TEMPTRESS

Capitolo 9

«Sei stata tutta la sera con lui? Non ti devi più allontanare da me, Evie!» Raffaele non si era nemmeno voltato, ma il suo tono imperioso non presagiva nulla di buono. Non mi guardava neppure e non lo aveva mai fatto prima.

Era proprio arrabbiato, eppure io dopo quella serata avevo tante domande oltre ad aver avuto alcune rivelazioni personali.

«Raffaele, è vero? Non usi più il tuo nome d'origine a causa mia?» Posai una mano sulla sua schiena, nella quale si erano ritirate le sue meravigliose ali, per poi sfiorare delicatamente i suoi muscoli.

Si irrigidì inizialmente, ma poi le sue spalle si rilassarono sotto al mio tocco. «Te lo ha detto lui, non è vero?»

Girai attorno all'angelo, così da poterlo guardare in faccia e incontrare i suoi occhi di zaffiro. «Sì, ma questo non è importante. Perché lo hai fatto?»

Le sue azioni erano davvero inspiegabili. Era inevitabile dopo quella sera non ammettere quanto fossimo uniti, molto di più di quanto avrebbero dovuto essere due amici; eppure non mi aveva mai detto nulla. Io non avevo più avuto sue notizie e tutto era sprofondato nell'oblio. Sapere che avesse sofferto così tanto per me, mi dilaniava il cuore.

«Avevamo un'amicizia molto forte. Ero chiaramente legato a te in modo stretto e perderti con gli altri miei fratelli è stata veramente dura. Nessuno sapeva bene come agire, posso solo dirti che ogni volta che qualcuno mi chiamava sentivo la tua voce. Dunque, la variazione è stato un cambiamento che mi ha permesso di andare avanti e di divenire più forte, facendo temprare ancora di più la mia volontà.»

La sua sincerità di angelo mi aveva sempre destabilizzata. Sospirai piano, mi sarebbe mancato il dolce Raffaele quando me ne sarei andata.

«Apprezzo che tu ti sia confidato con me e voglio dirti che mi dispiace molto per le conseguenze delle mie scelte. Ho sofferto tanto nella mia vita passata e adesso ho compreso i miei errori. È giunto il momento di fare scelte più lungimiranti, specie in vista del tuo fidanzamento.» Strinsi il peluche dell'elefante al petto, provando improvvisamente freddo.

Era un discorso spinoso, ma andava affrontato.

I suoi occhi marini mi stavano osservando con un certo interesse, sebbene ne percepissi la confusione. «Che cosa intendi?»

«Non puoi più essere il mio custode. Siamo troppo coinvolti nel passato. Per il bene di tutti dobbiamo prendere i nostri spazi e vivere questa nuova opportunità separatamente.» Mi mordicchiai il labbro inferiore. Sentivo già il peso di ogni parola detta e la triste consapevolezza di doverlo lasciare andare, per renderlo felice.

Feci qualche passo indietro, inspirando brevemente la brezza marina dell'oceano a poca distanza da noi. Se non avessi calibrato con cura ciò che intendevo rivelare, sarei potuta scoppiare in lacrime e non avrei potuto reggere ancora molto dopo quanto successo quella sera.

«Evie, se vuoi cambiare il tuo custode, non posso fermarti. Ma il mio matrimonio non compromette la mia facoltà di proteggere anche te e sono abbastanza responsabile da non mischiare il passato con il presente.» La sua disapprovazione era evidente, le labbra erano serrate, mentre le sopracciglia biondissime inarcate in una splendida espressione di disappunto.

«Tu sei un angelo eccellente, Raffaele. Non voglio nessun altro come custode, ma non trovo sia giusto avere un rapporto così poco definito, quando tu ti stai per sposare con Abigail. Credevo che si potesse ricominciare come amici con le nostre nuove esistenze, però le recenti rivelazioni dei demoni e di questa serata sono state veramente troppe» presi un bel respiro sentendo l'ossigeno mancarmi nei polmoni «Adam è un traditore in ogni senso possibile ed è chiaro che non abbiamo futuro, ma questo mi ha disorientata parecchio. I miei poteri sono limitati e i demoni hanno provato svariate a volte a tentarmi. Sono un tale casino e non è giusto coinvolgerti tutto questo solo per la nostra amicizia in un tempo remoto.»