(Capitolo 17) gli ultimi giorni di Del

7 0 0
                                    



30 Settembre 1932

«Vieni» disse Brutal a Delacroix.
«Facciamo una passeggiatina. Tu, io e il signor Jingles»

Delacroix lo osservò con diffidenza, poi raccolse il topo dalla scatola per sigari. Lo tenne nella mano a coppa e fissò Brutal socchiudendo gli occhi.

«Che storia è?» chiese.

«È una notte importante per te e il signor Jingles» rispose Dean, che, con Paul, andava a raggiungere Brutal.

La collana di lividi intorno al collo di Dean aveva assunto uno spiacevole colore giallo, ma almeno riusciva di nuovo a parlare senza sembrare un cane che abbaia a un gatto. Guardò me.

«Credi che dovremmo mettergli le catene, Jess?»

Io finsi di pensarci su.

«Ma no» conclusi poi.
«Farà il bravo, non è vero, Del? Lo farai tu e lo farà anche il topo. Anche perché avete da esibirvi per certi importanti fagioloni, questa sera»

Percy era vicino al tavolo della guardia di servizio ad assistere alla scena.
Se ne stava a braccia conserte, con un sorrisetto sprezzante sulle labbra.
Dopo un po' tirò fuori il pettine di corno e cominciò a lavorarsi capelli.

Stava guardando anche John Coffey, silenzioso, alle barre della sua cella.

Wharton era sdraiato sulla il branda a fissare il soffitto, del tutto indifferente.
Stava ancora «facendo il bravo», anche se quello che lui definiva bravo, per i medici di Briar Ridge era catatonico.
C'era anche un'altra persona. Era nel mio
ufficio, indietro quel tanto da non farsi vedere, ma la sua ombra sottile si allungava dalla porta nel Miglio Verde.

«Che storia è, gran' fou?» domandò di nuovo Del, sollevando i piedi sulla branda quando Brutal apri le serrature e fece scorrere il cancello.
Spostava gli occhi di scatto da uno all'altro.

«Ti dirò» spiegò Brutal.
«Il signor Moores starà via per un po'. Avrai forse sentito che suo figlio non è molto per la quale. Così al suo posto c'è il signor Anderson, Curtis Anderson»

«Ah sì? E io che cosa c'entro?»

«Be'» intervenne Dean,
«Vedi, Del, Anderson ha sentito del tuo topo e vuole vederlo fare i suoi trucchi. Sono su in amministrazione, lui e altri sei, ad aspettare di conoscerti. E non credere che stiamo parlando di sbirri qualsiasi, sai? Questi sono tutti pezzi grossi, come ha detto Brutal. Anzi, mi pare che uno di loro sia un politico che è venuto giù apposta dalla capitale» Delacroix ne fu visibilmente imbaldanzito e sul suo viso non lessi il minimo sintomo di dubbio.
Era evidente che volessero vedere il signor Jingles. Chi non lo avrebbe desiderato?

Si mise a rovistare, prima sotto la branda, poi sotto il guanciale.
Finalmente recuperò il rocchetto variopinto.
Rivolse un'occhiata interrogativa a Brutal e Brutal annuì.

«Già. È il numero del rocchetto che muoiono dalla voglia di vedere, credo, ma anche come sgranocchia quelle mentine è tutto un programma. E non dimenticare la scatola. Ti serve per portarcelo dentro, giusto?»

Delacroix prese la scatola e vi ripose gli attrezzi del signor Jingles. Il topolino, se lo sistemò sulla spalla. Poi uscì dalla cella preceduto dal petto all'infuori e si fermò a squadrare me e Dean.

«Voi due non venite?»

«No» rispose Dean.
«Abbiamo altre castagne al fuoco. Ma tu falli morire, Del. Fagli vedere cosa succede quando un ragazzo della Louisiana si rimbocca le maniche e si mette sotto»

«Non mancherò» Un sorriso gli illuminò il volto.

Delacroix si rivolse a John Coffey, con il quale aveva stretto un'amicizia diversa, che d'altronde non era molto diversa da cento altre relazioni che avevo visto instaurarsi in un Braccio della Morte.

The green MileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora