Wedding day

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Jennifer Pov

Stamattina la casa sembra un manicomio, è come se fossero tutti impazziti, da quando mi sono svegliata tutto è andato a farsi fottere.
Prima l'estetista, poi la parrucchiera e adesso mamma che sta sbraitando da tre ore al telefono con quelli del locale perché c'è stato un problema con i posti a tavola, per non parlare di mio padre che è seduto nel suo studio da stamattina a sbrigare le ultime trattative prima di questo fatidico matrimonio...
Non pensavo che questo giorno sarebbe arrivato, speravo che fosse il più lontano possibile e invece era proprio dietro l'angolo, ed io non sono pronta, non ancora almeno.
Per me la parola "matrimonio" è sempre stata sacra, sono cresciuta con l'idea che viene fatto da due persone che si amano con tutto se stessi a tal punto da voler unirsi in un vincolo che può essere spezzato solo dalla morte, e non da due persone che non sanno niente l'uno dell'altro e che condividono solo un profondo odio che va oltre ogni cosa.
Più ci ripenso, e più sono tentata di andarmene il più lontano possibile da qui, dove nessuno mi conosce e iniziare una nuova vita, una vita tutta mia,
ma per quanto una parte di me lo desideri, l'altra parte non lo farebbe mai, non tradirei mai la mia famiglia anche se ciò significa negarmi l'opportunità di essere felice.
L'ingresso di mamma nella stanza interrompere i miei pensieri e mi riporta all'orribile realtà che mi attenderà da lì a poche ore.
La vedo entrare con il mio vestito da sposa e devo dire che per quanto questo matrimonio sia una farsa, il vestito è un'incanto;
a stile principessa proprio come l'ho sempre sognato, con il corpetto a cuore e dei ricami glitterati che lo ricoprono, appena lo indosso mi sento proprio una principessa, e per un attimo mi sembra di ritrovarmi in una di quelle favole che mamma mi leggeva sempre quando ero piccola,solo che questa volta la principessa non sposa il principe azzurro ma la bestia delle favole.

La chiesa è bellissima, per non parlare di come è stata allestita all'interno.
Percorro la navata con papà, e man mano che camminiamo vedo Danny in lontananza, con il suo completo nero e la camicia bianca da sotto che mette in risalto i suoi pettorali.
Non so perché mi sto immaginando come sarebbe bello poter toccare quei pettorali e sentire l'odore della sua pelle, non so perché ogni volta che sono con lui mi sento vulnerabile e questo non mi piace, mi sono sentita vulnerabile solo con Mike e so a cosa mi ha portato, non voglio commettere di nuovo lo stesso errore, ho promesso a me stessa che non mi sarei mai più sentita in quel modo, quindi mi tolgo quell'immagine dalla mente e continuo questa messa in scena che sembra fin troppo reale.
La cerimonia sembra non finire mai
finché il prete arriva alle promesse
<<Jennifer Wolf vuoi tu prendere Danny Boyle e promettere di amarlo in salute in malattia finché morte non vi separi?>>
Ero titubante sulla risposta e da una parte volevo tirarmi indietro ma mi ricordai che lo stavo facendo per la mia famiglia e nessun altro
<<Si lo voglio>>
<<Danny Boyle vuoi tu prendere Jennifer Wolf e promettere di amarla in salute e in malattia finché morte non vi separi?>>
<<Si lo voglio>> disse con un sorriso malizioso sul volto
<< Vi dichiaro marito e moglie, puoi baciare la sposa>>
quella frase mi paralizzato sul posto, e desiderai scappare il più lontano possibile da lì, ma prima che me ne potessi accorgere sentì il braccio di Danny intorno alla mia vita avvicinarmi sempre di più finché la sua bocca si posò sulla mia.
La sua bocca era così morbida e il bacio così dolce che desiderai durasse in eterno, quando si staccò mi sentì vuota e mi maledì di nuovo per i pensieri poco casti che avevo rifatto su di lui.

Dopo aver ballato per un po' in mezzo alla pista del locale, ci accomodiamo tutti per il cibo, che devo ammettere era proprio squisito, per non parlare del vino,che era così buono che ho perso il conto di quanti calici ho bevuto.
A fine serata io e Danny dovevamo fare il nostro ultimo ballo ma io non mi reggevo più in piedi dopo tutti qui bicchieri, così senza chiedere il mio permesso mi prese in braccio a modo di principessa e mi portò nella camera d'hotel del locale, pagata dai nostri genitori, come quasi tutto il resto di questa insulsa messinscena.
Arrivati in camera mi buttò sul letto come un sacco di patate
<<Che delicatezza>> dissi ridendo come una scema a causa del vino
Ma lui fece finta di non ascoltarmi mentre si toglieva la giacca del completo, mostrandomi finalmente la camicia bianca che evidenziava i suoi pettorali.
Non so con quale forza, ma riuscì ad alzarmi dal letto e avvicinarmi lentamente a lui, trovandomelo di fronte;
sapevo che quello che stavo per dire non era da me ma più tempo lui restava lì, più io perdevo il controllo delle mie azioni
<<Posso toccarli?>> gli dissi quasi senza voce
<<Torna a letto Jennifer, sei ubriaca>>
Ma io non lo ascoltai e iniziai a sbottonare la camicia fino a toglierla del tutto, rimase a petto nudo e io ebbi la possibilità di poggiargli una mano sui pettorali per un breve momento prima che lui la afferrò e la spinse via
<<Non toccarmi>> disse con uno sguardo furioso negli occhi
<<Perché no?>>
<<Perché se mi tocchi perdo il controllo delle mie azioni >>
Io volevo che perdesse il controllo, volevo toccarlo ed essere toccata da lui, così mi tolsi il vestito rimanendo in intimo e mi avvicinai sempre di più fino a prendere le sue mani e posizionarle sui miei fianchi
<<Toccami ti prego>>
gli dissi quasi come una preghiera, una preghiera che lui ascoltò subito visto che
mi prese in braccio e mi portò sul letto dove si distese vicino a me, mentre con una mano iniziò a tracciare ogni centimetro della mia pelle, e più lui mi toccava, più il mio respiro si faceva pesante e un calore improvviso mi investì dal basso verso l'alto.
La sua mano si fermò sopra le mie mutandine di pizzo bianco, e per un attimo pensai che si fosse fermato, ma poi la sua mano scivolò al loro interno iniziando a torturare il mio punto debole.
E più lui continuava, più io diventavo calda e molto bagnata e più volevo di più, lo volevo dentro di me, volevo sentire la sua pelle contro la mia, volevo di più di quello che mi stava facendo
<<V..v... voglio di più>>
dissi quasi in un sussurro, non riuscivo neanche a parlare a causa del piacere che mi stava investendo in quel momento
<<Tu non hai idea di quanto io voglia darti di più>>
<<Ti p..prego Danny>>
<<Mi fai impazzire così, bambolina>>
Il piacere mi stava divorando e io volevo sempre di più, a un tratto però lui tolse la mano e io mi sentì vuota
<<Cosa fai? Perché ti sei fermato?>>
<<Credimi bambolina, io voglio darti tutto quello che vuoi, ma non così>>
Dopo aver detto ciò si alzò e si diresse in bagno lasciandomi sul letto bagnata e ancora eccitata.

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