Cadere a pezzi

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ma è davvero così
che doveva andare?

Chapter four
Carter's pov

Cazzo.

«Ash che fai a quest'ora in un luogo del genere?» Mi alzo, e le vado incontro.

«Allora ti preoccupi ancora per me, Hacker?» Si sorregge, posando le mani sulle mie spalle.

«È pericoloso.» Non so neanche come comportarmi con lei.
Non posso lasciarla qui, è pur sempre una donna bellissima e poca lucida in un luogo desolato.

«Hai dimenticato di dirmi che lo eri anche tu.» Afferma rancorosa.

È frastornata, e non si regge in piedi. D'istinto le poso entrambe le mani sui fianchi, per non farla cadere, e le nostre labbra si sfiorano.

«Non hai idea di quando mi manchino» dice guardandole. Poi alza lo sguardo, e lo punta ai miei occhi «di quando mi manchi tu.» I suoi occhi si fanno ancora più lucidi di quanto lo fossero già per l'alcol.
«Mi manca da morire essere io e te, essere un noi» continua.

Devo fermarla ma senza ferirla.
«Ash, sai come la penso.»
Le accarezzo la guancia, rilasciando un lungo sospiro.

«Lo so che vuoi dire, non c'era nessun noi. Ma sono mesi che mi pongo sempre la stessa domanda.» Si avvicina ancora di più, e il suo petto tocca il mio.
«Come è possibile che non hai mai sentito niente?» Col pollice sfiora le mie labbra, «quando ti baciavo non sentivi la mente ovattata? Non ti sentivi estraneo da tutto, come se il resto diventasse solo sfondo?» La mano scende fino al cuore, «quando le mie mani ti sfioravano, questo non ti batteva forte forte?»

Mi supplica con lo sguardo, vuole che le dica sì, che provavo quello che provava lei, che ogni volta morivo dalla voglia di vederla, che non desideravo nessun'altra allo stesso modo di come desideravo lei, che era importante per me, e potrei dirglielo, davvero.

Potrei farlo, ma vorrebbe dire mentirle.

Lei per me non ha niente di speciale in relazione a tutte le altre scopate, non ha niente che non abbiamo anche loro.

Mi sono ritrovato a sperare che non fosse così, che mi fossi innamorato veramente di lei, ci ho provato pure, ma non puoi fingere di voler bene a qualcuno per cui non provi nient'altro che rispetto.

Se quando ce l'ho davanti il cuore non avverte un cazzo, se non palpita, se non sembra voler sbucare fuori dal petto, io non posso farci nulla, fingere non avrebbe alcun senso.

Quando sento pronunciare il suo nome non mi viene in mente niente che non siano le scopate che mi dava. Per non parlare della mente ovattata di cui parla, non sono neanche capace di immaginare quello che voglia dire, non lo comprendo.

Mi sono informato sulle sue condizioni di salute perché mi sentivo in colpa, non perché mi importasse di lei. Mi importava solo di me e della mia necessità di sentirmi meno sbagliato e colpevole. Sapere che stesse migliorando smacchiava un po' la mia coscienza sporca, è questa la verità.

Io non ci tengo a lei.

È da schiocchi fare l'ipocrita, sono una merda e lo so benissimo, ma il mio modo di pensare non è una cosa che ho scelto io.

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