ꜰᴏᴜʀ

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ᴄᴏᴍᴇ ѕᴛᴀɴɴᴏ ʟᴇ ᴄᴏѕᴇ
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"Nelle ultime due gare i comportamenti dei due giovani poloti, Max e Charles, nei confronti l'uno dell'altro sembrano essere cambiati drasticamente.
Abbiamo sempre visto il rispetto con cui si trattavano a vicenda, ma il tutto celava di certo un sentimento negativo. Ora invece sembrano essersi riappacificati e, perché no, magari diventeranno ottimi amici oltre che i rivali tra i migliori di sempre!
E voi, cosa ne pensate?"

Charles prese a scorrere tra i commenti sotto al post della rivista gossippara più in voga nel motorsport. Lesse i pareri che la gente costruiva sulla base dei soli due scatti in cui erano stati ritratti.

Il corpo di Max doveva ancora rimettersi completamente in sesto e, seppur il suo umore era definitivamente a terra, non s'era perso i due ultimi gran premi. Accompagnato dalla sorella Victoria, aveva assistito alle due gare dal motorhome della Red Bull, triste nel dover osservare il suo sostituto armeggiare con l'auto che gli apparteneva.

Ma d'altro canto aveva potuto cogliere l'occasione per scambiare due timide chiacchiere con Charles. Era strano il rapporto che stavano cercando di costruire ed ancora più difficile gli sembrava poter dimenticare tutto l'odio che s'erano scambiati. Di certo i torti che lui aveva recato al monegasco non sarebbero potuti svanire con due sorrisi e qualche parola.

Charles lasciò perdere l'articolo, e si concentrò su cosa pensava lui di quel rapporto, non cosa ci vedevano gli altri. Che poi neppure lui sapeva cosa s'era instaurato tra i due.

Le sue idee si facevano ogni giorno più confuse. Doveva forse tornare ad odiarlo? Dopo tutto ciò che gli aveva recato sarebbe stata la scelta più saggia per se stesso.
Il loro rapporto era diventato complicato. L'odio è un'emozione definita, unica e precisa. Invece ciò che provavano loro era indescrivibile nella mente di Charles. Questo era complicato.

Non erano amici. Mai avrebbero puto esserlo. Eppure nemmeno il termine conoscenti era adatto a loro. Si conoscevano da oltre 15 anni, come mai avrebbero potuto essere solo ciò?

Il monegasco sbatté con un tonfo lo schermo del portatile, richiudendolo, stufo di pensare sempre a lui.
S'alzò e fece l'unica cosa che avrebbe potuto schiarirgli le idee: correre.
Solcò con velocità le vie di Monaco, costeggiando la riva del porto, pullulante di Yacht e barche lussuose. Ma nulla, nulla riuscì a farlo ragionare.

Si rassegnò all'idea del caos in cui stavano vivendo i suoi pensieri. Forse con il tempo i pezzi si sarebbero messi al loro posto da soli, e sarebbe riuscito a vedere il disegno completo della situazione. Forse Max lo avrebbe fatto al posto suo.

A qualche chilometro da lui, proprio l'olandese era intento ad infastidirsi le unghie mentre intratteneva una telefonata al quanto stressante.
Si buttò sul divano, facendosi cadere di peso, e valutò l'opzione di gettare l'iPhone giù dalla finestra dell'attico.

Non sopportava la gente chi gli ordinava cosa fare. Lui decideva da solo e con la sua testa e se ciò lo avrebbe portato a sbagliare ben venga, avrebbe risolto tutto lui stesso, pagandone anche le meritate conseguenze.

«Basta Fred, non me ne frega un cazzo di ciò che pensi sia meglio tu, mi hai capito?» urlò spazientito.
«Non puoi fare sempre quello che vuoi! Ci finiremo dentro tutti, quindi smettila con questa farsa dei due amiconi e trona a fare quello che ti veniva meglio: odiarlo sino a batterlo in tutto».

«Pensavo di essere stato chiaro: non prendo ordini da te, o da chiunque altro» replicò infastidito ed attese un'altro rimprovero dal canto di Fred, ma seguì solo un lungo silenzio.

Poi, l'altro tirò un sospiro e riprese a parlare. «Perché? Cos'è che ti ha fatto cambiare idea su di lui? È stato il fatto che ti abbia salvato o che abbia sprecato qualche misera lacrima per te? Probabilmente piangerebbe anche vedendo dei gatti appena nati quel mammone!»

VIRAHA // Charles Leclerc x Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora