Attraversai il breve corridoio e mi trovai di fronte ad una rampa di scale. Sulla parete erano appese delle foto. Erano in bianco e nero e parevano vecchie. Probabilmente erano semplicemente foto di famiglia. Scesi le scale e arrivai in quello che pensai fosse il soggiorno.
Henry stava preparando due soprabiti scuri e degli stivaletti.
"I tuoi vestiti sono stretti." Interruppi il silenzio.
"Non sono miei, erano di mio padre."
"Wow, che taglia porta?"
"Oh ora non porta nessuna taglia, è morto."
Mi bloccai e rimasi a bocca aperta guardando a terra. Ero così imbarazzato che avevo paura si sentisse la mia vergogna nell'atmosfera.
"Mi dispiace io non volev-"
"È tutto ok, non ci ero particolarmente legato."
Si voltò e mi si avvicinò.
"Pronto ad andare?"
"Dove?"
"Lo vedrai." Sorrise e prese un soprabito.
"Come fai a sapere il mio nome?"
"Prego?"
"Io non te l'ho detto. Come lo sai?"
Sospirò e mi guardò dritto negli occhi.
"Avrei dovuto dirtelo prima, ma..."
Iniziai a preoccuparmi lievemente, percependo il pericolo di una rivelazione sconcertante.
"Sono un mago, Doryan."
"Cosa?"
"Posso leggere nel pensiero."
"Davvero?"
Lo vidi farsi sempre più serio, quasi triste.
"Si, sono cresciuto con le streghe, insieme a mia madre. Mio padre era già morto da tempo. Quando compì 20 anni mi trasferii qui."
"I-io non..."
"Poi andai all'ospedale e chiesi alle infermiere il tuo nome dicendo che ero un lontano parente. Benvenuto nella mia vita!"
"Figlio di puttana."
Gli diedi un pugno sulla spalla mentre lui rideva di gusto. Ma come ho fatto a credere ad una storia del genere?
"Devi smettere di credere a tutto Doryan."
"Io non ho creduto ad un bel niente. Sono così stordito che potrei benissimo ammettere di aver visto una fotografia muoversi."
"Oh no quello è successo davvero."
Mi stava prendendo in giro.
"Sei un sadico maniaco psicopatico."
Presi quel dannato soprabito, e gli tirai un'occhiataccia vedendo come ridacchiava.
"È necessario vestirsi come Abraham Lincoln?"
"Si."
Indossò il suo e mi lanciò le scarpe addosso.
Finimmo di prepararci e Henry aprì la porta.
"Promettimi che non mi ucciderai."
"Aw Dory..."
"Promettilo."
"Ma tu sei già morto."
"La vuoi smettere?"
"Andiamo. Ho già detto che siamo in ritardo?"
"Svariate volte."
"Bene, allora seguimi."Poco dopo essere usciti di casa vidi che era sera. Camminammo per le strade più sperdute della città, attraversando vicoli scuri e inquietanti. Il sole sembrava essere appena tramontato e il buio si faceva sempre più intenso. Henry aveva il passo svelto e si muoveva agilmente, come se avesse fatto quella strada ogni giorno negli ultimi vent'anni.
"Quanto manca?" Chiesi facendo una piccola corsetta per mettermi accanto a lui.
"Che importa?" Cavolo, era proprio bravo a troncare le conversazioni.
"Dove stiamo andando?"
"Stessa risposta di prima."
Sospirai e alzai gli occhi al cielo. Decisi di starmene in silenzio e godermi un pò il fresco di ottobre. La città si stava dipingendo dei colori autunnali. Le giornate si accorciavano e il freddo si intensificava. Amai tanto quell'atmosfera. Per qualche ragione, il freddo mi faceva sentire al sicuro...a casa. Per un istante mi scordai di star seguendo un pazzo borghesotto per delle strade vuote e scure, ma poi lui si bloccò all'improvviso e io, che ero rimasto leggermente indietro, sbattei contro la sua schiena.
"Siamo arrivati."
Lo guardai, convito si trattasse di un suo medesimo scherzo. Davanti ai nostri occhi c'era un banalissimo muro. Era completamente vuoto. Ci trovavamo in un vicolo cieco.
"C'è una porta invisibile o usiamo il teletrasporto per oltrepassare questo coso?"
"C'è una porta effettivamente."
Si avvicinò al muro e diede dei calci ad alcuni sacchetti e bidoni della spazzatura, lasciando intravedere un'apertura. Era piccola, davvero piccola.
"Ecco qua."
"Henry quello è un buco."
"Una porta."
"Direi più un buco."
"Entra."
Scoppiai a ridere rumorosamente, arrivando quasi a lacrimare. Henry però non stava ridendo. Mi guardava impassibile, a braccia conserte.
Solo per un secondo intravidi lo sguardo gelido di mio padre e lo fissai quasi in soggezione.
Alla fine sorrise, mi prese una spalla e mi buttò accanto al buco.
"Coraggio, entra."
"Non ci penso neanche."
"Per l'amor di dio entra in quella porta!"
"È un fottuto buco!"
"ENTRA."
"NO."
Si trattenne e buttò fuori tutta la rabbia che aveva dentro attraverso un sospiro profondo.
"Se entro mi troverò in una stanza bianca e vuota e tu ti presenterai dentro con una motosega per tagliarmi la testa. Io resto qui."
"Quante volte hai visto American Psycho?"
"Abbastanza da sapere che non devo fidarmi degli sconosciuti, soprattutto quelli che sembrano gentiluomini."
"Doryan, se avessi voluto ucciderti non ti avrei fatto uscire da casa mia e soprattutto non ti avrei dato il mio soprabito migliore."
"Non è una ragione attendibile."
"Se entro prima io...mi segui?"
"Può darsi."
Vidi un ghigno formarsi sulla sua faccia. Afferrò la mia mano e si piegò a terra. Entrò nell'apertura e mi trascinò con se.
"Vai piano non vedo niente!"
"Taci."
Stavamo strisciando in un tunnel, con le mani intrecciate. Avvertii un alito di vento gelido e sussultai, avvicinandomi il più possibile ad Henry.
"Paura?"
"Voglio uscire."
"Lo prendo come un sì."
"Henry per favore..."
"Ci sono io qui."
"Lo so ma..."
"Dai Dor-"
"Ho paura del buio."
Si fermò di scatto, rendendo ancora più assordante quel silenzio. Credetti di star soffocando. Forse si era girato a guardami, forse no.
"Davvero?"
"Sì."
"Perché non me l'hai detto prima?"
"Perchè non pensavo saremmo entrati in un buco completamente buio ed è imbarazzante."
Rimase in silenzio per qualche secondo, poi strinse meglio la mia mano e proseguì più velocemente.
Iniziò poi a parlare. Parlò di tutto quello che gli passava per la mente. Mi stava distraendo. Mi chiese dei miei passatempi, della mia musica preferita, di arte e di libri.
In quel momento non sembrava affatto una cattiva persona e non mi sentii a disagio a stringergli la mano. Anzi, mi sentii protetto.
"Okay, sai nuotare?"
"Come prego?"
"Sai nuotare?"
"S-si, perché?"
"Trattieni il respiro."
Mi tirò velocemente e mi spinse giù. Non sapevo da dove stavo cadendo, mi lasciò la mano mentre precipitava insieme a me. Urlai, pregandolo di fermarmi e di farmi andar via, ma prima che potessi iniziare ad insultarlo arrivammo in acqua.
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Doryan in Wonderland
Fantasie se fosse necessario morire per entrare a wonderland? e se ci si innamorasse a wonderland? e se i protagonisti fossero due ragazzi...omosessuali? dopo alice, è il momento di doryan. le regole però sono diverse al giorno d'oggi. il giovane sta moren...