Prologo.

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La piccola Alice, infreddolita e tremante, era in caserma, con le mani insanguinate e diverse schegge sul braccio a fare da cicatrice.

Quello che doveva essere l'ultimo dell'anno, era diventato l'ultimo giorno di libertà.

Quella che sembrava una bravata, era diventato un reato.

:<<Sembra si sia difesa da un tentato stupro.
Non parla da diverse ore.>> disse un testimone.

:<<Però ha nascosto il corpo.
Dovremmo indagare.>> disse il procuratore.

Alice sembrava una statua di cera.
Mentre le immagini di quel mostro che voleva strapparle l'innocenza, era vivida davanti ai suoi occhi.

Ciro dopo la sua consueta canna notturna.
Cercava di addormentarsi mentre nei suoi sogni, erano vivide le immagini del suo migliore amico agonizzante, morto per mano sua.
Non dormiva mai il giovane Boss, era ogni giorno di più, logorato dai mostri del suo passato.

Di giorno, era una Roccia ed era temuto da tutti.

Presto la vita gli avrebbe regalato una scossa, dal suono assordante del silenzio.

𝑳𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐.// 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora