola di fumo velenoso.

Il palo si stava ancora muovendo quando Tenko si materializzò davanti a lui. La guardia abbassò lo sguardo e vide la spada puntata alla sua gola. Fece forza con le braccia per invertire il movimento, ma la demone fu più rapida: si allungò verso l'alto e la lama gli tagliò la barba, trafisse la gola e sbatté contro le ossa superiori del cranio.

Portato a termine il suo attacco, Tenko non si mosse. Sapeva di non averne il tempo. Divenne uno spettro e lasciò che il palo dell'orco fendesse l'aria in un ultimo, disperato contrattacco.

Ancora invisibile, la demone balzò all'indietro, verso il balcone, dove il fumo velenoso era meno denso. Tornò tangibile e osservò il vicecomandante delle guardie che stramazzava sul morbido tappeto di pelliccia. Un altro dei suoi obiettivi primari era morto.

Si rese conto di avere il fiato corto: probabilmente era per aver usato ancora i suoi poteri, ma non poteva escludere che anche il fumo velenoso stesse facendo effetto. Doveva sbrigarsi ad andarsene da lì.

Guardò verso il basso. Si trovava al terzo piano: un unico salto era troppo rischioso, ma questo non l'avrebbe fermata.

Rinfoderò la spada senza preoccuparsi del sangue rimasto sulla lama e impugnò la frusta. Avvolse l'estremità intorno al parapetto del balcone e poi saltò giù senza paura. Si lasciò dondolare e usò le gambe per attutire l'impatto con la parete inferiore, dopodiché sfruttò la bacchetta celata per creare una sporgenza di roccia un paio di metri sotto di lei. Smise di infondere energia nella sua frusta e la presa sul parapetto si allentò. Si lasciò cadere sulla sporgenza e poi da lì fino a terra, dove attutì la caduta con una capriola.

Age of Epic - 2 - La progenie infernaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora