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Imola

14 aprile 2021

La notte del mio arrivo fu molto difficile per me. L'ansia mi stava divorando così come la paura. L'incidente che mi era avvenuto nei test era stato un avvertimento da parte di Max, ma non ne avevo ancora compreso il motivo. Mi stava intimando di non vincere il titolo o di tacere e non raccontare nulla di ciò che lui mi aveva fatto? Quelli erano i pensieri che mi stavano attanagliando la mente, mentre, con non pochi sforzi, cercavo di scendere quelle poche scale che mi separavano dalla sala pranzo. Sebbene il receptionist fosse stato così gentile da offrirmi una camera al primo piano, avevo comunque delle rampe di scale da dover affrontare. Certi movimenti erano ancora difficili per me, perché richiedevano troppi sforzi, ma intendevo farli. Anche correre sarebbe stato una vera e propria sfida per me, ma non potevo permettermi di perdere troppe gare. Per di più, ero convinta che in poco tempo mi sarei ripresa. Max non avrebbe mai manomesso la mia monoposto alla prima gara, perché sapeva sarebbe stato troppo sospetto, quindi non avevo dubbi che sarei riuscita a gareggiare tranquillamente i primi fine settimana e a rimettermi in sesto.

«Ann?». Sentii qualcuno chiamarmi non appena entrai nel ristorante. Mi voltai verso la voce e abbozzai un sorriso alla vista di Charles. «Che cosa ci fai qui?». Dire che fosse sorpreso è un eufemismo, ma non lo biasimavo. Dopo poco più di un mese da un incidente in cui avrei potuto rimetterci la vita, io ero di nuovo lì, pronta a gareggiare come se non avessi subito un intervento alle gambe.

«Per fare quello che farai tu insieme agli altri ragazzi: correre». Approfittai del fatto che non avesse aperto bocca per continuare a parlare. «Ero convinta che ormai le foto di me e Nyck avessero fatto il giro del mondo. Mi stupisce che non sapessi del mio arrivo qui in Emilia Romagna». Il monegasco scosse la testa, prima di avvicinarsi a me e stringermi in un abbraccio.

«Ero a conoscenza delle foto». Si spiegò lui dopo essersi allontanato da me. «Perché Pierre mi ha chiamato non appena sono iniziate ad uscire e sono diventate oggetto di interesse mediatico, ma non avevo idea che tu avessi intenzione di correre». Quando concluse il suo discorso, mi allungò il braccio perché mi appoggiassi a lui mentre camminavamo verso il nostro tavolo.

«Pagherei per sapere che espressione avesse sul volto alla vista delle foto». Ci accomodammo al nostro posto, attendendo che anche gli altri piloti giungessero. Non gli diedi il tempo di rispondermi che continuai. «Penso sia la prima volta che ti vedo in anticipo rispetto agli altri. Che cos'hai fatto al vero Charles?». Ridacchiò annuendo, indicando che fosse consapevole di quell'evento unico e irripetibile.

«Non farci troppo l'abitudine. Effettivamente è strano che io sia in anticipo, ma avevo fame e quindi non ho voluto attendere gli altri». Mi rivolse uno sguardo divertito, prima di gettare un'occhiata all'entrata, avendo sentito le riconoscibili voci di Lando e George. I due non si accorsero di noi fin quando Charles non tossì per richiamare la loro attenzione. Come previsto, Lando mi guardò con occhi e bocca spalancata, mentre George si limitò ad avvicinarsi a me per darmi una pacca sulla spalla.

«Perché non mi sembri affatto sorpreso?». Domandò proprio il britannico della McLaren, dopo essersi ripreso dallo shock ed avermi abbracciato in segno di saluto.

«Lando, ma tu vivi in questo mondo o in un altro? Le foto su internet non le hai viste?». George aveva deciso di tenere nascosto il fatto che io glielo avessi rivelato appena due giorni prima.

«Quali foto?». Non ebbi il tempo di rispondergli che la persona che desideravo vedere il più tardi possibile lo fece al posto mio.

«Quelle con Nyck De Vries che sono in giro su internet». Max Verstappen mi rivolse un sorriso sornione, per poi accomodarsi proprio nel posto dinanzi a me. «Come l'ha presa Pierre?».

All we have is now || Pierre GaslyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora