Racconti

Capitolo 1- l'album

Sono in piedi accanto a Edward, alla fermata dell’autobus per tornare a casa. Siamo appena usciti da scuola e devo correre a casa perché ho troppi compiti da fare. 

—Mamma, sono a casa!— dico quando entro.

—Ciao Abby— mi urla dalla cucina.

Corro in camera mia, mi siedo alla scrivania e inizio a studiare.

Poco dopo entra mia madre.
—Appena hai finito i compiti potresti andare in soffitta e riordinare le tue cose? Io e papà abbiamo deciso di buttare o regalare ciò che non ci serve, potresti fare la stessa cosa?—

—Sì mamma!—

—Ok, allora quando hai finito di studiare ti do uno scatolone e lo riempi con le cose che non ti servono, poi lo metti nell'ingresso e al resto ci penso io—

—Ok—

Finito di studiare, corro in soffitta, e raccolgo tutte le mie cose da una parte. È una stanza molto grande, che prende quasi tutto un piano di casa nostra.
È buia e molto polverosa, le uniche finestre che ci sono, sono piccole e rotonde ai due lati opposti della stanza.

 Mentre raccolgo le mie cose mi perdo un po nel vedere quel che c'è qua sopra. Non ci entro molto spesso, anche perchè non c'è tanto della mia roba. 

Vedo gli scatoloni di mio padre (che non si devono assolutamente toccare!). Contengono i vecchi modellini di navi che a papà piaceva costruire quando era bambino.
Poco lontano c'è il vecchio pianoforte di mia madre, me lo suonava quando ero bambina visto che a me piace molto la musica.

Una scatola che non ho mai visto coglie la mia attenzione. Si trova sotto il pianoforte, ha l'aria di essere chiusa da tempo visto che è ricoperta di polvere e lo scotch con cui era stata chiusa un tempo, è consumato. La tiro fuori da sotto il pianoforte e la apro. Dentro ci sono degli album fotografici risalenti agli anni '30. Ne apro uno e vedo delle foto di una bambina. Scosto la polvere da sopra una scritta fatta con un pennarello nero: Kate Allen. La mia bisnonna.

Non ho mai visto foto sue di quando era bambina.

Mi metto a sfogliare l'album. Era una bimba dall'aria simpatica, viveva in una famiglia abbastanza numerosa, aveva due fratelli e una sorella tutti più piccoli di lei. La sua famiglia era molto povera e viveva in una campagna lontana dalla città natale. Nella maggior parte delle fotografie indossa un vestitino a scacchi. Anche se la foto è in bianco e nero penso che il colore del vestito sia azzurro, perchè so che era il suo colore preferito.

Sfogliando l'album si va avanti con la sua vita: ci sono foto di lei che gioca con la sorella, foto di lei che aiuta il padre a costruire qualcosa. 

Un particolare in una fotografia in basso a una pagina, coglie la mia attenzione. Nella foto c'è lei che cucina con la madre. Dietro la madre si intravede una bambina, che non è la sorella di Kate. 

Ha l'espressione fissa nel vuoto e un sorriso inquietante che le da uno sguardo da pazza. Madre e figlia sembrerebbero non essersi accorte, quando fu scattata la foto, che dietro di loro c'era questa bambina. La fisso per un pò. Chi potrebbe essere? Come potrebbe essere lì? Come mai, madre e figlia non si sono accorte della sua presenza?

Scollo gli occhi dalla foto e continuo a sfogliare l'album. In ogni foto successiva, la bambina continua ad apparire, senza che i soggetti della foto se ne accorgano. E come mai se i soggetti cambiano e invecchiano, la bambina non invecchia?

Oggi diremmo che potrebbe essere un fotomontaggio, ma quella foto è degli anni '30, non è possibile!

Prendo l'album, scatto in piedi e scendo le scale che portano di sotto, alla ricerca di mia madre.

—Mamma, mamma, MAMMA!!— urlo, rischiando quasi di inciampare per le scale.

—Eh, Abby che c'è!!— dice, rimproverandomi di averle fatto prendere un colpo, pensando che mi fossi fatta male o roba del genere.

—Mamma, sai mica chi è questa bambina?!—

—Quale bambina?—

—Come quale bambina? Quella che è nella foto dietro la bisnonna e sua madre. Non la vedi...— realizzo vedendo lo sguardo vacuo di mia madre.

—Come può essere?— sussurro riguardando l'immagine.

—Abby cosa c'è? Qual'è il problema nella foto?—

Rimango in silenzio per un pò, passando lo sguardo prima sulla foto, poi su mia madre e viceversa, confusa…