Capitolo. 31. Vatten.

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Debora, si era recata a casa di Rosa la madre di Edoardo, per pranzare insieme, come era solito fare, sin da quando erano ragazzine.
Purtroppo, Attilio, il padre di Edoardo, aveva avuto l'ergastolo ed era rimasto per sempre a Poggioreale.

Rosa, la madre del giovane Conte, aveva visto l'amica visibilmente scossa e le aveva offerto un bicchiere di acqua fresca.
Quest'ultima raccontò tutto l'accaduto, fino all'uscita furiosa del suo secondogenito, quella mattina.

:<<Ora, sicuramente ci sarà uno scandalo!
Il Rione, saprà di questo figlio illegittimo.>> disse Rosa, la madre di Edoardo.
:<<Che se ne fott do Rione.
È figlim ca se po lassà cu Alice.>> disse infastidita Debora.

Dopo che finirono di pranzare, la raggiunsero anche Carmela e Rosa, che avevano finito il corso di estetista.
Debora e sua figlia uscirono da casa Conte, per tornare a Villa Ricci.

Gli uomini invece erano fuori, per discutere di affari.
Ciro, si era unito a loro, non era nella sua indole stare a letto a commiserarsi.
Lui, era dinamico, in fermento e sempre in movimento.
La vita da malato e sedentaria, non era il suo forte!

Calata la sera, Ciro entrò come una furia in casa.
I presenti, erano ghiacciati sul posto.

:<<Le decision ca dint, de la vita mi.
Le prendo io!>> disse urlando Ciro e sbattendo i soldi sul tavolo.
Quei soldi che avevano dato a Viola, per scappare e andare via da Napoli.

Alice, che stava scendendo le scale, alla vista di Ciro furioso, scappò su per le scale con Tatiana al seguito, che era rimasta con lei tutto il giorno.

:<<Che potevamo fare?
Tu sei sposato!>> disse sua madre Debora.
:<<Sacc ij, c'aggia fa cu ch'ella.
E po, Alice l'agge affidat a te.
Che significa che incontra a Viola da sola?
Senza il mio permesso.
Quel bambino può essere sangue del mio sangue.>> urlò Ciro furioso.
:<<Che cazz staje ricenn?
Adesso ti interessa la zoccola?>> chiese Rosa, nervosa.

In un battibaleno, iniziarono a volare parolacce e sedie, in famiglia.

Poi Alice, scese le scale, facendosi coraggio.

Ciro, era confuso, cominciava a pensare che davvero quel bambino, era suo figlio!
Aveva il respiro irregolare ed era accigliato.
Alice, non osava guardarlo.

Dopo, si fece coraggio e si avvicinò a lui, tremante.
:<<Ciro, ti devo parlare.>> disse Alice, agitata e con le braccia conserte.
:<<Nu ne mument, nu me scassa o cazz.>> disse con tono antipatico Ciro, alzandosi pronto per uscire nuovamente.
:<<Dove vai?
La tua ferita, non è ancora guarita.
Non voglio stressarti.>> disse Alice, preoccupata.
Poi aggiunse
:<<Farò le valigie, vado via.
Così è più facile, riconoscere il bambino.
È più semplice così.>>

Ciro strabuzzò gli occhi.
:<<Tu non mi credi mai.
Solo perché ho sbagliato, una volta, mi tratti come uno straccio.
Sei un vuoto nello stomaco.
Vatten, nisciun te trattien ca.
Ij nu sacc sta nu minut senza e te.
Invece tu, sì.
Vatten.>> urlò Ciro e Alice, indietreggiò spaventata.

Dopo, uscì come una furia, sbattendo la porta.

Dopo, uscì come una furia, sbattendo la porta

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𝑳𝒂 𝒗𝒐𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐.// 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora