«Non puoi capire, oggi a lavoro mi sono scopato una, avrà l’età di mia madre.»
«E da me che vuoi?»
«Oh ma che ti rode il culo oggi, Simò?»
«Certo che sei proprio uno stronzo.»Quel tira e molla andò avanti per parecchio tempo. Dopo gli eventi della sua festa di compleanno, iniziarono quella specie di relazione, se in quel modo si poteva definire l’intensa “ginnastica” da materasso – così soprannominata da Manuel – che praticavano regolarmente.
Non c’erano baci durante i loro incontri, ci avevano provato le prime volte, ma sempre a detta di Manuel, rendeva le cose strane. E quindi alla fine diventò tutto molto più freddo, gesti meccanici eseguiti soltanto per raggiungere il piacere, l’appagamento fisico.
Nessuno dei due rimaneva insieme all’altro per più del necessario.
Simone aveva tentato ad essere onesto, quando Dante ed Anita decisero di vivere insieme, i due ragazzi si ritrovarono ad abitare sotto lo stesso tetto e, condividendo la stanza, gli era parso normale rimanere nel letto di Manuel, ma quest’ultimo gli aveva fatto chiaramente capire di non essere d’accordo.
Quindi andava così. Potevano condividere il letto per rotolarsi tra le lenzuola, ma mai per dormire insieme.
Simone, idiota innamorato, andava avanti ad accontentarsi di quel poco che l’altro era disposto a dargli, non voleva forzarlo e rischiare di perderlo del tutto, ma quella sua esistenza da piccione in cerca di briciole lo stava uccidendo.
Manuel passava da una ragazza all’altra, da un’avventura all’altra e la situazione peggiorò dopo la fine delle superiori. Iniziando l’università e con essa anche qualche piccolo lavoretto pomeridiano per non pesare sulle finanze della famiglia, aumentarono le occasioni per conoscere gente nuova ed ecco che i passatempi di Manuel triplicarono.
Simone non pensava che l’altro si comportasse così per ferirlo, non gli aveva mai confessato i suoi sentimenti esplicitamente, quindi non poteva in nessun caso avanzare pretese, ma era molto improbabile che non si fosse accorto del modo in cui lo guardava o della dolcezza dei suoi gesti.
Dopo qualche mese dalla fine del liceo, tuttavia, il dubbio che volesse in un certo senso torturarlo si insinuò in lui come l’acqua tra le crepe di un muro. Se prima Manuel teneva per sé i racconti dei suoi incontri amorosi, dopo sembrava provare una sorta di sadico divertimento nel descrivere minuziosamente tutti i dettagli più scabrosi al povero Simone.
Ed avrebbe voluto odiarlo per questo, ci aveva provato a respingerlo e mettere fine alla loro distruttiva relazione, ma poi se lo ritrovava davanti, con quegli occhi e quei capelli e… sì, ecco era un debole.
Per toglierselo dalla testa si lanciò in storie con ragazzi che nemmeno gli piacevano più di tanto, ma bastava uno schiocco di dita da parte di Manuel, quasi fosse il suo cagnolino ammaestrato, per riportarlo immediatamente da lui.
Non si sentiva usato, insomma, Manuel era particolarmente bravo a fare conquiste e le donne non gli mancavano di certo e quindi se decideva sempre di tornare da Simone doveva pur valere qualcosa… no?
***
«Ti stai addormentando.»
«E allora? Chiudi gli occhi e dormi anche tu.»
«Simò…»
«Scopare con me è ok, ma di dormire insieme non se ne parla, giusto?»
«Vai a letto che c’ho sonno.»
«Se solo avessi la forza di mandarti a fanculo…»
«Ci perderesti anche tu.»Simone moriva un po’ ogni volta che lo cacciava da suo letto. Moriva un po’ ogni volta che gli raccontava della sua ultima conquista e moriva un po’ ogni volta che sentiva sulla sua pelle un profumo estraneo.
Simone moriva un po’ ogni volta che non rispondeva ai suoi messaggi e poi si giustifica con un generico “ero in compagnia”.
Simone moriva un po’ ogni volta che Manuel se ne usciva con “non mi piacciono i maschi, ma con te è diverso.”Con te è diverso.
Questa era la parte peggiore, ciò che più lo faceva soffrire. Lui non voleva essere diverso, a meno che quel diverso non significasse speciale, ma dubitava fortemente che fosse quello il senso. Ma poi diverso perché? Come poteva considerarsi diverso se lo usava esattamente come faceva con le altre persone?
Un corpo caldo con cui sfogarsi, niente di più.
Nel suo letto, nel bel mezzo di una notte come mille altre, dopo essere stato allontanato per l’ennesima volta, Simone arrivò al punto di rottura.
Non voleva piangere e rischiare di farsi sentire, non voleva iniziare discorsi e dover dare spiegazioni, ma gli occhi presero a pizzicare ed il cuore si frantumò in tanti piccoli pezzi.
Forse cambiare aria era l’unica soluzione. Almeno per un po’.
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Profumi come pioggia di novembre
FanfictionForse l'unico modo per ritrovarsi è rischiare di perdersi del tutto.