Jennifer Pov:
Ero agitata, e questa cosa mi irritava perché non è da me essere in ansia per qualcosa, eppure lo sono.
Non sono pronta per vederlo, non sono pronta a vedere la bestia che ha preso il posto del ragazzino ingenuo e pieno di sogni di cui il mio cuore si era innamorato, non sono pronta per essere imprigionata dalla bestia delle favole...
E forse non lo sarei mai stata...
Il rumore del campanello mi riportò alla realtà, corsi velocemente in bagno prima che Bonnie e Luke lo occupavano, come loro solito;
Mi feci una doccia veloce e ritornai in camera per mettermi il vestito rosso, che mi aveva comprato mamma stamattina, per finire,lascia i capelli sciolti e feci un trucco molto semplice.
Mi guardai un ultima volta allo specchio e mi decisi a uscire dalla camera e scendere le scale che mi avrebbero condotta dal mio peggior nemico, man man che scendevo, però, l'ansia riprese il controllo su di me e il cuore prese a martellarmi nel petto a più non posso, quando raggiunsi gli ultimi gradini, il mio corpo si fermò, lui era lì, ed era più bello che mai, non riuscivo a credere che fosse davvero la bestia di cui tutti hanno paura, di cui io ho paura...
<<Che cosa ci fai qui?>> chiesi più rivolta a me stessa che a lui
<<Non è ovvio? Ti sto aspettando bambolina>>
Dio, quanto odiavo quel soprannome
<<Te l'ho già detto che non devi chiamarmi così>>
<<A me non mi piace quando mi ordinano cosa fare, bambolina>>
Dio, quanto lo odiavo!
<<Sei insopportabile>>
<<E tu sei bellissima>>
Per un attimo mi sembrò che il cuore avesse fatto una capriola
Volevo risponderlo e dirgli di smettere di giocare con me, ma le parole mi morirono in gola quando lo vidi avvicinarsi sempre di più a me, finché non mi arrivò davanti
<<Mi sto contenendo dal non farti tutto ciò che voglio,ma questo vestito ,che mette in risalto tutte le tue forme, me lo rende difficile>>
Per un attimo rimasi senza parole, e improvvisamente sentii un calore propagarsi in basso, ma cercai di riprendere il controllo di me stessa
<<Io ti odio con tutta me stessa>>
<<È un peccato. Perché ciò che io provo per te e tutto tranne che odio>>
Lo sorpassai e mi avvia in soggiorno dagli altri, non volevo più stare lì ad ascoltare quelle stronzateLa cena passò molto velocemente anche se non riuscì a mangiare perché mi sentivo come se qualcuno mi stesse osservando, non riuscivo a muovermi perché sentivo il suo sguardo su di me, che analizzava ogni centimetro del mio corpo come fa il cacciatore con la sua preda.
Fortunatamente per me era arrivato il momento di togliermi questo stupido vestito da dosso e di liberarmi di lui il prima possibile, almeno per stasera l'avevo visto anche abbastanza.
Dopo aver salutato i Boyle stavo per salire le scale e dirigermi in camera mia ,quando la voce di mio padre mi bloccò
<<Perché non passate un po' di tempo insieme, tu e Danny?>>
Una parte di me sperava fosse uno scherzo, ma per mia sfortuna mio padre non scherzava mai, tutto ciò che lui diceva era sempre un ordine e mai una richiesta
<<Che fantastica idea, è da 10 che non vi vedete, sicuramente avrete tanto da dirvi>>
Disse improvvisamente il padre di Danny
Tanto da dirci un cavolo, io non volevo aver a che fare con quel esaltato neanche per cinque minuti.
Ma non potevo oppormi, così finsi un sorriso e dissi <<Mi farebbe molto piacere>>
Io e Danny uscimmo dalla porta laterale che dava sul giardino, fingendo che tutto andasse bene;
Aspettai che fossimo fuori per dirgli quello che pensavo<< Perché non hai detto niente? Potevi opporti>>
Lui non rispose, continuò a camminare come niente fosse e quando arrivammo vicino alla casetta in legno che costruimmo da piccoli, sentì le sue braccia prendermi per la vita e attirarmi a sé.
Quel contatto fisico mi faceva male, mi ricordava quella sera, quella terribile sera del 23 aprile 2019,
La sera in cui il mondo mi crollo addosso, in cui aprì gli occhi e vidi la realtà per com'era realmente, vuota e senza speranza, la sera in cui persi una parte di me...
<<Ti prego lasciami stare>>
Ma Danny mi guardò e rise pensando stessi scherzando, e mentre lui rideva io iniziavo a sentirmi male, il cuore comincio a battere all'impazzata, e nonostante fossimo fuori all'aperto, non riuscivo a respirare, mi si bloccò il respiro in bocca e inizia ad annaspare per riprendere un po' d'aria, ma era tutto inutile.
Per un attimo mi sembrò di essere tornata a quella sera, rinchiusa in quelle quattro mura che per me erano sempre stata una seconda casa, con qualcuno di cui pensavo di potermi fidare, ma che mi ha lacerato l'anima senza farsi troppi problemi;
La voce in lontananza di Danny mi riportò alla realtà allontanandomi da quella sera e da cui terribili ricordi che mi porto ancora dentro
<<Che cos'hai?>>
chiese preoccupato o almeno a me così sembrò
<<Non riesco a...a respirar->>
Per quanto ci provavo non riuscivo a finire la frase, mi sentivo morire
<<Guardami, guardami bambolina e conta con me>>
A un tratto mi liberò da quel contatto e iniziò a contare molto lentamente, e improvvisamente mi sentii già meglio, quando ebbi riacquistato pieno controllo di me stessa lo ringraziai e mi allontanai per tornare in casa, era giunto il momento di concludere quella orribile serata
<<Cosa è appena successo?>>
Mi bloccai all'istante
<<Un semplice attacco di panico>>
<<Non era un semplice attacco di panico>>
Aveva ragione, non era un semplice attacco di panico, era una ferita impossibile da poter curare, non importa quanto tempo passasse, era sempre lì, era lì a ricordami ogni volta la triste realtà
<<Un giorno,quando riuscirò a fidarmi di te ti dirò tutta la verità. Fino a quel momento non farmi più domande>>
Gli dissi con le lacrime che chiedevano di uscire, e senza pensarci due volte me ne andai, lasciandolo lì con i suoi pensieri.
STAI LEGGENDO
The marriage contract
ChickLitJennifer non è come le altre ragazze, a lei non interessa vestirsi alla moda o frequentare ragazzi ricchi, o avere macchine di lusso. A lei interessano le moto e le pistole come suo padre, l'unico e il solo Carlo Wolf, nonché il boss di quasi buona...