Capitolo. 26. È grave.

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In una colluttazione con il padre di Nad, Ciro aveva sbattuto la testa svenendo.
Con lui, al suo fianco, c'era il suo fratello di strada Edoardo.

In ospedale, aveva finto di essere stati aggrediti dalla famiglia di Nad a causa di un tentato furto alla Audi Nera e per fortuna il corpo di Nad, poche ore prima era stato bruciato con una tanica di benzina.

L'ambulanza, scorrazzava veloce tra le strade di Napoli, con la sirena in funzione.

Quando arrivò davanti all'ospedale, Edoardo uscì come una furia dell'autovettura.
Rivolgendosi ad un paramedico che era uscito.
:<<Facit veloc, pe favor.>> disse Edoardo con il respiro irregolare.
Poi quando lo misero sulla barella per farlo entrare nel Pronto Soccorso.
Edoardo, si avvicinò al lettino, mentre i medici e gli infermieri, consigliavano di spostarsi da loro, che erano in movimento.
:<<C'è stong ij cu te.>> disse Edoardo disperato.
:<<Per favore, attenda nella sala d'aspetto.>> disse un'infermiera.
Don Salvatore e Pietro, che erano rimasti in silenzio, presero parola.
:<<Se non salvate, mio figlio.
A morire siete voi.>> disse Don Salvatore serio.
:<<Scusate, Don Salvatò, faremo il possibile.>> disse un medico.

:<<Cirù starai bene.
Apri gli occhi.>> disse Edoardo, scosso ma Pietro, che soffriva in silenzio, lo spostò dalla barella, mentre Ciro entrava nella stanza del pronto soccorso.

Poco dopo, arrivarono le donne del clan Ricci.
Alice correva con le lacrime agli occhi.

:<<Ciro.
Dove sta?>> disse turbata Alice a Pietro.
Quest'ultimo, era nervoso.

Edoardo la bloccò, con gli occhi lucidi.
:<<Non puoi entrare Alì.>>

Ma Alice, non se ne curò, entrando in pronto soccorso.

I medici e gli infermieri sobbalzarono.
:<<Per favore.>> disse disperata Alice.
:<<Non puoi stare qui.>> disse un'infemiera, allontanandola.

Ma Alice incurante, si mise ai piedi di Ciro, mentre la tiravano.
:<<Ciro no...
Che succede?
Cosa c'è che non va?
Non puoi lasciarmi, meritiamo un'opportunità.>> piangeva a singhiozzi Alice.

I medici e la sicurezza, con l'aiuto di Edoardo, la fecero uscire dalla stanza, mentre lei puntava i piedi e urlava tra le lacrime.
:<<Lasciatemi andare.>>
Poi aggiunse
:<<Devo stare con lui.
Devo controllare.
Cirooo.>> piangeva disperata, mentre la trascinavano via.

Pietro, la fece sedere e le prese il viso tra le mani.
:<<Alì, guardm.
Andrà tutto bene, to giur.>> disse Pietro, cercando di mantenere la calma.
Alice, piangeva.
Edoardo si mise alla sua altezza, accarezzandole i capelli.
:<<Dobbiamo essere forti, pe favor Alì.>> disse Edoardo, con il respiro irregolare.
:<<Lo hanno ferito capisci?
Sicuramente ha sofferto quando ha sentito il dolore.>> disse Alice, piangendo disperata.

Edoardo si appoggiò al muro, disperato.

Alice, accarezzava tra le mani il Rosario, di Ciro.
Mentre piangeva e piangeva, senza sosta.

Anche Debora, urlava ma suo marito la teneva ferma.
:<<Cirooo.
O figl mij.
È vivo?
Per favore.>> piangeva disperata Debora.
:<<Oh.
Andrà tutto bene.
Siediti, nu vogl ca staje mal.>> disse Don Salvatore, stringendo sua moglie.

Poi Debora, vide Alice, seduta con la mano sporca di sangue.
:<<Bambina mia, è il sangue di Ciro nostro?
È il sangue di Ciro?>> disse gettandosi su Alice che inerme, aveva la mano tremante, mentre Rosa cercava di calmare sua madre.
:<<È il sangue di Ciro?>> disse piangendo Debora.

𝑳𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐.// 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora