Sono strano, forse

Umore variabile

Nel corso degli ultimi due anni il mio carattere è cambianto nel tempo, sia per la crescita e sia per la nascita del mio disturbo d'umore. La mia personalità si è plasmata intorno ad esso senza che io lo volessi.
Durante il 2020 ero sempre giu di morale e piangevo, seppur di nascosto, per qualsiasi cosa:un rimprovero diventava tragedia, un po' d'olio significava grasso in eccesso sul mio corpo che iniziava a sfregiarsi a causa delle ferite che mi auto infliggevo per piccolezze del genere. Non erano evidenti, nè usciva sangue ma facevano abbastanza male.
Ad un certo punto era iniziato ad andare tutto benissimo e stavo finalmente bene, la mia testa sembrava essere tornata leggera come un tempo.
-Forse era davvero solo un periodo- dicevo tra me e me, ripensando a quei brutti momenti passati.
Come una giostra che si rispetti, il mio umore è sceso drasticamente dopo che era risalito.
I pensieri erano sempre più brutti e tutto ciò che riuscivo a vedere nel mio futuro era la morte: mi sentivo estremamente solo, impaurito dal mondo e pieno di tristezza da sfogare. Non sapevo più come fare.
In quei giorni provavo a strangolarmi chiuso in stanza.
Avevo un disperato bisogno di essere ascoltato, ma il terrore di aprire bocca mi bloccava ogni volta che cercavo di chiedere aiuto. Sapevo che qualcosa non andava e sapevo di essere diverso rispetto ai miei coetanei.
I veri problemi di instabilità sono iniziati durante l'estate del 2021 in seguito a molteplici eventi spiacevoli.
La perenne nausea, l'ansia di uscire di casa e incontrare persone che si conoscono e la strana e insensata euforia erano ormai mie compagne. M'hanno tenuto stretto stretto nelle loro tremende grinfie per un bel po'.
I pensieri erano ripetitivi, così tanto che mi facevano venire mal di testa e non riuscivo proprio a fermarli. Talvolta piangevo perché erano davvero devastanti.
Spesso avevo attacchi di panico che riuscivo a colmare solo ascoltando determinate canzoni. Esse, adesso, mi fanno venire il voltastomaco e durante la riproduzione casuale le "skippo" sempre. Le odio e, ora come ora, le crisi me la causano al posto di calmarle come prima.
Dopo quella stagione ero cambiato terribilmente: ero freddo, di nuovo perennemente triste con un pensiero fisso per la morte: ci provavo ancora e ancora a finire tutto, ma comunque non riuscivo mai e sembrava ci fosse sempre un qualcosa di estraneo e invisibile che mi bloccasse dal porre fine la mia esistenza.
Adesso si alternano periodi di profonda depressione a periodi di vuoto totale a estrema felicità, fino alla rabbia. Poi il ciclo ricomincia.
I pensieri sono ripetitivi e spesso "rumorosi", ovvero in continuo contrasto tra loro come se litigassero.
Ritengo che la mia anima sia divisa in due parti, ovvero quella sana e quella malata, le quali si alternano e nel farlo generano questi conflitti interni.
Essere instabili è un inferno: non so mai come dovrei rispondere ad un "come stai" perché non lo so neanche io, poiché il mio umore varia nel giro di qualche ora, giorno o minuto.
-Normale- dico sempre, anche se io normale non mi ci sento proprio. Io non sono normale.
Faccio rituali ossessivi e se non li faccio la giornata va storta, peggio degli altri giorni anch'essi infernali.
In alcuni momenti mi sento superiore agli altri e parlo troppo. In altri casi smetto di comunicare completamente perché non ho neanche le forze di pensare ad un discorso sensato. A causa di ciò la gente mi allontana perché non sono per niente facile da approcciare.
Non mi piace stare in mezzo alla gente, mi crea visibile disagio e inizio a tremare. Se sono in una situazione stressante non fiato più.
Svaluto le persone in base al loro tono di voce in quel momento e se non mi piace per me può finire seduta stante, quindi spesso litigo nonostante a me non piaccia per niente perché poi i sensi di colpa mi assalgono e sono dolorosi più dei tagli di una lametta.
Trovo un certo conforto nel mio più totale squilibrio. Io sono instabile di natura, secondo me.