11. Lasciarsi andare

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Il fruscio del mare che si insinua tra gli scogli mi fa rilassare e la stanchezza dovuta alle poche ore di sonno mi offusca i pensieri. Ieri sera mi sono raggomitolata nel lenzuolo e ho guardato la parete della stanza non so per quanto tempo senza che il mio cervello mi desse pace.

Quando sono tornate Melissa e Lux, ho chiuso le palpebre e ho finto di dormire perché l'ultima cosa che volevo era sentire le loro domande insistenti che, nelle condizioni emotive in cui ero, mi avrebbero distrutto.

Appena sono andate a letto, ho riaperto gli occhi perché nel buio della mia mente riuscivo a vedere solo il volto della persona a cui non volevo pensare. Perché nonostante sia stata una mia scelta andare via dalla sua camera, una parte di me desiderava ritornare sui suoi passi e accontentarsi di tutto ciò che lui era disposto a darmi.

Qualunque cosa sarebbe stato meglio di niente, ma stamattina, quando ho mi sono svegliata e mi sono accorta che non avevo ceduto, ho tirato un sospiro di sollievo.

Enea non era in sé e io, purtroppo, non sono mai pienamente padrona di me stessa quando si tratta di lui.

«Allora, Carla, sei molto silenziosa oggi» afferma Lux con la sua voce carica di energia sebbene abbia dormito a stento quattro ore.

Come sospettavo è riuscita a resistere solo per un'intera mattinata prima di mettermi alle strette. «Sono sempre poco loquace.»

Rimane per qualche minuto in silenzio, ma mi preparo al secondo attacco. «Ieri sera sei sparita dalla festa, come mai?»

«Siete voi che vi siete eclissati!» Apro gli occhi e mi sollevo sui gomiti per voltarmi verso di lei, stesa su un telo mare dal colore rosa pastello molto discutibile.

Alza gli occhiali da sole e li appoggia sulla testa per incrociare il mio sguardo. «Marco è proprio un bravo ragazzo, non trovi?»

«Sì...» balbetto a causa delle sue iridi inquisitorie, però noto anche una scintilla divertita che mi mette subito in allerta. «Che cosa hai combinato?»

«Io? Proprio nulla» dice con un'espressione birichina che non mi sfugge.

«Avanti, Lux, spara il rospo.»

Lei lancia un'occhiata a Mel, distesa accanto a lei, che solleva le spalle senza commentare. Anche la mia amica è taciturna oggi, e l'unico essere umano che può renderla così di cattivo umore ha il mio stesso sangue.

«Allora?» chiedo per ottenere una spiegazione.

Lux sospira e si mette seduta. «E va bene, ieri sera ho chiesto a Marco di provarci con te.»

Incasso il colpo, ma non ne sono neanche stupita. «Sì, lo avevo intuito.»

«Però forse non hai capito che lo scopo era fare ingelosire qualcun altro...»

Spalanco gli occhi appena collego tutti i pezzi del puzzle. «Lux! Come hai potuto?»

«Se non smuovo io la situazione va a finire che non succederà mai niente fino alla fine dei miei giorni, e io non riesco a vedervi infelici quando basterebbe davvero poco per cambiare la situazione. Ho tentato, davvero, di rimanere in disparte, ma è più forte di me.»

«Pensi che io non gli abbia dato ancora una possibilità da quando siamo qui?» Mi metto seduta per avere il suo viso proprio di fronte al mio. «Ho seppellito la mia dignità al centro della terra.»

Schiude le labbra per ribattere, però alla fine decide di rimanere in silenzio. Forse a causa dei miei occhi lucidi che non riesco a trattenere.

Alza le mani in alto e scuote la testa. «Siete due idioti, ma va bene. Ci rinuncio. Rovinatevi la vita senza motivo, come se non fosse già complicata così.»

La parte mancante di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora