Il vero Milito-8

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«Avevo sei anni, il rapporto con mio padre era un rapporto fantastico. Ogni sabato andavamo a pescare e la domenica mi dava lezioni di chitarra».

Milo iniziò a raccontarmi tutto, non so il perché ma Milo non sembrava un ragazzo infelice o che comunque avesse vissuto dei momenti tristi durante la sua vita.

Ma ciò che mi stava raccontando smentiva perfettamente questa mia teoria. Purtroppo anche le persone più felici del mondo soffrono, e molte volte non ne siamo a conoscenza.

«Non so se lo sai, ma mio padre biologico in realtà non mi voleva. Nel senso che ha conosciuto mia madre all'università e dopo anni di amicizia hanno deciso di far un figlio insieme. Un uomo gay che non avrebbe potuto avere un figlio e una donna sulla quarantina ormai sola da molti anni pronta a diventare mamma: una coppia perfetta» continuò.

Oh wow.

«All'inizio, era il padre perfetto. Passavo un sacco di tempo con lui e avevamo un rapporto bellissimo. Ricordo ancora quando per il mio ottavo compleanno mi portò a Disneyland. Era il mio sogno andarci e lui mi aiutò a realizzarlo.
Ci vedevamo praticamente tutti i giorni e di conseguenza passava molto tempo a casa mia».

«Non vedo dove sia il problema, hai un rapporto bellino con lui» dissi.

«Avevo. Questa è la parte felice della storia Ev, quella brutta deve ancora arrivare» disse abbassando gli occhi.

Ma perché non sto zitta?

Però lui continuò.

«Dal vederci tutti i giorni, iniziammo ad allontanarci, senza motivo. Chiamava poco, mandava qualche lettera nel giorno del mio compleanno con un souvenir proveniente dal luogo che stava visitando in quel momento. Lui amava viaggiare e da piccolo mi promise che un giorno, quando sarei diventato grande, avremmo fatto un viaggio, solo noi due.
Con la scusa dei viaggi, mi disse che era difficile mantenere un contatto giornaliero con me, ma io lo sentivo, era lui che si stava allontanando. Ed era voluto.
Iniziarono a passare settimane, mesi e anni e a volte decideva di farsi vivo. Io iniziai a crescere e a farmi tante domande: sono io il problema? Ho fatto qualcosa? Si è arrabbiato con me? Non mi vuole più come figlio?»

Non ci potevo credere. Milo aveva gli occhi lucidi e non mi stupì. Proprio perché sono sempre le persone più felici e carismatiche a rinchiudere dentro di sé il proprio dolore. In quel momento Milo si stava sfogando, stava rivivendo attimi di tristezza e delusione, che molto probabilmente, aveva deciso di nascondere nel più profondo della sua anima.

«Arrivò un giorno, il giorno del mio sedicesimo compleanno. Ricordo ancora che mio padre si presentò dopo due anni si totale assenza davanti alla mia porta e mi disse:
"Non voglio più avere a che fare con te! Tu non sei mio figlio e non ti mai voluto. Sei stato solo il risultato di una promessa stupida di due ragazzi idioti».
Dopo aver detto queste parole, non fece altro, se ne andò. Uscì dal giardino e salì sulla sua macchina. Quella fu l'ultima volta che lo vidi».

Come poteva un padre, se così poteva essere definito, dire certe cose al proprio figlio? Voluto o meno era sempre sangue del tuo sangue.

«Così? Senza motivo?» li chiesi.

«In realtà non so il perché lui mi abbia detto quelle cose. Mia madre mi disse solo che avevano avuto una discussione che però non riguardava me. Quindi anche lei ha sempre vissuto con il dubbio, chiedendosi il perché un amico così importante abbia deciso da un momento all'altro di cancellare il legame che aveva con noi e sparire. Ma la storia non è finita.
Il bello è stato il giorno in cui io sono stato obbligato a dover scegliere con chi andare a vivere. Perché nonostante loro non fossero sposati avevano comunque un figlio in comune. La parte divertente è stata però quella dove lui non si è neanche presentato in aula, per questo la custodia è andata automaticamente a mia madre».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 14, 2022 ⏰

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𝑺𝒐𝒎𝒆𝒅𝒂𝒚-Milo ManheimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora