Capitolo 13.

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Sono tranquilla nel mio mondo dei sogni, quando vengo svegliata da dei rumori, apro leggermente gli occhi e guardo l'ora sulla mia radiosveglia situata sul comodino, che poi "mia" è un parolone, era di quello che stava qui.

E' ancora mia quella sveglia.

E' pure abbastanza carina, è blu, un colore che non mi dispiace per nulla, anche se forse non ci sta molto con l'arredamento di questa stanza.
Sono solo le due di notte e qualche minuto, e quando do uno sguardo alla finestra, che si trova alla mia sinistra, mi rendo conto che fuori sta piovendo. Controllo il telefono sperando che Jon mi abbia cercato ma nulla. Mi sono addormentata intorno alle undici, ero stanca e adesso eccomi qui, sveglia ma con un sonno allucinante, infatti torno a dormire.

Ma possibile che mi allontano trenta fottuti secondi e questa è di nuovo tra le braccia di Morfeo. Provo a fare rumore come ho fatto prima per cercare di svegliarla ma nulla, è intenta a sognare un unicorno rosa fluo. Ma dico io quale persona sana di mente sogna queste cose? Nessuna, credo.

"Svegliati!!" anche la mia povera voce devo sprecare. Se non si sveglia adesso la butto giù dal letto.

Che diamine! Stavo facendo un bel sogno, da hippy gay, ma comunque un bel sogno.

Che peccato, volevo proprio buttarla giù.

Vorrei tanto capire perchè non riesco a dormire stanotte, anche se mi sa che devo dare tutta la colpa a questa maledetta pioggia che tanto odio.

"Vai in cucina, bevi e poi tornerai a dormire" Forse. Merda, odio farlo ma devo, e mi dispiace un sacco che non riuscirai a chiudere occhio e starai male, però devo, prima che sia troppo tardi.

Oddio, di nuovo quella voce no. Non mi drogo eppure sembro più persa di chi lo fa.

"Come vedo ti sono mancato" Saranno circa due giorni o forse tre che non mi faccio sentire, sono stato un tantino impegnato.

Certo come no. Comunque hai ragione, meglio andare a bere. Però non capisco perchè la mia presunta vocina deve avere una voce da maschio.

"Scambio culturale" Si, era buona.

Si, scambio del grandissimo-

"Come sei aggressiva, calma! Una ragazza dolce come come te che dice le parolacce" Si, dolce forse quando dorme.

Si, certo, nel mentre continuo a diventare matta.
Arrivo in cucina ed apro il frigo per prendere la bottiglia d'acqua e a seguito un bicchiere. Inizio a sorseggiare quando mi giro verso il tavolo e noto una pila di riviste, saranno una decina. Chi diamine le ha messe qui? Devo decidermi, credo sia davvero arrivata l'ora di far cambiare la serratura a quella cazzo di porta, poi vediamo se si divertono ad entrare ed uscire da casa mia come le pare e piace, persino la notte.
Prendendo le prime due noto che hanno tutte delle pagine piegate. Vado direttamente a quelle pagine e inizio a non sentirmi per niente bene. Sono piene di foto e dichiarazione di Jon e un'altra, quell'altra, la sua presunta vicina di casa. Mi siedo e cerco di leggere qualcosa prima che la vista si appanni completamente a causa delle lacrime.

"McCollin mette le cose in chiaro" questo è il titolo nella prima rivista. Ci sono due foto,una in cui mi bacia davanti casa mia mentre io ho una coperta in pile attorno al corpo e l'altra in cui bacia quella davanti casa sua. Che razza di scherzo è questo? Continuo a leggere finché non arrivo alla parte che fa più male: "La ragazza mora è stata solo un momento di debolezza, una notte e via, forse più di una, ma nulla di importante. La mia vera ragazza, è Moana Justice, e credo che lo sapete un pò tutti, ormai ci vedete in giro da mesi."

"Da mesi?? Ma io ti ammazzo fottuto bastardo!" urlo pur essendo sola in casa.

"Ed io ti aiuto"
L'abbraccio quando lei inizia a piangere sul serio. La vedo voltarsi di scatto, so che mi percepisce, ma non può vedermi, e così torna a fissare quelle riviste prima di alzarsi e andare verso il telefono.

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