Capitolo 10

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«E quindi non vi parlate più?» Menadel si inginocchiò accanto a me sulla riva del lago dei beati.

«Da qualche giorno, da quando siamo tornati da Los Angeles.» Non mi voltai a guardare l'angelo, mentre rimasi a fissare le onde incresparsi sull'acqua.

Presi le ginocchia e le portai al petto. Avevo detto tutto a Menadel, non avrebbe avuto senso mentirgli e si era già espresso dalla mia parte, quando mi aveva concesso il desiderio di fuggire lontano dalla Golden Crystal.

«Mhh» l'angelo si sfregò il mento con il pollice «e tu sei sicura che sia la decisione migliore? Insomma, ora che abbiamo capito quanto Adam non faccia per te e hai finalmente compreso i tuoi sentimenti per Raphael, è un vero peccato che bisogna rinunciarvi ancora una volta.»

«Non ho scelta. Non posso provare a conquistarlo quando c'è la vita di qualcuno in pericolo» sospirai, stringendomi le ginocchia al petto ancora di più «sarebbe meschino fare riemergere ciò che un tempo avrebbe potuto esserci, ora è il presente ed esso appartiene a Raffaele e ad Abigail.»

Guardai con la coda dell'occhio l'angelo. Menadel mi stava fissando apertamente con le sue grandi iridi verdi. «Sei sempre molto saggia, Evie. Ma come possono essere sbagliati i tuoi sentimenti per lui? Ho visto come lo guardi ed è ingiusto, quasi innaturale, che tu non possa mostrare ciò che senti... specialmente in un posto di celebrazione dell'amore come il Paradiso.»

Sentii lo sguardo divenire lucido, ma scossi la testa per ridestarmi. Inspirai l'aria fresca del primo cielo, dalla fragranza dell'erba attorno a me e l'odore caratteristico del lago.

«Non c'è soluzione a questo problema e poi lui la ama, non è giusto interferire solo perché Adam si è rivelato un traditore. La nostra relazione è terminata, ma non significa che anche la loro debba finire.» Arricciai le labbra, mentre cercavo inutilmente di far smettere di sanguinare il mio cuore ferito.

Nonostante la rottura recente con Adam, non riuscivo a provare tanto dolore per questo. Ero triste per come le dinamiche della situazione si erano risolte, ma la verità era che io e Adam non stavamo insieme già da un anno e quello era stato solo il calcio definitivo per mettere la parola fine. Ovviamente avrei preferito terminasse in altro modo, ma in quei giorni mi preoccupava di più evitare la coppia felice.

«Te lo ha detto lui che la ama? E poi questo non vuol dire che non ami anche te. Alcuni sentimenti non escludono altri!»

Sorrisi con tristezza alle parole di Menadel. «La ama eccome e inoltre non c'è scelta più giusta di Raffaele per lei: sono amici da anni, entrambi angeli potentissimi e persino tu hai acclamato il loro fidanzamento! Sono i beniamini dei cieli e staranno benissimo insieme. Lei merita di vivere e la felicità dopo tutto quello che ha passato.»

Sebbene il mio ruolo in tutto questo non fosse proprio il più felice di tutti, lo pensavo davvero. Non avevo ancora avuto modo di conoscere meglio Abigail, ma le sue sventure erano state diffuse in tutto il Paradiso; in fondo si voleva conoscere la fidanzata di uno degli arcangeli più adorati del regno.

«Sono d'accordo con te. Abigail merita la felicità e anche io mi sono fatto prendere dall'entusiasmo per il cigno, però anche tu hai diritto di vivere una bellissima esistenza. Hai pagato per i tuoi peccati, adesso non hai più le colpe di un tempo.» Appoggiò una mano sulla mia spalla per confortarmi.

Una folata di vento improvvisa ci interruppe. Mi voltai indietro e vidi Morgana atterrare qualche passo più indietro rispetto a noi. Il bellissimo angelo femmina dalla carnagione mulatta puntò su di noi i suoi occhi neri e distese le labbra in un sorriso, mentre i capelli ebano rilucevano dallo scontro con i mille riflessi del sole.

Ci raggiunse con andamento regolare, facendo ondeggiare l'abito in seta violacea adornante ogni sua forma.

«Evie, sono spiacente di disturbarti. Mi hanno mandato a comunicarti di venire in palestra per il tuo allenamento.»

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