~Capitolo dodicesimo~

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Erano passate alcune settimane dal ritorno di Marta e la situazione non era cambiata.
Romila non usciva dalle sue stanze ed Erin non aveva osato andare a trovarla per paura di scoprire come davvero stava. Nonostante il discorso motivazionale di Rom e il confronto con Romila, aveva ancora il timore che la ragazza soffrisse per il suo vecchio amore e questo continuava a ferirlo. Ogni volta che raggiungeva Maximus nella stalla dietro casa, gli balenava in testa l'idea di tornare a Palanche, ma alla fine scuoteva il capo e finiva sempre per dirigersi di nuovo alla locanda.
Quel pomeriggio, mentre tornava a casa dopo essersi scolato una sana dose di liquore, si ritrovò col sedere a terra dopo che qualcosa era sbucato da fuori un cespuglio e gli aveva tagliato la strada. Tirandosi in piedi e recuperando uno spaventato Maximus, si accorse di una persona sdraiata poco più lontana.
<<Tutto bene?>> chiese avvicinandosi quando la figura si tastò il capo mettendosi a sedere.
Solo una volta vicino abbastanza, Erin si rese conto che la persona nascosta dietro al cappuccio era la ragazza che tormentava da giorni i suoi pensieri. <<Tu!>>
Marta lo fissò inviperita, soffiando a un ciuffo di capelli che le infastidiva la fronte.
<<Che ci fai qui?>> aggiunse subito lo stalliere sulla difensiva.
La ragazza non distolse lo sguardo dal suo mentre rispondeva: <<Non sono affari tuoi>> ma il tono debole permise a Erin di abbassare la guardia. Sembrava alquanto confusa, o per lo meno molto frustrata. Il ragazzo lasciò andare le redini di Maximus, indeciso se avvicinarsi o meno. Lì per lì si dimenticò delle minacce che gli aveva lanciato l'ultima volta Marta, concentrato sul volto stravolto che la ragazza portava. Si vedeva che era rimasta schiacciata da una situazione scomoda e quasi le fece pena lì seduta sulla stradina terrosa. Sospirò.
<<Ascolta…>> iniziò incerto, porgendogli una mano. <<Mi dispiace...per quello che è successo con Romila...diamine fa così strano dirlo a te>>.
Marta non si mosse. Rimase a fissare la mano sospesa di Erin talmente a lungo che alla fine il ragazzo l'aiutó a rimettersi in piedi con la forza.
<<Capisco che tu sia arrabbiata in questo momento, è comprensibile. Ti avverto però che se proverai a torcere un solo capello a Romila non avrò tutto questo gran cuore>>.
I due si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi Marta abbozzò un sorriso. Era strano vederla lì in piedi atteggiarsi con fare quasi amichevole. Erin increspò le labbra poco convinto di quel sorriso beffardo.
<<Ho fatto un errore>> sbuffò Marta con tono limpido e sincero.
<<Beh certo, avresti potuto fare meno la tragica possessiva maniacale e usare toni più carini…ma non è una situazione facile e lo capisco>>.
Erin quasi si stupì a sentirsi fare affermazioni tanto coerenti. Forse i discorsi sentimentali di Rom servivano a qualcosa dopo tutto e applicarli su Marta facilitò a renderla meno temibile di quanto si fosse immaginato. Magari, se riusciva a giocarsi bene le sue carte, la situazione poteva volgersi a suo favore; spingere Marta a parlare con Romila e chiarire che non c'era più niente per la loro defunta relazione avrebbe permesso ad Erin di tornare alla vecchia serenità di prima. Perciò sorrise di rimando incoraggiando Marta a fidarsi di lui. La ragazza si slanciò ad abbracciare lo stalliere facendolo sobbalzare per la sorpresa.
<<Forse hai ragione>> confessò da sopra la sua spalla. Erin sgranò gli occhi e strinse i denti appena Marta lo lasciò andare. Una lama scintillante pendeva dalle sue dite. Erin cadde in ginocchio col braccio stretto all'addome, un bruciore assurdo si divulgò rapidamente fino al petto.
<<Ho fatto un errore…>> ripeté Marta continuando a sorridere. <<Non avrei dovuto prendermela con lei.>>
<<Figlia di->> biascicò Erin balzando in piedi appena la ragazza si precipitò su di lui col coltello sguainato. Riuscì a schivare un paio di colpi, ma si ritrovò subito a terra con le braccia protese a trattenere la sua assalitrice. Sentiva il fianco sanguinare copioso e il respiro di Marta imbrattare il suo volto.
Quella lurida pezzente!
Non solo l'aveva fregato, ma pure pugnalato! E lui che la stava addirittura aiutando! Erin non riuscì a formulare insulti più convincenti senza impedire di essere soffocato. Cercò di divincolarsi dalla sua assalitrice, con scarso successo. Quando Marta fu sul punto di affondare di nuovo il pugnale nel corpo di Erin, venne colpita e allontanata da una sgroppata di Maximus che finì col romperle il naso. Aggrappandosi alla criniera del cavallo, Erin riuscì a rimettersi in piedi barcollando. La vista gli era talmente offuscata che vagamente distingueva il corpo dolorante di Marta accasciato a terra. Sospinto dal muso di Maximus, il ragazzo fu invitato a scappare e, seppur riluttante, iniziò a correre per i sentieri del bosco con una mano stretta al fianco dolente, in cerca dell'unico posto dove sarebbe stato al sicuro.
Xernio stava finendo di servire i nuovi avventurieri affamati, quando il corpo malconcio di Erin fece capolino dalla porta della locanda e se la chiuse alle spalle. Il locandiere rimase sbigottito alla vista dell'amico conciato in quel modo tanto tragico, ma aspettò ad aprir bocca e, senza alcun ripensamento, gli corse incontro e lo portò nel magazzino, lontano da occhi indiscreti.
Fortunatamente quel pomeriggio Ashi era lì a dare una mano e, appena Xernio ed Erin scomparvero alla vista di tutti, prese il comando del bancone pronta ad allontanare occhi indiscreti.
Xernio chiuse la porta a chiave e fece sedere Erin su una vecchia seggiola, fiondandosi poi sugli scaffali in cerca di qualche erba medica.
<<Porca puttanata, che cosa ti è successo?>> proruppe il barista nel panico, trafficando con boccette di vetro e sacchetti in cuoio.
Erin, tra una smorfia di dolore e un'altra, rispose: <<Una pazza psicopatica…non ne voglio parlare.>>
Trovato quello che cercava, Xernio si precipitò sul fianco di Erin, lo aiutò a levarsi mantello e camicia e iniziò a medicare la ferita.
<<Sei fortunato, non è troppo profonda>> disse premendoci sopra del cotone. <<Come mai una psicopatica ha deciso di ficcarti un coltello nel fianco? Un'altra delle tue damerine fuori di testa?>>
<<Stavolta si tratta della vecchia fidanzata fuori di testa di Romila>> biascicò Erin in risposta mordendosi le labbra a causa del bruciore. Xernio abbandonò il cotone con cui stava ripulendo la ferita e si apprestò a ricucirla. <<Cosa non si fa per amore.>>
<<Quella verrà a cercarmi. Non sarà felice finché il coltello non lo avrà piantato nel mio povero culetto. Se penso che ho lasciato Maximus lì fuori con lei…>> Il ragazzo si interruppe sfregandosi il viso freddo con le mani. In che guaio l'aveva ficcato Romila lo poteva sapere solo quella principessina viziata.
<<Puoi restare qui finché le acque non si saranno calmate>> lo consolò Xernio puntandogli una benda sul fianco. <<La mia locanda è un luogo di pace e questa svitata non riuscirà mai a trovarti qui. Penserò io a cercare il tuo cavallo mentre aspetti che il taglio si rimargini.>>
Erin lo guardò e sorrise con gratitudine.
<<Non so cosa farebbe Magoh senza di te, vecchio mio.>>
<<Morirebbe per astinenza.>>
I due scoppiarono a ridere.
<<Mi offriresti una birra? Con tutto il sangue che ho perso mi serve qualcosa che mi dia un po' di energia.>>
<<Arriva subito>>.
Ad anticipare Xernio alla porta fu Ashi, che fissò Erin con una smorfia di empatia e si soffermò poi sul locandiere. <<Avete visite>>.
Romila si precipitò nello sgabuzzino come una furia e appena vide Erin corse ad abbracciarlo con affanno.
<<Erin!>> esclamò soffocando il nome tra i capelli del ragazzo, che trattenne il fiato per l'irruenza di quel trasporto.
<<Il cavallo è nelle stalle, lo ha riportato la principessa>> spiegò Ashi all'amico prima che lei e Xernio lasciassero i due ragazzi alle prese con i loro affari.
Cercando di divincolarsi da quella stretta, Erin soffiò: <<Ahi! Ahi! Romila mi fai male così!>>.
Romila si affrettò a lasciare la presa scusandosi e si limitò a stringergli le mani sedendosi sul pavimento davanti a lui.
<<Ero venuta per parlarti…>> spiegò la principessa incatenando gli occhi in quelli di Erin. <<...e mi sono imbattuta in Maximus che vagava per i boschi. L'ho avvicinato preoccupata perché tu non eri insieme a lui e la cosa mi ha stranito. Poi è apparsa Marta e lì ho capito tutto. Le ho chiesto dov'eri, cosa ti avesse fatto, ma lei era come impazzita e continuava a ripetere che stava regolando i conti e che dopo tutto si sarebbe sistemato. L'ho pregata di lasciarti in pace perché tu non le avevi fatto niente e che se voleva vendicarsi allora doveva prendersela con me. Sono riuscita a scappare con Maximus per un soffio, è stato lui a portarmi da te.>>
Erin ascoltò appena la sfilata di parole che la ragazza gli sparò a raffica nelle orecchie. Sentiva le palpebre pesanti e la testa gli girava all'impazzata. Forse era a causa delle erbe di Xernio, ma non ne era molto convinto.
<<Il pugnale…>> biascicò distinguendo appena il verde degli occhi di Romila. <<...mi sa che era avvelenato>>. Un secondo dopo era sprofondato nella più fredda oscurità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2022 ⏰

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