𝘚𝘦𝘯𝘴𝘪 𝘥𝘪 𝘊𝘰𝘭𝘱𝘢

Capitolo 10

Dopo essersi riempite di pizza, caramelle e Coca Cola decisero di spostarsi in un posto più comode, il divano.
Tuttavia, Robin ha dovuto affrontare un leggero dilemma, senza la pizza non aveva più qualcosa che la tenesse occupata e che la distraesse da Nancy, quindi era naturale che i suoi occhi continuassero a spostarsi sull'argomento più allettante della stanza. La luminosità dello schermo televisivo fungeva da unica luce nella stanza buia, illuminando il viso di Nancy...era come se stesse fissando il sole, accettando felicemente il rischio di accecarsi.
"Robin? Cosa c'è che non va?"
Lottando per sfuggire alla trance, Robin borbottò una risposta quasi incoerente. "C-cosa?"

Le sopracciglia di Nancy si corrugarono, un'espressione pensierosa si impossessò del suo viso. "Negli ultimi minuti non hai guardato lo schermo. Va tutto bene? Sembri un po' arrossata".

Robin avrebbe quasi desiderato che apparisse un demopipistrello solo per non morire di imbarazzo proprio di fronte all'altra ragazza. "Io-io ho solo un leggero mal di testa. Nessun problema."
"Vuoi un Moment?".
"Sto bene. Non è molto doloroso, solo un po' fastidioso".

Nancy si spostò in posizione eretta, si fece scivolare un cuscino in grembo e le accarezzò il grembo. "Appoggia la testa qui." Robin esitò, ma con lo sguardo minaccioso di Nancy, lei obbedì rapidamente. "Mia madre mi faceva questo ogni volta che avevo mal di testa. Spero che ti possa aiutare". Le sue dita si appogiarono sulla fronte di Robin persuadendo delicatamente il suo disagio a svanire e i muscoli rigidi a rilassarsi. I polpastrelli delle sue dita le massaggiarono la fronte con un movimento circolare che lavò via il senso di colpa della piccola bugia.

I suoi occhi cominciarono a bruciare di lacrime che si rifiutava di lasciar cadere; era abituata alla sensazione. Era così frustrante desiderare sempre, non avere nemmeno la possibilità di vedere se i suoi sentimenti sono ricambiati perché non è mai stata vista come un'opzione. Quindi, solo per questa volta, si è permessa di essere egoista, di fingere di avere una possibilità con la ragazza che le stava di fianco.
Prima che se ne rendesse conto, i titoli di coda avevano iniziato a scorrere e le dita si erano fermate per la prima volta da quando avevano iniziato. Robin lo prese come un segno per alzarsi. "Grazie, Nancy. È stato davvero di grande aiuto". Sperava davvero, davvero che l'oscurità fosse sufficiente a nascondere il suo rossore.

"Di nulla...in qualsiasi momento ci sono." Il sorriso sincero che cementò la sincerità delle sue parole servì solo a spingere Robin ulteriormente nella sua infatuazione. L'ha visto diretto a Steve, a Jonathan, ma averlo diretto a lei è stato straziante.

"Attenta Wheeler, potrei prenderlo alla lettera. Hai mani magiche." Imbarazzata dal modo in cui il suo complimento risuonava dalla sua bocca, Robin si scervellava in cerca di qualcosa che riempisse l'imbarazzo che aveva creato. "Mmh, allora, come ti è piaciuto il film?" Rabbrividì al leggero crepitio della sua voce che servì solo ad intensificare il bruciore del suo viso.

Le sopracciglia di Nancy si unirono per la concentrazione e Robin era impotente alla sua vista dopo il movimento della lingua di Nancy che spuntava dalle sue labbra. "Lo amo! Gli attori, le riprese, la regia, tutto era così perfetto nel ritrarre la narrazione da evocare quasi ogni emozione immaginabile. Anche se..." Nancy si affievolì, gli occhi azzurri guizzarono sul collo di Robin, la sua voce perse l'eccitazione iniziale di prima. Robin istintivamente si allungò verso il suo collo per controllare qualcosa fuori dalla norma, ma non sentì nulla.

"Nance?"
"Scusa, è solo...Immagino che vedere i tuoi lividi mi abbia ricordato il nostro incontro con piante del Sottosopra di Vecna."

Robin non poté fare a meno di rabbrividire sia al tocco improvviso, le stesse dita che prima le massaggiava la fronte ora tracciavano i lividi sbiaditi, sia il ricordo di essere stata soffocata.