16. promesse infrante

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ELEONORA

comincio a pensare che la colpa sia mia

che forse tu avevi troppa paura

forse è stata proprio quella ad allontanarti da me

magari pensavi che non sarebbe andata bene

e hai preferito andare via,

lasciando in sospeso una marea di baci,

di frasi non dette,

posti non visitati e sogni non realizzati ,

e ti odio ancora per questo.

aspiro nuovamente il fumo dalla sigaretta per poi allontanarla infastidita dal fumo e aspirando una boccata d'aria fresca in quell'angolo tranquillo del giardino intorno a casa morata e isolato dal resto delle persone,

"alice ti cerca, è preoccupata" la voce alle mie spalle mi impedisce di di girarmi e come colta da un senso di protezione sistemo il vestito sulle gambe, prendo un respiro profondo prima di decidermi a rispondere a federico che quando mi volto è ancora in piedi che mi osserva, questa volta sola

"alice sa bene che non ho più diciassette anni" affermo gelida e distaccata, ma nonostante ciò lui è irremovibile, più cerco di allontanarlo più fa piccoli passi verso di me, fino ad arrivare dovo non sono più in grado di cacciarlo, si irrigidisce nel momento in cui nota la sigaretta che reggo tra due dita e si siede sulla sedia di fronte a me, risalendo con una sguardo corrucciato a me

"da quando fumi?" mi domanda curioso e per niente contento di quello che vede davanti a lui, federica sapeva quanto odiasse tutto quello che riguardasse il fumo e quanto avessi giurato che mai e poi mai mi sarei dedicata a quell'hobby malsano, mi crollasse addosso il mondo non toccherò mai quella roba precisai io convinta ed ero ancora della stessa idea.

eppure mi era davvero crollato addosso il mondo e non sono stata tanto brava a mantenere la parola "infatti non lo faccio" spiego io scrollando le spalle e nel notare un sorriso allargarsi sul suo viso avverto una scia di brividi percorrermi la spina dorsale alla velocità della luce "non sembra sai" commenta alzandosi in piedi, ma questa volta decido di non fare alcun passo indietro e lui è più sorpreso di me "sei qui per farmi una ramanzina?" domando io infastidita dal suo atteggiamento, cosa è cambiato da qualche giorno fa, perché improvvisamente gli interessava che io mandassi a fuoco i miei polmoni o meno,

scrolla il capo "non mi dasti retta" sussurra e fa sparire in un istante tutta la rabbia per quello che è accaduto solo poco prima a tavola

faccio un altro tiro e lo guardo sconfortato

"capita ogni tanto" spiego sotto al suo sguardo mentre mi siedo sulla panchina appostata i cespugli e lascio che il vestito abbia vita propria "mi aiutano a sbollire sai" gli spiego come se stessi parlando con un amico di vecchia data,

"eleonora" mi interrompe, decido di alzare lo sguardo trovando il ragazzo ora seduto sulla mia stessa panchina "mi dispiace per prima, benedetta non doveva" comincia, ma questa volta sono io che lo interrompo, sentire nominare il nome della sua ragazza mi induce solamente ad aggrapparmi ancora una volta alla sensazione del fumo nel mio corpo

"no va tutto bene, non devi rendere conto a me" dico osservando i miei piedi staccarsi dal suolo e dondolare liberamente,

"la tua fidanzata lo sa che sei qui?" gli domando schietta rivolgendomi a lui che nega con il capo, non voglio passare per l'amante di federico chiesa

ora lui sta con un altra persona ed io mi limiterò a starne alla larga lasciando i miei sentimenti e le sensazione da parte, ben nascoste

"non devo rendere conto a lei" si esprime tranquillo e io lo guardo stranita scoppiando in una fragorosa risata, forse non avrei dovuto oltrepassare il bicchiere di vino che mi aveva passato il cameriere di prima

AGAIN ?// FEDERICO CHIESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora