7. Viaggio

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Guardo mio fratello fare avanti indietro dalla sua camera al salotto per la centesima volta ed emetto un sospiro prima di sdraiarmi sul divano. Se continua così, arriveremo all'appuntamento con un'ora di ritardo.

Chiudo gli occhi per riposarmi un po' dopo la notte in bianco, ma il suono del citofono mi fa sussultare. Vado alla porta di ingresso e schiaccio il pulsante per aprire il cancello esterno, osservando la figura slanciata di Noa dalla finestra. La camicia arancione risalta la pelle ambrata per via del sole e sorrido quando compie una giravolta prima di salire sulla veranda: almeno lui è felice di questo viaggio.

Apro l'anta mentre lui sfoggia uno dei suoi sorrisi più fascinosi. «Luce dei miei occhi, pronta per l'estate più bella della tua vita?»

Rido, anche se è l'ultima cosa che vorrei fare. «Di sicuro so già che sarà memorabile, adesso è da vedere se in positivo o in negativo. Dove sono le tue valigie?»

Corruga la fronte e abbassa le spalle. «Le ho lasciate a casa, sono venuto fin qui a piedi solo per pressare tuo fratello. Comunque, potevi dir di no se non volevi andarci, avremmo organizzato qualcosa di diverso.»

«Ma se avevi già mandato a Mel un messaggio per sapere se era dei nostri?»

«Ero pronto per qualsiasi evenienza, lo sai che ti avrei spalleggiato comunque.»

Sospiro e mi sposto dall'uscio per farlo entrare: non è con lui che devo sfogare la mia frustrazione. Non è stato il pensiero che sarebbe venuto Noa a tenermi sveglia tutta la notte, pensando a una valida ragione per la sua presenza. Magari anche Enea, come me, non vuole rinunciare a stare con i suoi amici. Inoltre, sono convinta che Lux avrebbe fatto una scenata se avesse rifiutato il suo invito.

L'indice di Noa mi sfiora la punta del naso e sollevo gli occhi sul suo viso. «Stai tranquilla. Basta che tu lanci il segnale dall'arme e noi verremo a soccorrerti.»

«Non ho bisogno di nessun segnale di aiuto, Noa. Io starò lontana da Enea il più possibile. Abbiamo già chiarito le nostre posizioni, non c'è più nulla da dire.»

Schiude le labbra per rispondermi, ma il rumore dei passi di mio fratello che scende le scale lo fa desistere e, per una volta, ringrazio la gelosia morbosa di Mattia che mi ha salvato in calcio d'angolo: sono sicura che qualsiasi cosa avesse detto il mio amico, non mi sarebbe piaciuta. Lo leggo dai suoi occhi indagatori che scrutano ogni mia reazione.

«Lo so, lo so, sono in ritardo. Ma vi assicuro che adesso ho preso tutto.» Poggia due borsoni stracolmi vicino alla valigia che mi fanno strabuzzare gli occhi.

«Stiamo via soltanto qualche giorno, cosa hai portato?»

«Tutto l'essenziale che mi serve per sopravvivere.» Mi schiaccia l'occhiolino e io alzo le mani con una faccia disgustata. Non voglio sapere altro.

«Andiamo, l'appuntamento è tra quarantacinque minuti. Vostra madre ha preparato qualcosa per il viaggio?» domanda Noa mentre afferra la mia valigia.

Mattia emette un suono gutturale. «Come tra quarantacinque minuti? Mi avevi detto che l'appuntamento era alle sette e mezza!»

«Ormai ti conosco così bene che so anche quanto tempo ci impieghi per prepararti.»

Noa sogghigna e non ho il tempo di voltarmi verso mio fratello per placcarlo che lui sfreccia in direzione del mio amico. Mattia lo afferra per la vita e lo getta sul divano, iniziando un duello senza esclusioni di colpi. Finiscono a terra e Noa prevarica su mio fratello schiacciandolo al pavimento.

Alzo gli occhi al cielo. «Avete finito? Dovremmo andare. Melissa ci sta aspettando, stranamente in perfetto orario.»

Il mio amico ride, ancora addosso a Mattia che non riesce a ribaltare la posizione. «Arrenditi, Amato, sono io quello più bravo a stare sopra.»

La parte mancante di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora