Capitolo 7.

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Sto tornando a casa, ho appena finito di lavorare e come primo giorno non è stato per niente male, credevo peggio. Ovviamente sto tornando a casa da sola, Jon sta facendo gli allenamenti, ma per farsi perdonare oggi è venuto poco prima che iniziasse la mia pausa e siamo andati a pranzo insieme, è stata davvero una bella sorpresa, non mi aspettavo nulla del genere. Abbiamo chiacchierato come non facevamo da tanto tempo e ho capito finalmente perché è così tanto impegnato in questo periodo, praticamente essendo ormai a metà maggio loro sono a fine stagione calcistica e di conseguenza devono impegnarsi per dare il meglio anche se ormai la maggior parte è andata, quindi fanno più allenamenti, riunioni e cose del settore. Potevo anche saperlo se solo mi interessassi almeno un minimo di calcio, ma non lo faccio. 

Non appena apro la porta di casa la prima cosa che faccio è togliere la scarpe lanciandole da qualche parte. Fanno male i piedi dopo una giornata a stare sui tacchi, che poi l'altro giorno ne ho prese un paio non molto alte in un negozio di cui non ricordo il nome, ho detto magari sono più comode per il lavoro ma nulla, a inizio pomeriggio anche queste iniziano a dare fastidio. La verità è che non ci sono per niente abituate, dove abitavo prima non andavo di certo in spiaggia con i tacchi, li usavo solo qualche sera per un paio d'ore, non danno molto fastidio per poco tempo. Spero solo di abituarmi o giuro che li farò indossare a quei due idioti i tacchi poi vediamo se sono più professionali. 

Salgo in camera per prendere qualcosa da mettere dopo, ho bisogno di fare una doccia rilassante. O almeno era quella l'intenzione, prima che entrassi nella stanza e trovassi di nuovo le foto al posto di prima. Sono davvero stufa di questa situazione, se il tizio è passato per i vestiti e il resto poteva anche prenderseli e andare via, ma non c'è bisogno che ogni volta rimetta tutto al posto facendomi perdere tempo ulteriormente. Oh ma adesso Michelle mi sente, mi aveva assicurato che solo io avessi le chiavi e invece il proprietario precedente ce le ha ancora, è senza dubbio questa la risposta. 
Compongo il numero e il telefono suona fino alla fine per ben tre volte, ma lei non risponde, così provo a chiamarla con l'anonimo mentre do' un'occhiata all'armadio, per fortuna i vestiti sono come prima. Dopo ben cinque squilli risponde.

"Michelle Beck, in cosa posso esserle utile?" Risponde come al solito modo suo.
"Finalmente ti degni di rispondere" Non riesco nemmeno a finire la frase che lei mi chiude la chiamata. Riprovo diverse volte ma lo ha spento, brutta stronzetta.

Lascio perdere e vado a fare la doccia, con la speranza che nessun maniaco entri in casa. 

Oh ma che bello, la ragazzetta è già in casa. Lo sapevo che mia madre mi avrebbe fatto arrivare in ritardo, avevo programmato di farla rimanere chiusa fuori casa a questa, e invece lei è già qui. Fortuna non ci sia anche quell'idiota a farle compagnia, non lo sopporterei, mi sta sulle palle molto più di lei. 

Sono davvero stanca quindi decido di preparare qualcosa per cena, così vado a letto prima.
Scendendo in cucina mi avvicino alla finestra per chiuderla, non ricordavo di averla lasciata aperta, ma in compenso alla mia distrazione è entrato di nuovo quel buon odore, devo incontrare questo qui, chiedergli il nome del profumo che usa e poi magari regalarlo a Jon.

Cara, io al tuo posto ritirerei ciò che hai appena pensato. Tu non vuoi realmente incontrarmi, ti pentirai anche solo di averci pensato, perché poi scapperai a gambe levate, certo, se non ti viene un infarto prima, beh, ti pentirai anche in quel caso. Sono cattivo, lo so.

Dopo aver cotto e mangiato un hamburger di pollo, e aver lavato ciò che ho utilizzato decido di mettermi sul divano in attesa che chiami Jon, ma nemmeno cinque minuti che arriva, appunto, la sua chiamata.

"Hey Jon, puntuale a quanto vedo"
"Si, abbiamo finito qualche minuto prima perché alle 8 abbiamo una riunione, quindi sto andando a casa a prepararmi. Tu che fai di bello?"
"Ho finito di mangiare, e fra poco vado a letto"
"Ma non è un po' troppo presto per entrambe le cose?"
"Sì, lo è, decisamente.. ma sono molto stanca ed ho sonno"
"Wow non mi sembri nemmeno tu, ricordo che in America facevi nottate alla grande"
"Se voglio sono capace ancora ora di farle, è solo questo maledetto jet-lag che non si mette a posto"
"Oh piccola, passerà tra pochi giorni, ci sono passato e ti capisco, stanchezza, sonno, confusione, pensi di aver fatto una cosa e magari poi in realtà non l'hai fatta, succede questo e altro, l'importante che stai attenta quando sei per strada e non ti fai mettere sotto durante un attimo di confusione."
"Cosa?! Dici sul serio? Io sapevo solo sonno e stanchezza"
"Oh no Roxy, ti sballa completamente, quasi quanto una droga, soprattutto con 8 ore di fuso"
"Ma allora dimmi una cosa? Nella mia stanza stamattina c'erano delle foto sparse in giro sui mobili o muri?"
"Certo, anche ieri sera erano lì. Perché?"
"Credevo di averle tolte e stavo per uccidere l'agente immobiliare oggi,se solo mi avesse risposto, e invece no"

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