Perfect Harmony-7

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Quella notte non dormì. Continuai a pensare a quel gesto, a quel piccolo gesto, quasi insignificante ma indescrivibile.

Sin da bambina sono sempre stata una persona che apprezzava i piccoli gesti, da parte di persone conosciute e non.

Ma cercai di svagare un po' la mente e cominciai a prepararmi,poiché oggi sarebbe stato il primo giorno di prove.

Non avevamo uno stile o un tema da seguire al momento, infatti James stamattina comunicò a me e a Milo che oggi avremmo fatto solo un po' di improvvisazione per vedere se c'era sintonia fra noi due.

Oh fidati James, ce n'è fin troppa.

Mi misi un top bianco e una tuta nera a vita alta e delle normalissime scarpe da ginnastica. La comodità prima di tutto.

Dopo essermi truccata e messo un po' di profumo scesi a fare colazione e in cucina incontrai Milo, che era occupato a mangiarsi di fretta la ciotola di conflacks davanti a lui.

«Ma buongiorno! Come mai tutta questa fretta? Attento o può andarti di traverso» lo avvertì ridendo.

Lui in quel momento alzò lo sguardo e mi fece molta tenerezza, perché mi diede l'impressione di un bambino che era stato beccato in fragrante dalla propria madre.

«Uno ho fame, e due James ha detto che dobbiamo stare in sala fra quindici minuti» disse ridendo per poi diventare serio.

In quel momento elaborai che cosa aveva appena detto: cosa?? Avrei dovuto muovermi se non volevo fare tardi il primo giorno.

Certo che poteva anche avvertirmi eh.

Presi anch'io una tazza di conflacks e corsi in bagno per lavarmi i denti.

Scesi giù di corsa e Milo era già in macchina ad aspettare che io salissi.

Entrai in macchina con l'ansia a mille, volevo fare bella impressione a tutti i costi, ma non sapevo se avremmo trovato qualcun'altro lì a seguirci passo per passo o se saremmo stati effettivamente solo noi due!

«Allora hai dormito bene?» mi chiese Milo girando di poco la testa, così da guardarmi per pochi secondi.

Cavolo che faccio? Lo ringrazio per i cioccolatini oppure no?

«Sisi, ho dormito molto bene. Sopratutto per il regalo che mi ha portato la cicogna» li dissi ridendo.

Bene. In questo modo lo avevo in un certo modo ringraziato e allo stesso tempo risposto in maniera tranquilla.

«Ti ha portato un bambino?» disse prendendomi in giro.

«Finiscila cretino! Sai a cosa mi sto riferendo. Grazie, ne avevo bisogno»

«Sai perché l'ho fatto Ev?» chiese guardandomi di nuovo per pochi istanti.

«Perché?» li chiesi curiosa.

«Perché non costa poi così tanto far sorridere qualcuno».

In quel momento tutto si fermò e forse il motivo per il quale successe era che non mi aspettavo una risposta del genere.

Conoscevo Milo da pochi giorni, intendo il vero Milo, eppure arrivai alla conclusione di averlo inserito in una categoria ben precisa troppo presto, non tenendo conto delle sue mille sfaccettature.

Dopo pochi secondi tutto si fermò davvero, Milo aveva appena spento la macchina.

«Eccoci! Siamo arrivati» disse con il sorriso.

Ci avviammo entrambi dentro questo edificio non enorme, di più! Se pensavo che l'edificio di Roma fosse grande, questo non aveva paragoni.

All'interno trovammo James pronto a portarci dentro la sala dove avremmo provato,o meglio, improvvisato.

𝑺𝒐𝒎𝒆𝒅𝒂𝒚-Milo ManheimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora