Simone ha detto a Manuel che gli avrebbe fatto vedere come sono più bravi a fare l'amore che a litigare, ora mantiene la promessa.
È quasi soltanto smut noioso e melenso, non aggiunge niente alla trama, se non vi va non leggete e non vi perderete niente, anzi (in generale se non lo fate è meglio, ché se il resto è terribile qui proprio ho deciso di dimostrare che non c'è limite al peggio).
Bacino!Piangi, quando ti racconto come ho raccolto i fiori.
Cerchi di nascondermelo, abbassi la testa e quasi ti distendi per appoggiarla sul mio stomaco sabbioso, poi giocherelli con il cordoncino del mio costume da bagno, e quando ti chiedo di guardarmi ti rifiuti fingendo che il sole ti dia fastidio agli occhi.
Peccato che sia quasi il tramonto, e che il tremolio lieve delle tue spalle sotto la camicia tradisca quello delle ciglia che tanto ti ostini a celare.
Eppure eri così felice, oggi.
Lo eri quando ci siamo svegliati sudati in garage e pur di non farmi alzare dal materasso ti sei schiacciato addosso a me – e ormai sono abituato a respirare male, ma è più dolce soffocare delle tue risate che dei miei dolori -, quando hai portato me e mamma a fare colazione al bar per festeggiare e hai anche rimediato una candelina e un accendino per farmi esprimere un desiderio sulla nastrina al cioccolato. Lo eri quando siamo andati a casa tua, quando hai convinto tua nonna a farci le lasagne nonostante il caldo e il mare, quando hai chiesto a tuo padre di lasciarci prendere Paperella perché sai quanto mi piace guidarla, quando Virginia mi ha fatto gli auguri e mi ha abbracciato stando attenta alla piega, ma poi ci hai abbracciato anche tu e le hai rovinato i capelli.
Lo eri quando hai gridato mentre andavamo in moto, quando mi sono fermato alla bancarella di un fioraio che abbiamo incrociato al lato della strada e ti ho preso dei girasoli perché anch'io volevo regalarti dei fiori per bene, quando abbiamo fatto il bagno e ti si sono arrossati gli occhi perché sott'acqua ti ostinavi a non volerli chiudere mentre mi baciavi.
«Simo».
«Che c'è» borbotti così piano che a stento riesco a sentirti.
«Hai promesso che non ti saresti sentito in colpa».
«Ma come faccio a non sentirmi in colpa! Ti ho fatto... Ti ho fatto stare male». Ti stringi ancora di più nelle spalle, e non ne posso più di vedere soltanto questa ridicola camicia a strisce viola e argento che ti sei portato e che ho insistito per farti mettere per ripararti dal vento.
Sospiro, e mi metto a sedere, poi ti prendo tra le braccia e ti tiro finché non ti costringo a voltarti verso di me.
Sei bello, anche con gli occhi arrossati e la camicia orribile e il broncio sulle labbra e i girasoli sabbiosi tra le mani, e io vorrei soltanto baciarti, allora ti solletico un fianco e poi mi lascio di nuovo cadere all'indietro, questa volta trascinandoti con me.
Mi cadi addosso ridendo, e mi permetti di baciarti mentre ti stendi più comodo.
«Simone» dico «Guardami», ti sorrido. «Lo sai che vuol dire il girasole?».
Rotei gli occhi, ma gli angoli delle labbra restano sollevati. «Ora sei diventato il massimo esperto di botanica in tutta Roma?» mi canzoni, solleticandomi il viso con i petali gialli dei fiori che stringi ancora in una mano.
«No, quella è sempre tua nonna, ma qui mi sento di azzardare».
«E sentiamo».
Allungo il collo per baciarti il naso, e poi la guancia, le palpebre, lo zigomo, finché non ridi di nuovo.
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Lavenders Blue
FanfictionMi sono innamorato di te, Simone. Mi hai fatto crescere fiori nei polmoni, ma, per quanto siano belli, io non respiro. Copertina della splendida e tanto talentuosa @/ariespuntosia (su Wattpad e Twitter).