Capitolo. 5 Sal 'ngopp o mezz.

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L'indomani, in seguito a quel bigliettino Ciro, durante l'ora d'aria convocò Viola.

Viola, riluttante si sedette a gambe divaricate davanti al Boss.

:<<Che te mis ngapp Viò, ij e te nu simm annamurat!
C'è verimm a nott, ma chist nun ne ammore, ossaje.
Ij nu so di nisciuna femmn.>> disse Ciro, serio.
:<<Allora, è vero ti piace la verginella.
La ragazza dei quartieri Alti.>> disse monocorde Viola.
:<<Fatt re sfaccim de cazz toia.>> urlò Ciro nervoso.
Poi aggiunse
:<<Mo vatten.>>

Viola, provocante, mentre gli accarezzava il petto, a passo spedito andò via, con quel sorrisetto compiaciuto, tipico di chi, prendeva tutti poco sul serio.

Ciro, si innervosì dando fuoco ad una sigaretta rolatta.

Poi si avvicinò Lino che gli disse che doveva preparare le sue cose, aveva un permesso di due giorni.

Analogamente, destino o corruzione anche Alice aveva un permesso.

:<<Che bello amò, mo vai nu poc da for, a respirà aria fresch.>> disse Silvia, sorridente.
:<<O forse c'è lo zampino della mia famiglia e vado solamente a conoscere il mio "futuro" marito.>> disse Alice, con gli occhi lucidi.
:<<Amò, ti posso dare mille consigli per come sfuggire ad un fidanzamento e matrimonio forzato.>> disse Nad, mentre le pettinava i capelli.

:<<Sù bamboline dai, Alice deve uscire.>> disse Nunzia, esortandole.
:<<Amò mi raccomando.
Tu hai carattere!>> disse Silvia, dandole un bacio sulla guancia.
:<<Tu, nu te mettere paura.>> disse Nad, accompagnandola fino al viale.

Nunzia, adorava quelle ragazzine, erano le più buone del braccio femminile e quindi a loro, aveva concesso di salutarsi fino al cancello.

Anche Ciro, con Lino era nel viale del cortile, pronto per uscire e scoprire le nuove operazioni del clan.

Ciro, fece un accennato, cenno di saluto ad Alice e lei ricambiò salutando con la mano.

Ad aspettarlo, fuori dai cancelli, c'era suo fratello Pietro.

:<<Allora, queste sono le chiavi del Sh, che sta ca.>> disse Pietro, serio.
:<<Pecché si accussì serio?>> chiese sospettoso Ciro.
:<<Pecché, c'è sta la storia dei Bianchi.
Io o te, ci fidanzeremo con la ragazzina.
Nun ha suspettat nient?>> chiese Pietro sospettoso.
:<<No.
Stasera vengono a casa?>> chiese Ciro concentrato.
:<<Sì.>>
Poi aggiunse
:<<Teng a fa.
C'è verimm a rop.>> disse Pietro.

Ciro annuì, montando sul motorino.

Dopo quindici minuti anche Alice, uscì dal carcere e ad aspettarla c'era suo fratello Giuseppe.
:<<Un bacino al tuo fratellone?>> chiese Giuseppe, stranamente affettuoso.
:<<A te?
Che non vedi l'ora di darmi in pasto ai leoni?
Sei un'infame.>> disse con disprezzo Alice.
:<<Intanto, qualcosa si sta muovendo.
Il tuo era un eccesso di legittima difesa.
Si nu fosse po pat, di uno dei tuoi pretendenti, con l'influenza della famiglia di Mirko, avresti fatto la muffa in carcere.>> disse Giuseppe, alterato.
:<<Addirittura sono due.
Ovviamente sono solo loro a scegliere.
Sarò la scelta di uno dei due.
Che bello!>> disse sarcastica Alice.

Poi squillò il cellulare di Giuseppe, era la sua segretaria, una mignottona da strapazzo, che gli stava ricordando la riunione con i soci dello studio.

:<<Me ne aggia ij.>> disse Giuseppe, offeso.
:<<Vado a piedi a casa.>> disse Alice, imbronciata.

Mentre si stava muovendo per le strade di Napoli, il ronzio di un motore, la stava seguendo.

𝑳𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐.// 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora