Capitolo 8.

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I giorni passano e arriva il sabato, ultimo giorno della mia settimana lavorativa. Finalmente potrò riposare un pò.

Ed è anche l'ultimo giorno che starai in questa casa si spera. Possibile che non ho tempo per badare a questa qui? Dovrei essere libero e vagare di continuo annoiandomi, ma invece sono molto impegnato, sopratutto con questa tizia, convinta che la sua "distrazione" sia causata dal jet-lag, e invece sono io che lavoro duro per tenere la mia casa in ordine e perfettamente pulita. Secondo lei chi è che pulisce la tazza del caffè la mattina? Lei la lascia sempre sporca in giro, se almeno la mettesse nel lavello, e invece no, la lascia in salotto, in camera, persino in bagno l'ho trovata due giorni fa. E poi non dovrei arrabbiarmi.

Oggi ovviamente lavoro meno e speravo di uscire stasera ma evidentemente starò a casa visto che Jon ha la partita alle 8PM, sembra non sia possibile vederci oggi, ma troverò comunque qualcosa da fare.

Sì, le valige cara.

Metto le scarpe e dopo aver preso la borsa e le chiavi corro -per quanto sia possibile con i tacchi- fuori. Appena esco incontro una vicina di casa, finalmente dopo due settimane ne vedo una, certo avrei preferito il ragazzo ma pazienza.

"Buongiorno signorina, sta vendendo la casa? Non credo la comprerà mai nessuno." 

"Buongiorno a lei signora, e no, l'ho comprata da poco e non credo di venderla a breve" Perché mai dovrei farlo, è così stupenda che sarei una vera sciocca a venderla. La vedo sbarrare gli occhi, che diavolo ha visto? Un fantasma?

"Ha proprio un bel coraggio a stare in quella casa." Certo, se lo dice lei.

"Mi scusa, vorrei restare a chiacchierare con lei ma.. sono già in ritardo, buona giornata" Corro ed entro nella macchina che mi è arrivata ieri -un regalo di Jon-  e giusto nel momento in cui chiudo la portiera inizia a piovere. La domanda è: mi abituerò mai a questi temporali improvvisi? Fino a due secondi fa splendeva il sole. Metto in moto e parto, direzione Everything James. Ieri per la prima volta l'ho provata e per la prima volta ho guidato seduta dalla parte destra, credevo fosse chissà quale cosa, avevo paura di non riuscire a farlo, e invece è stato più facile del previsto. Grazie a non so quale santo, non resto impantanata nel traffico mattutino di Londra e arrivo alla mia scrivania giusto in tempo prima che l'ascensore si apra e riveli i due James. Salutano come ogni mattina e vanno dritti nel loro ufficio. Adesso, questo è normale per Payne,  ma non per Horan che ogni mattina si ferma a fare le solite battutine senza senso.
Mi affretto ad avviare il computer e nel mentre noto che c'è un messaggio in segreteria. Premo il pulsante e lo ascolto, è solo Eddie, il fotografo, che mi ricorda di dovergli dare conferma se vanno bene o meno i file che ha mandato ieri ai direttori. Controllo al solito le email, stampo e tutto il resto. Appena pronto entro in ufficio, e do' le news del giorno.

"Roxy, per favore, fammi portare un caffè, anzi no due, si meglio due" dice Horan di punto in bianco. Annuisco, ma Payne interviene.

"No Roxie, è meglio se gli fai portare una camomilla oggi"

"Caro cugino, so cosa mi ci vuole oggi quindi voglio due caffè"

"Oh no, fidati, ti ci vuole una bella camomilla"

"No, voglio il caffè, non decidi tu" Continuano così per un bel po' continuando ad alzare sempre di più la voce.

"Ok ho capito, camomilla per entrambi" dico prima di andar via.

"Mustag, due camomille per i signori" dico come se fossimo al bar.

"Scusa chi è Mustag?" chiede la bionda 

"Oh scusa. Shelby volevo dire, faccio ancora fatica a ricordare il tuo nome" Si certo, credici biondina. Il fatto è che mi piace un casino chiamarla come l'auto, non posso farci nulla, è più forte di me.

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