Illusion-3

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Canzone sconsigliata per questo capitolo:
-Illusion (Ross Lynch)

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Ero quasi le 7:15 e allora mi inizia a incamminare verso la macchina sotto casa, che mi avrebbe portato a destinazione.

Ero in ansia? Si.

Una volta in macchina decisi di ascoltare un po' di musica, ovvero l'unica cosa in grado di rendermi felice, arrabbiata e triste allo stesso tempo.

Ballo da quando avevo 7 anni, ma per via di problemi economici e scolastici ho dovuto smettere. Ma ciò non cambia il fatto che ogni volta che metto le auricolari nelle orecchie, inizio un viaggio tutto mio.

Ero arrivata. Quasi non ci credevo.

Sembrava uno studio, uno di quelli enormi dove si vedeva lontano un milio che ci lavorava qualcuno di importante.

Entrai da sola, perché volevo risolvere la situazione senza aiuti o compromessi di altre persone. Volevo essere una persona responsabile e decisa.

Appena varcai la soglia, notai subito una signorina, all'incirca di vent'anni, seduta dietro una scrivania.

Neanche il tempo di alzare la mano per attirare la sua attenzione, che di colpo la sua testa si alzò di colpo.

«Evelyn Smith?» mi chiese speranzosa. Annuì e allora mi prese subito sotto braccio e mi portò in una sala.

Molto grande devo dire, in fondo alla sala avevano messo un tavolo con delle sedie, e davanti a questo tavolo c'era uno specchio grande quanto la parete.

A che serviva uno specchio così grande in uno studio del genere?

«Evelyn! Benvenuta»  mi accolse James.

Non so il perchè, ma in un clima come quello era stato rassenerante vedere un viso "familiare".

«Allora, ho parlato con i miei superiori, e siamo arrivati a un giusto compromesso»

«E quale sarebbe? » dissi alzando in sopracciglio, aspettando che continuasse la frase.

«Abbiamo bisogno urgentemente di una ballerina, che dovrà fare parte di un concorso di ballo a Los Angeles» disse tutto d'un fiato.

Rimasi immobile senza dire niente per due minuti buoni.

Continuavo a ragionare, ma non riuscivo davvero a capire come ciò avesse a che fare  con me.

«E io cosa c'entro in questo?» chiesi curiosa.

«Vedi Evelyn, in qualche modo dobbiamo sdebitarci e visto che non accetti pagamenti di nessun tipo, abbiamo pensato magari che potresti fare un contratto di ballo per alcuni mesi»

«Magari non so ballare? Ci avete pensato?»
Speravo con questa scusa di riuscire a  togliermi da questa situazione.

«Sappiamo che balli da quando sei piccola Evelyn, abbiamo fatto delle ricerche su di te»
Come non detto.

«Si,è vero. Ma è anche vero che non ballo da più di due anni. Non so se sarei pronta per una gara di ballo» dissi un po' titubante.

«Di questo non ti devi preoccupare, quando ti trasferirai a Los Angeles, ci saranno insegnati e professionisti che ti seguiranno tutto il tempo»

Ah bene, se la mettiamo così...
No aspetta cosa?! TRASFERIRMI A LOS ANGELES?

Ma questi sono matti?

«Scusi, ma cosa le fa pensare che io voglia trasferirmi a Los Angeles? Da sola oltretutto.»

«Non lo penso Evelyn, lo spero. Abbiamo bisogno urgentemente di una ballerina e allo stesso tempo dobbiamo sdebitarci» .

𝑺𝒐𝒎𝒆𝒅𝒂𝒚-Milo ManheimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora