Sbadiglio davanti al computer portatile mentre giro il cucchiaino dentro la tazza della tisana. Appena le dita sulla ceramica non scottano più, sorseggio la bevanda e clicco l'icona delle e-mail in arrivo senza trovare nulla di interessante. Pochi giorni prima di tornare in Italia ho mandato a circa una decina di studi di ingegneria di Catania il mio curriculum sperando di ottenere un colloquio, ma al momento nessuno mi ha contattata.
Apro l'applicazione di LinkedIn e visualizzo la home page prima di notare la spunta rossa nei messaggi personali. Entro all'interno, convinta di trovare l'ennesimo annuncio promozionale, ma sbarro gli occhi per lo stupore. «Che mi venga un colpo.»
Seleziono la chat di una delle HR a cui ho condiviso il mio profilo e leggo la sua risposta, inviata il giorno prima. Dopo una serie di apprezzamenti, mi segnala la possibilità di fare un colloquio giorno sei luglio alle due del pomeriggio.
Controllo il calendario in basso e quasi salto dalla sedia appena mi rendo conto che è oggi. «Maledizione.» Digito una risposta affermativa ed esco dalla stanza, correndo lungo il corridoio per andare in bagno a fare una doccia.
Spalanco la porta e mi scontro con Mattia che mi lancia un'occhiata divertita. «Problemi intestinali?»
«Oh, stai zitto. Devo preparami per un colloquio entro mezz'ora se non voglio arrivare in ritardo.»
«Davvero? E dove?»
«In uno degli studi più importanti. È l'occasione giusta» affermo euforica. Mi avvicino per chiudere l'anta, ma lui si appoggia allo stipite per bloccarmi.
«Non è per caso lo studio concorrente a quello di nostro padre...» I suoi occhi castani mi scrutano con sospetto, mettendomi sottopressione.
Sto per negare, ma alla fine sospiro e alzo le braccia verso l'alto in segno di resa. «Sì, va bene, è quello.»
«Merda, Carla, sei proprio sicura? Lo sai che se lo scopre andrà su tutte le furie, vero?»
Mi mordo il labbro. «Lo so, ma non posso farmi influenzare da lui per tutta la vita. E poi è solo un colloquio, non è detto che mi assumano.»
Inarca un sopracciglio e scuote la testa. «Questa storia andrà a finire molto male, lo so.»
«Ma ci sarai tu a proteggermi, no?»
Solleva l'angolo della bocca e si scosta dalla porta. «Sempre, adesso sbrigati o farai tardi.»
Sorrido mentre chiudo l'anta ed eseguo una doccia rapida prima di asciugarmi i capelli e applicare un trucco leggero. Appena ritorno in camera, apro l'armadio e cerco il pantalone beige e la camicia bianca che avevo già selezionato nel caso si presentasse una situazione del genere.
Quando mia madre compare sulla soglia, sto sistemando la cinghia del mio sandalo con il tacco. «Quindi, hai un colloquio?» domanda entusiasta.
«Le voci girano veloci in questa casa.»
«Certo che sì, io sono la mamma.»
Vado verso lo specchio e sistemo il colletto. «Come sto?» Mi volto verso di lei per farmi squadrare.
«Stai benissimo, quel colore ti dona molto. Sistema solo il ciondolo della collana che si è spostato.»
Il respiro mi si mozza, ma lei non ci fa caso.
«Ti aspetto di sotto, ho preparato un dolce che puoi mangiare durante il viaggio di ritorno. Di sicuro avrai bisogno di zuccheri» dichiara per poi scomparire giù per le scale.
Rimango immobile senza muovere un solo muscolo, mentre la collana sembra ustionarmi la pelle. Alzo la mano tremante e posiziono la ballerina al centro della scollatura appena accennata. Mi volto verso lo specchio per mettere a fuoco la mia figura intera e scruto la catenina che circonda il mio collo con il cuore in tumulto.
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La parte mancante di me
Literatura Feminina⚠️Attenzione! Questo è il sequel di: "Divisa a metà" che puoi trovare sul mio profilo! Carla è partita per Copenaghen da alcuni mesi, cercando di capire, effettivamente, se la carriera di ingegnere-architetto sia la strada giusta da percorrere. La s...