ꜱɪxᴛᴇᴇɴ

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ᴘᴀʀᴏʟᴇ
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Max percorse titubante i pochi metri che lo dividevano dal divano, si sedette.

A Charles ci volle un po' per acquistare il coraggio e la sicurezza che gli serviva per affrontare quel discorso. Era da tanto che voleva parlarne con Max, perché quella situazione lo stava logorando dentro.

Si schiarì la gola. «Mi stai facendo impazzire con questo tuo tira e molla ed io ho bisogno di capire» incominciò, cercando le parole giuste per esprimere i suoi pensieri. «Per me è stato difficile accettare ciò che provo per te senza respingere di continuo i miei sentimenti. Ho sempre avuto quest'idea in testa che noi dovessimo essere i rivali più acerrimi della storia, che s'osservano l'un l'altro con sguardi d'odio. È stato difficile scoprire che non era così tra noi due, ma tutt'altro».

Si rigirò l'anello nero che portava al mignolo, facendolo scorrere su e giù all'infinito.
Max cambiò posizione, scomodo più che altro per la direzione in cui stava andando il discorso. Decise di anticiparlo, accaparrandosi un po' di coraggio: «Chares...—

«No Max, fammi finire» lo interruppe subito, troncando le sue parole sul nascere. «Su quei gradini mi hai fatto scoprire una parte di me che avevo ignorato tutta la vita, o forse semplicemente oppresso, e non ti ringrazierò mai abbastanza. Ma soprattutto mai abbastanza per quel bacio, che è stato il migliore di tutta la mia vita» confessò, mai distogliendo lo sguardo dal volto di Max, che d'altro canto faticava a mantenere il contatto.

Charles prese un'altro respiro. «Però mi stai facendo davvero male. Io voglio provare a scoprire i nuovi noi, lo voglio davvero, ma tu non fai altro che mandare tutto a puttane e a ridurre il nostro rapporto in frantumi ogni volta che io provo a riavvicinarmi. Max io non ce la faccio più così! Capisci?» Aveva alzato i toni, per fargli intendere tutta la sua frustrazione.

Max colse al volo il poco silenzio che s'instaurò per poter parlare lui: «Io... Mi dispiace Charles, scusami per tutta questa merda. Però non posso».

«Ma vorresti. Te lo leggo negli occhi, nelle tue parole e nei tuoi movimenti. Eppure continui a scappare».

Silenzio. Era l'unica cosa che Max riusciva a fare, stare in silenzio. Mentre Charles lo colpiva duramente con tutta la verità. Aveva provato a stargli lontano più volte, perché sapeva che gli avrebbe fatto male ancora e ancora.

Non poteva immaginare un futuro con lui, perché ogni volta si ricordava di quei due uomini che sul giornale presentavano al mondo i loro figli. Si ricordava di come su padre avesse bruciato la rivista in mezzo alle fiamme del camino, "questi froci di merda farebbero meglio a scomparire dalla faccia della terra, che vergogna" aveva detto pieno di rabbia ed orrore.

E allora come mai avrebbe potuto diventare quella vergogna di cui suo padre tanto parlava?

Però poi si ritrovava a fissare Charles negli occhi, quegli occhi ch'erano dello stesso colore del mare di Monaco appresso alla riva. Ci affogava dentro ogni volta, e gli era davvero difficile riuscire ad uscirne, tant'era paradisiaco stare lì immerso in quell'azzurro.

E mentre c'affogava si ritrovava a pensare a quanto non gliene importasse più nulla di suo padre e del mondo intero, a quanto fosse facile sporgersi di un solo metro per arrivare alle sue labbra.
Poi ne usciva, e si rimangiava ogni singolo pensiero maledicendosi per averli anche solo pensati.

VIRAHA // Charles Leclerc x Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora