Attention pls
lo so che mi state odiando terribilmente. l'ultima volta che ho aggiornato è stato bho tipo due anni fa che ride. vabbè comunque ho visto che è piaciuta molto e quindi ho intenzione di continuarla ma non vi prometto che sarò costante. Mi dispiace se ho fatto aspettare però hei almeno sono VIVA. vabbè passiamo al capitolo now, buona lettura. (ah a proposito i miei modi di scrivere saranno decisamente diversi quindi se trovate differenze è per quello)Lpov:
L non capiva perché stesse provando quel sentimento che tanto trovava inutile. Ha sempre visto la gelosia come un capriccio di cui non si può far a meno di tirare fuori. alla fine era un'emozione come le altre, e lui era umano. Però (t/n) l'ha sempre e solo vista come una collega di lavoro, una ragazza in gamba di cui potersi fidare e di cui poter contare per quanto riguarda il lavoro poiché era anche abbastanza intelligente. talmente tanto da esser riuscita a sbloccare quelle strane sensazioni nel corpo di L, quei strani pensieri che non lasciavano un secondo la sua mente nonostante sia comunque concentrato al caso Kira. L si chiedeva perché stesse provando quelle sensazioni, la risposta era più che ovvia ma pensare a lui cotto di una donna lo faceva sentire inadatto e imbarazzato. con le donne non ci sapeva fare eppure con (t/n) riusciva a essere discreto ma allo stesso tempo libero di dire qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Alla fine quel che ha sempre fatto è stato solo farla innervosire, forse non erano quelli i modi giusti per conquistarla o comunque averci a che fare, ma comunque aveva funzionato, perché (t/n) era palesemente cotta di lui e lui se n'era accorto da un po'. in realtà inizialmente non ne era proprio sicuro, ma adesso ne aveva la conferma poiché stava facendo di tutto per far cedere il ragazzo. Peccato che lui era già ceduto e non sapeva come comportarsi. La sua mancata esperienza lo portava a fare scelte drastiche e affrettate, per non parlare dei suoi modi di fare, erano arroganti e delle volte si dava fastidio anche da solo, ma era il suo carattere e non poteva farci nulla.
L era sulla poltrona e pensava a tutto questo mentre fuori la pioggia scendeva giù come una cascata violenta. le gocce scivolavano lungo il vetro e i lampi illuminavano la stanza buia. l'ultima volta che vide (t/n) fu quando parlarono della gelosia. si chiese quando l'avrebbe potuta rivedere. rifletté molto riguardo quel momento, e a quanto pare, odiava ammettere i propri sentimenti. Sapeva che non poteva scappare per sempre dalla verità ma avrebbe preferito rifletterci da solo prima di fare azioni di cui poi si sarebbe pentito. Ma ora era tutto chiaro. L era geloso e avrebbe fatto di tutto per distruggere la rabbia che aveva dentro, ricordando tutti quei momenti tra (t/n) e matsuda. niente contro di lui, ma stava iniziando ad essere infastidito dalla sua presenza.
guardava fisso sul pavimento in cerca di una soluzione per quella situazione, ma non era facile pensare a due cose contemporaneamente specialmente se con un killer abbastanza particolare a piede libero. devo concentrarmi sul caso pensò. non posso perder tempo appresso ai sentimenti. Non sono più adolescente.
d'improvviso, bussarono alla porta in modo quasi esitante. si girò lentamente verso di essa mentre il pollice era posato sul labbro inferiore. senza batter ciglio si alzò lentamente e si diresse con il suo fare pigro e la postura incurvata verso di lei. il rumore dei piedi nudi irrompeva nel silenzio della stanza, e appena aprì la porta sentì anche il suo cuore fare un notevole rumore contro la cassa toracica.(T/n)pov
non sapevi perché ma quella sera ti sei ritrovata davanti alla porta dell'hotel. Watari era stato chiaro con te. non potevi infrangere gli orari d'incontro con L se non per qualcosa di serio. Ma tu non riuscivi a dormire con tutti quei pensieri in testa. Quindi ti sei fatta coraggio e hai deciso di parlargliene faccia a faccia e affrontare la situazione. Hai pensato molto in quei giorni e ti sei resa conto che forse, hai fatto un po'la bambina. Non volevi dimostrare questo ad L. Volevi dimostrargli che tu eri una donna rispettabile, ed era ora di tirarla fuori. entri a passo svelto, con i tacchi che ti slanciavano il corpo. arrivi all'ascensore nel silenzio dell'hotel, dove si irrompeva solo una piccola musichetta dal bar e il tuo respiro. eri emozionata ma allo stesso tempo determinata. Chiami l'ascensore, e mentre aspettavi che scendesse, inizi a pensare a tutto il discorso che gli avresti fatto. Ogni cosa. gli avresti spiegato che era da immaturi ciò che avevi fatto e che non poteva andare avanti così. Che dovevate prendere le vostre responsabilità come dei veri adulti, dirsi tutto per poi tornare esclusivamente sul lavoro senza mettere in mezzo cose private o personali. Nonostante tu provassi sentimenti forti, pur di dimenticare quella storia ed evitare di soffrire ancora saresti disposta a dimenticarli o chiuderli a chiave dentro un cassetto. infondo cosa dovevi aspettarti? L è veramente particolare e nessuno è capace di capirlo se non sé stesso, o forse anche tu. l'ascensore arriva e tu frettolosamente entri e schiacci ripetutamente lo stesso tasto finché le porte non si richiusero lasciandoti sola dentro un piccolo spazio.
Ti guardi allo specchio e ti sistemi un po'. Camminare sotto la pioggia coi tacchi non era stata una grande idea, ma non potevi farci niente, non avevi sonno e in più il tuo bar preferito era dalle parti dell'hotel. Era un'occasione per andare. una volta arrivato al piano, esci con la stessa velocità con cui sei entrata e barcollante sui tacchi cerchi la porta. Con smorfie di dolore, ti blocchi un secondo e ti levi quei tacchi fastidiosi che rompevano il silenzio nel corridoio. cammini quindi a piedi scalzi verso la familiare porta, e con il cuore in gola e la mente sospesa, bussi delicatamente alla porta. Inizialmente eri esitante. si vive una volta sola. ora o mai più, togliamoci questo dente dolente. Hai pensato.Senti i suoi passi, e il tuo cuore martellava a ritmo. Appena aprì la porta, sussulti e lo guardi sentendo le guance già in fiamme. l'effetto che ti faceva era ipnotico e ti faceva andare in un altro mondo. "(T/n)..." pronunciò quelle parole in modo pacato e a tono basso, e ti guardava sorpreso. Non sembrava assonnato ma neanche triste di averti visto. "Ciao L... ti disturbo?" chiedi imbarazzata ma comunque con un tono fermo. "No affatto... piuttosto...che ci fai qui? e perché sei bagnata fradicia senza le scarpe?" ti chiede squadrando il tuo corpo dalla testa ai piedi. inizi a sentire i brividi per tutto il corpo mentre il suo sguardo te lo bruciava lentamente. "Non riuscivo a dormire così sono andata a un caffè qua dietro... e ho riflettuto molto" dici deglutendo. "e ho pensato di venire qui e parlarti. non sono qui per fare le mie solite scenate da ragazz-" vieni interrotta da lui stesso. "non startene là fuori conciata così, ti prenderai qualcosa" disse per poi prenderti dal braccio e spingerti delicatamente dentro l'appartamento chiudendo poi la porta. tu ti lasci trascinare interdetta e noti la stanza immersa nel buio. "oh vedo che stai lavorando...oppure dormendo.." dici guardandoti intorno. "stavo riflettendo" risponde. "Come te." tu fai fatica a vedere i lineamenti del suo viso nel buio ma riesci a capire che aveva fatto un piccolo sorriso. Sorridi a tua volta. "ehm non preoccuparti per me comunque. non ci metterò tanto, devo solo parlarti e poi giuro che me ne andrò." dici tutto d'un fiato. Lui ti lancia uno sguardo intimando a continuare.
"ecco... sono stata una bambina, lo ammetto. mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare... veramente. il mio comportamento non è stato molto maturo e me ne rendo conto. spero tu possa perdonarmi" dici guardandolo a fatica, la voglia di distogliere lo sguardo era troppa. ma dovevi dimostrare di essere sicura e sincera. difatti lui ti ascoltava in silenzio senza fiatare. Prendi un respiro e continui. "È solo che sono molto confusa... non so più cosa voglio in generale e pensavo che facendo questi giochetti avrei capito qualcosa da parte tua. Ma ho capito che non potrò mai trovare nulla e mi dispiace essere un peso. Ammetto di essermi arrabbiata anche troppo volte con te, ma cercherò di non farlo più, anche perché...anche quelli erano capricci. da oggi prometto che non metterò più in mezzo i miei problemi personali e penserò solo al lavoro... scusa ancora per il disturbo-" dici per andartene, ma prima che tu possa andare ancora di qualche passo verso la porta lui ti spinge con non troppa forza contro il muro, facendoti sussultare e far cadere i tacchi creando un tonfo. rimani senza fiato e lo guardi mentre il cuore sembrava uscire dal petto. spalanchi gli occhi fissandolo con sorpresa e confusione, ma allo stesso tempo ti piaceva quella vicinanza. Lui ti stava mangiando l'anima con gli occhi, con una mano si teneva al muro vicino alla tua testa e con l'altra ti alzò il viso mentre il suo respiro sbatteva contro il tuo viso. Così caldo e confortevole, ti faceva sentire a casa. schiudi le labbra socchiudendo gli occhi avendo una gran voglia di baciarlo. Lui capta questa tua voglia, e fece lo stesso inclinando il viso a pochi centimetri dal tuo. "sei uno strano enigma (T/n)..." sussurrò con tono mai sentito da parte sua. profondo e con un pizzico di lussuria. "E io.. cercherò di risolvere ogni tuo problema... partendo dai problemi di cuore" sussurrò rilasciando un sospiro per poi metter fine alle distanze tra voi, appoggiando le labbra sulle tue premendole con dolcezza ma anche con una punta di desiderio.Iopov:::
ao eccoce. scusatemi ancora per l'assenza però eccoci qui. spero siate felici e che vi sia piaciuto. il modo di scrivere è notevolmente diverso ma spero vi piaccia anche questo. grazie per aver letto e aver atteso, al prossimo capitoloh
Sayonara
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|| L Come Love ✓ LxReader||
Fiksi Penggemar"Sei un'Enigma (t/n), e io risolveró ogni tuo problema...inziando dai problemi del cuore..." Elle è un venticinquenne molto intellettivo, riservato e asociale. Sempre con l'aria da timido e intelligente. Con il suo aspetto meno curato ma accettabil...