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«Ed ecco l'ultima valigia». Disse Pierre non appena sistemò a terra l'ultimo bagaglio che aveva preso dalla sua auto. Alla fine avevamo deciso di approfittare di quelle due settimane di pausa per sistemarci e per fare il trasloco. La casa di Pierre era molto grande, quindi questo mi permetteva di avere una cabina armadio tutta per me, così come un bagno. Nonostante stessimo insieme, infatti, preferivo avere comunque i miei spazi.
Per quanto riguarda l'abitazione di Monte Carlo, avevo deciso di non venderla, così che potessi avere sempre un luogo in cui ripararmi nel caso di scandali o di notizie pungenti, che già stavano iniziando ad uscire. Il gesto di Pierre di portarmi sottobraccio sul podio, così come quello di Max di sorreggermi, avevano fatto sorgere non poche discussioni sui social: c'era chi credeva che avessi una relazione con Pierre, chi ancora con Max o chi riteneva che lavorassi alla Mercedes in incognito per rubare i loro progetti. L'ultima ipotesi era abbastanza divertente, ma mi rendevo conto che, qualora queste voci fossero diventate troppo insistenti, sarebbe stato un problema. Era il motivo per cui, di comune accordo con Pierre, avevo deciso che i nostri contatti nel paddock sarebbero stati estremamente limitati. Non potevo rischiare che voci errate sul mio conto si diffondessero. «Grazie ancora di aver accettato la mia proposta». Roteai gli occhi esasperata, prima di sorridere.

«Smettila di ringraziarmi, sembra quasi che tu mi abbia chiesto di entrare a fare parte di una setta». Pierre si mise a ridere, prima di iniziare ad aprire l'ultima valigia per sistemarla. Entrambi sistemammo gli abiti nella cabina e in poco tempo avevamo terminato. «Sono stanca».

«A chi lo dici». Sostenne, prima di gettarsi sul divano e chiudere gli occhi. Scossi la testa esasperata e mi distesi anche io sul divano, stringendolo a me.

«Credo proprio che mi addormenterò». Vidi che aveva fatto per aprire la bocca, ma alla fine decise di tacere. Quello era uno dei pochi momenti in cui effettivamente avevo voglia di dormire, quindi Pierre non aveva alcuna intenzione di rovinare quella possibilità facendo una battuta.

«Credo lo farò anche io». Ribatté e in quell'istante chiusi gli occhi. Nonostante il sonno mi invitasse a riposarmi, i pensieri non mi abbandonarono mai. Ogni volta che chiudevo gli occhi l'immagine di Max e dell'incidente mi ritornavano alla mente. Per questo non riuscivo quasi più a dormire, ma ne sentivo estremamente bisogno. «Sono con te». Mi sussurrò all'improvviso Pierre e solo in quell'istante mi resi conto che stavo tremando. Alle sue parole mi tranquillizzai, anche se relativamente poco, e sistemai il capo sul suo petto, mentre lui mi accarezzava i capelli. «Devi riposare, ti può fare solo del bene. Quello che vedrai saranno ricordi o tua immaginazione, finché ci sono io con te non potrà accaderti nulla». Nonostante le sue parole apparissero banali, ebbero comunque l'effetto sperato, perché, anche alla vista di scene spiacevoli, riuscii a ignorarle fin quando, poi, non caddi in un sonno profondo.

 Nonostante le sue parole apparissero banali, ebbero comunque l'effetto sperato, perché, anche alla vista di scene spiacevoli, riuscii a ignorarle fin quando, poi, non caddi in un sonno profondo

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Iniziai ad avvertire una mano accarezzarmi dolcemente la schiena e di conseguenza mi ritrovai costretta ad aprire gli occhi, ritrovandomi davanti Pierre che mi osservava amorevolmente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2023 ⏰

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