LA RELIGIONE
La religione è una materia contorta, di notevole complessità: l'unica materia, insieme alla politica, in cui esprimere un giudizio senza indossare gli "occhiali" di un determinato punto di vista o pensiero ideologico risulta praticamente impossibile. Nel corso della storia la religione è stata costantemente usurpata ed estirpata della propria funzione sacrale per essere rifarcita di contenuti teorici, propagandistici e giustificazionisti. Esistono numerosi esempi filosofici e storici a riguardo: a partire dal concetto machiavellico di religione intesa come "instrumentum regni", ovvero come strumento necessario al regno per poter orientare il pensiero dei sudditi a fini politici; lo stesso pensiero marxista aveva individuato nella religione "l'oppio dei popoli", che, mediante il suo messaggio salvifico, induceva gli individui ad attendere passivamente la vita ultraterrena senza concentrare il pieno delle proprie risorse fisiche ed intellettuali nelle attività terrene. A proposito di esempi storici possiamo far riferimento al periodo assolutista, in cui l'investitura divina giustificava la funzione politica del monarca accreditandolo come l'incarnazione del volere soprannaturale. Il termine religione deriva dalla parola latina "religio", la cui etimologia è stata oggetto di molteplici discussioni. Essa avrebbe indicato in un primo momento l'atteggiamento adottato dagli antichi Romani di fronte a determinate cose (per es. tombe o genitori) e che con l'avvento del cristianesimo si sarebbe esteso a tutto ciò che riguardava il rapporto dell'uomo con Dio. La religione è lo strumento che più può farci avvicinare a Dio, ma che al contempo può indurre noi stessi ad allontanarci da esso. L'adozione della religione per ragioni puramente funzionali costituisce una fonte di meditazione e di riflessione imprescindibili nella vita di un individuo. La sua implicazione in questioni d'interesse politico, ideologico o semplicemente egoistico ha avuto un ruolo decisivo nella formazione di movimenti di stampo religioso, che celano la propria aspirazione egemonica in nome di una velleitaria pretesa divina. Il mio non è solamente un riferimento all'attualità, ma include anche periodi storici antecedenti, basti pensare al periodo delle guerre di religione terminato con la conclusione della guerra dei trent'anni nel 1648. La religione va maneggiata con cognizione di causa, altrimenti rischia di diventare un antagonista involontario ed indesiderato. Ma è possibile pensare ad una società priva di religione come ipotizzato e sperato dai grandi maestri del sospetto? Non lo ritengo possibile: in primis per la necessità dell'uomo di fornire una spiegazione sull'origine del mondo e sugli eventi postumi della morte; in secondo luogo istituzioni come la Chiesa detengono un ruolo cruciale nei meccanismi e nei rapporti della politica internazionale; infine per il bisogno umano di trovare certezze e rassicurazioni nella figura benevola di Dio. Che quest'ultimo esista o meno non è constatabile nella realtà, però possiamo avvalerci della cosiddetta "scommessa su Dio" del filosofo francese Blaise Pascal: se decidiamo di credere e Dio esiste veramente, a quel punto avremo ottenuto dei vantaggi; se decidiamo di non credere e Dio esiste finiremo col perdere la scommessa; se decidiamo di credere e Dio non esiste non avremo ottenuto nè dei vantaggi nè dei svantaggi; se decidiamo di non credere e Dio non esiste, ciò non comporterebbe alcuna conseguenza in particolare.
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Pensieri di un viaggio di ritorno
RandomRaccolta di idee e pensieri sulle mie passioni e sulle tematiche di primaria rilevanza della cultura umana