Lo specchio che ho davanti riflette la mia paura. Di colpo sono sbiancata. Ho la bocca aperta e gli occhi spalancati per il terrore. Rimango ferma con la schiena e le mani attaccate al muro e mi fisso per un breve periodo, che a me sembra lunghissimo, allo specchio.
Poi decido di sporgermi e osservare la stanza. La piccola e minuta figura nera è avanzata ed ora è illuminata dalla luce del mio telefono. I codini semiraccolti le ricadono sulle spalle, il vestitino scolorito, lo stesso che aveva sull'autobus, si è strappato all'altezza della spalla e il drappo che non si è tolta di dosso le ricadeva sul braccio.
Sono tentata di chiedere chi sia, ma ho paura della risposta...
Sono abbastanza paranoica e di film horror ne vedo abbastanza.Ad un certo punto raccolgo il coraggio, faccio un respiro profondo e mi butto.
–C-Chi...sei?–
–Sono una parente lontana e dimenticata di tua nonna–
Rimango perplessa e sorpresa dalla risposta. Una parente lontana di mia nonna, rimasta bambina nonostante gli anni. Come...–Come... come sei riuscita a...rimanere...– un gesto con la mano accompagna quel silenzio che si è installato tra noi, per far continuare a lei la frase.
Una parte di me mi dice di chiedere, di scoprire e di andare a fondo alla questione; un'altra, invece, è un pò intimorita e spaventata mi frena e mi dice di non fidarsi e di tornare a casa.
Alla fine, la parte curiosa vince su tutto.–Rimanere bambina?–
La sua risposta è chiara e inquietante: –Mi chiamo Joanne. Ero amica della tua bisnonna. Eravamo inseparabili. Poi un giorno perdemmo i rapporti. La tua bisnonna e tutti gli altri tuoi parenti che mi conoscevano mi hanno dimenticata. Vivo grazie soltanto alle fotografie che testimoniano la mia esistenza. Sono riuscita a rimanere bambina per il semplice fatto che nelle ultime foto che esistono ho sei anni.–Ascolto in silenzio, curiosa e colpita. Sembra di parlare con una persona adulta, invece davanti a me ho appena una bimba di sei anni.
Poi mi sorge un dubbio.–Ho fatto vedere questa foto– e prendo la foto che ho fatto vedere a mia mamma –a mia madre, ma dice che non ti vede. Così l'ho fatta vedere a nonna lei ti vede, ma non sa chi tu sia. In questo mistero ci ho infilato anche un mio amico, Edward, e lui ti vede. Quindi, perchè?–
–È una cosa che si tramanda di generazione in generazione, nel DNA, solo che non viene trasmesso tutto. A tua madre probabilmente è stato trasmesso, ma non in quantità sufficienti per vedermi nella foto. Per quanto riguarda il tuo amico Edward, non posso darti risposta.–
–E allora io? Come faccio a vederti?–
–Probabilmente te sei più simile alla tua bisnonna––Quelle facce inquietanti nelle foto?–
–Mi piaceva divertirmi, e mi piace ancora.–
Mi scappa una risata.
Nel momento di silenzio, che segue le domande decido che forse è meglio andare
–Forse... ora è meglio uscire di qui–
Poi mi è venuto in mente che non sappevamo dove andare.‐Non disturbarti, ho sempre vissuto qui. Non è un problema rimanerci ancora.–
Dopo un paio di tentativi, in cui ho provato a convincerla che è meglio che lei esca di lì, visto che è un posto sudicio, mi arrendo.
–Come vuoi tu–
Mi dispiace lasciarla lì, nello sporco, con poca acqua, con solo quel vestito addosso. Ma dopotutto, dove potevo portarla?Non avendo altre scelte, torno alla porta, dove lei mi congeda.
–Se hai bisogno sai dove trovarmi– dico, prima che lei mi chiuda la porta alle spalle.
Chiamo mio fratello per farmi venire a prendere e nel frattempo elaboro tutte le notizie avute.
Una storia tristissima a cui non si ha rimedio: l'unica opzione è quella di far ricordare alla mia bisnonna di Joanne. Il problema è che è morta anni fa.
Mi viene in mente della lettera che ho trovato scritta dietro ad una foto. Possibile che la nonna si sia ricordata per un momento di Joanne senza ricondurla a nessun ricordo? Che è stata in grado di vederla nelle foto?Non so se dirlo ad Edward. Le notizie forti lo sconvolgono particolarmente, però non voglio tenerlo all'oscuro di tutto.
Quindi quando lo rivedo e mi chiede cosa ho scoperto dopo che sono andata nella casa al lago, gli rispondo così: niente, non ho scoperto niente. Ho perso la voglia di indagare.– questa cosa non è per niente da me, così rimedio dicendo:– sono piena di cose in questo periodo. Tra scuola, danza e teatro non ho proprio il tempo di mettermi in questa faccenda. Ci ripenserò un'altra volta–Riesco a convincerlo.
Ogni tanto Joanne mi viene a trovare a casa oppure vado io a casa sua. Le porto vestiti e cibo e lei mi ringrazia sempre.
Solo un giorno mi viene in mente una domanda: morirà mai?
Lo so che è una cosa triste da dire, specialmente per una persona che sembra avere appena sei anni.
Non mi do risposta. Non voglio pensarci.
So solo che non glielo chiederò mai.
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Racconti
AdventureQuesta è una raccolta di tutte le mie storie brevi. Con un massimo di 10 capitoli corti. In questa raccolta: •Joanne (paranormal/mistery) •Una altro mondo (fantasy) -A♡