Enea
Due settimane dopo
Il frastuono degli applausi che ci accompagna dietro le quinte amplifica la mia adrenalina. Effimera, ma pur sempre eccitante per questi brevi minuti.
È solo un'illusione passeggera. Lo so che appena uscirò da questo locale tutta la merda mi ripiomberà di nuovo addosso.
«Sei stato grande stasera!» Raffaele mi scuote le spalle, euforico, con un sorriso che, da quando siamo partiti, è sempre impresso sulle sue labbra.
Sono invidioso. Non dovrei, ma lo sono, perché anche io vorrei avere il suo stato d'animo. Anche io dovrei provare l'ebrezza di toccare il cielo con un dito. Sono stato io a organizzare questo tour, contattando produttori e organizzatori ogni santo giorno per renderlo reale.
Cazzo, siamo a Madrid. Ogni nostro spettacolo è andato sold out e io, invece che godermi finalmente il risultato dei nostri sacrifici, mi sento diviso a metà. Se potessi rimarrei sul palco fino allo svenimento pur di non sentire la sensazione di vuoto che percepisco quando scendo.
Appoggio la chitarra al muro e mi siedo sul divano, chiudendo gli occhi per aggrapparmi agli ultimi istanti di pace. Il chiasso dei miei compagni riesce a prolungare questa sensazione di beatitudine, ma, appena la porta del camerino si apre, ripiombo nella fottuta realtà.
«Grandiosi!» Alex, il ragazzo che ci sta accompagnando nel tour, entra con un'espressione soddisfatta. È grazie alla sua conoscenza dello spagnolo che abbiamo affrontato le interviste senza fare scena muta.
Quando i suoi occhi scuri puntano su di me, però, irrigidisco la mascella perché so già che cosa mi sta chiedendo.
«Falle entrare.»
Annuisce e schiude la porta, attraversata da una decina di ragazze starnazzanti. Iniziano a chiedere autografi agli altri componenti della band, ma sono sempre io l'oggetto principale del loro interesse. Raffa sostiene che se fossi meno cupo e più accomodante attirerei meno l'attenzione.
Forse ha ragione, ma non ci riesco. Non riesco ad esserlo con le persone che mi stanno attorno da una vita, figuriamoci con le persone estranee che sono attratte da me senza neanche conoscermi.
Osservo la rossa camminare verso di me con uno sguardo ammaliatrice e quasi mi viene da ridere. Se sapesse davvero chi sono, scoprirebbe che qui l'unico predatore sono io. Le tipe come lei sono come l'orticaria; irritanti appena le sfiori.
Nonostante il primo istinto è quello di scostarmi, mi costringo a rimanere immobile mentre mi poggia un braccio sulle spalle e scatta un selfie. Trascorro così ben altri venti minuti della mia vita, con qualcuna che, accidentalmente, mi sfiora il petto con le unghie fresche di manicure. Se lo avessi fatto io avrebbero gridato alla molestia. O forse no. Magari ne sarebbero state contente.
Mi volto verso l'ultima ragazza in coda e trattengo il fiato. Stringo i pugni e irrigidisco le spalle mentre la ragazza minuta si avvicina con il volto inclinato. All'inizio non capisco perché mi faccia questo effetto, ma lo comprendo appena i suoi occhi azzurri incrociano i miei.
Mi ricorda incredibilmente lei.
Lei che mi manca come l'aria.
Com'è possibile vivere senza l'altra metà del tuo cuore per parte dell'esistenza?
Neanche te ne accorgi in realtà.
Riesci a comprendere la differenza sono quando la incontri.È da quel momento in poi che tutto va a puttane. Ormai l'hai trovata. Non ne puoi fare più a meno. Puoi riprendere la tua esistenza senza di essa, eppure tutto quello che prima era un fuoco d'artificio, adesso è una misera fiammella.
La ragazza si avvicina e, anche se la sfumatura delle iridi non è della tonalità giusta, il mio subconscio la trasforma. Come anche il colore dorato dei suoi capelli baciati dal sole. Mi accosto al suo viso e la sento trattenere il respiro. Sto per perdere il controllo, ma il profumo fruttato della sconosciuta mi fa sbarrare gli occhi e compiere un passo indietro.
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La parte mancante di me
Literatura Kobieca⚠️Attenzione! Questo è il sequel di: "Divisa a metà" che puoi trovare sul mio profilo! Carla è partita per Copenaghen da alcuni mesi, cercando di capire, effettivamente, se la carriera di ingegnere-architetto sia la strada giusta da percorrere. La s...