Mi svegliai gradualmente, percependo delle gambe intrecciate alle mie. Il cuscino sembrava essere troppo duro, quasi spigoloso.
Svogliatamente, aprì gli occhi.
La camera era indubbiamente la mia.
La particolarità di quel risveglio dipendeva da un altro elemento, un elemento che non si sarebbe dovuto trovare lì.
Non ebbi bisogno di guardare di chi si trattasse, dentro di me, conoscevo già la risposta.Cercai di alzarmi senza svegliarlo.
Avevo un’estrema voglia di intrufolarmi clandestinamente in saletta e provare la coreografia per la millesima volta.
Appoggiai i piedi a terra, nel silenzio più assoluto; che venne, però, interrotto da un mugugno, emesso dal mio amico.
Afferrò la mia mano e mi tirò sopra di lui.
Scoppiai a ridere, vedendo la sua faccia assonnata.
Supplicò di non lasciarlo solo, anche perché sarebbe stato un po’ imbarazzante con Letizia, che dormiva nell’altro letto, non che non lo fosse già così.
Ci eravamo addormentati la sera prima ancora abbracciati.
Mi spostai al suo fianco, aggrappandomi al braccio destro. Un paio di labbra toccarono dolcemente la mia guancia. Sorrisi.Solamente un'ora dopo, Sangiovanni decise di alzarsi, permettendomi, finalmente, di iniziare veramente la mia giornata.
Controllai lo stato del mio viso, accertandomi che il pianto della sera prima non avesse lasciato alcun segno.
Mi vestii molto comoda, per potermi recare in giardino, con l'intento di fare un po' di stretching.
Prima, però, mi fermai in cucina, con Rosa, Kika e Raffaele, che non persero l'occasione per avere tutti gli aggiornamenti sul mio rapporto con il riccio.
《Avete parlato del bacio?》domandò la cantante di Arisa, la più curiosa dei tre.
Annuì, con un timido sorriso.
《E...?》continuò, alludendo a qualcosa a me sconosciuto.
Bevvi un sorso di tè dalla mia tazza, prima di rispondere. 《E nulla, è finita lì》 non mi sentivo pronta per rivelare anche a loro la nostra conversazione, i motivi per i quali non potevo semplicemente lasciare Josh e seguire i nuovi sentimenti, che chiedevano melodiosamente di essere ascoltati, che dolcemente martellavano al petto, sperando di emergere, di esplodere, di rivelarsi.
Eppure, quella forza, posta in contrasto, riusciva ugualmente ad avere spaventosamente la meglio, obbligandoli a tacere e soccombere sotto di essa.
Probabilmente, fu quella la prima in cui vidi quella situazione come qualcosa di profondamente sbagliato e ingiusto; tuttavia, ancora priva del coraggio di ribellarmi, di apportare una svolta e cambiare definitivamente le cose.Nel pomeriggio, tutti quanti ci recammo in studio, per registrare la puntata.
Ricordo perfettamente ogni dettaglio di quei momenti, marchiati nel mio cuore, come fossero indelebili.
Indossavo dei semplici leggins neri e un maxi blazer lilla, che coprivano il body.
Il primo a esibirsi fu Sangiovanni. Quella settimana aveva voluto tenermi segreta la sua assegnazione, per una qualche ragione ignota, dato che era sempre solito rivelarmerle prima, permettendomi, spesso, anche di ascoltare in anteprima ogni cover.
Zerbi spiegò che si trattava di un brano alquanto difficile, poiché vintage e importante.
《Ma possiamo dire che cosa canto?》propose frizzante il diciassettenne.
L'insegnante acconsentì, dando a lui quel privilegio.
《Canto "Ti amo" di Umberto Tozzi》compresi, forse, il motivo della tanta segretezza.“Ti amo, un soldo e ti amo
In aria ti amo
Se viene testa vuol dire che basta
Lasciamoci e sei
Leggera come una farfalla” pronunciando queste parole, cercò, in tutti modi, di incrociare il mio sguardo, che non deviai. Sentendomi presa in causa dalle sue parole, mi distrassi un po’ cantando. La mia attenzione, però, non riusciva a distogliersi da lui.
“E sembri una bambola
Sei la donna perfetta
Senza difetti
E questo è il problema più grande
Ed io che non riesco a starti distante
Quando finirà tutto quanto andrò
In cerca di qualcuno a cui dire “ti amo”
O regalare un fiore
Come gli anni novanta
Quando non c’era Whatsapp
Scrivevi qualcosa su carta
O lo dicevi in faccia
Dedicavi la strofa più bella
Spero che questa ti piaccia
Spero che sia all’altezza" mi lanciò un'occhiata, come per pormi una domanda, con la speranza, negli occhi, di una mia reazione positiva. Mi limitai a sollevare un poco l'angolo destro della bocca.
Mi guardò altre volte, durante l'esibizione, tra cui alla conclusione, ma ero troppo assorta per ricordarmele tutte quante.
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Dammi due ali per volare🦋 ~ Sangiovanni
FanficMiriam Ariel Carter non è una ragazza come tutte le altre. L'eleganza è presente in ogni singola cellula del suo corpo. Tutti dicono che l'essenza della danza scorra nelle sue vene, lei sostiene che sia l'unica cosa a farle battere il cuore, l'unic...