CAPITOLO 5 - DOMANDE E RISPOSTE

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Si staccò da me lentamente.
Poi un leggero rossore gli colorò le guance.
Portò il braccio dietro la schiena e prese a massaggiarsi freneticamente il collo.
Era imbarazzato, ma mai quanto me.
Sentivo le labbra in fiamme e mi sembrò quasi che la temperatura si fosse di botto alzata almeno di una decina di gradi.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo .
"Ti ha dato fastidio?"
Fastidio?Cosa? Chi? Ah si riferiva al semi-bacio di prima.

"No no ,assolutamente no "
Confermai nuovamente il mio NO scuotendo la testa.
Dovevo essere proprio buffa perché si mise a ridere. Beh, almeno non c'era più quel silenzio imbarazzante.

Poi si girò e salì in macchina ed io lo seguii.
Durante tutto il viaggio fino a Denver Harry provò a mettermi a mio agio ,cercando di cominciare un discorso che io finivo sempre col troncare ,rispondendo a monosillabi.
Non ci potevo fare niente: il cuore mi martellava in petto come non credevo avesse mai fatto, rimbombando nelle orecchie,tanto che a volte dovetti chiedergli di ripetere quello che aveva detto.
Verso la fine del tragitto disse per l'ennesima volta qualcosa che non capii.
"Scusa Harry puoi ripetere ?"
Avrei dovuto fare una visita dall'otorino,un giorno.
Lui sospirò e poi riprese :" Ti va se prendiamo una pizza ?"
Aveva parlato velocemente, ma avevo capito; tuttavia mormorai lo stesso un 'eh?' per lo stupore.
Restare con lui a cena ? Avrei potuto accettare , così avrei saltato quella maledetta festa da Annabel.
Ma poi? Non avevamo parlato del bacio e non sapevo come comportarmi. La probabilità di fare figuracce si sarebbe alzata a dismisura ed era l'ultima cosa che volevo. No, non avrei rischiato di farmi vedere da lui mentre pulivo con un fazzoletto il pomodoro sulla maglietta o mentre cercavo invano di asciugare la Coca cola che avevo versato sul tavolo. Ero cambiata. E lui doveva vederlo. E poi magari se non aveva più parlato di quello, allora forse non significava nulla. Nulla.
Il mio primo 'sfioramento di labbra ' non era nulla.
"Stasera non posso...c'è una festa da un'amica...eh allora..."
"Va bene"
Perfetto. In una sola frase avevo detto due bugie e avevo usato come scusa proprio la festa a cui non volevo andare: primo, avevo usato il verbo " potere", mentre in realtà se volevo avrei potuto benissimo andarci.
Secondo, Annabel non era un'amica.

Mi accompagnò fino alla porta di casa.
"Selene "
Stavo per aprire la porta, quando mi sentii chiamare.
Mi voltai con aria interrogativa, mentre lui si avvicinava.
"Tieni il mio nuovo numero"
Mi porse un bigliettino stropicciato con il numero scritto sopra.
"Quel bacio...dagli il significato che vuoi..."
"In che senso?Cosa voleva dire per te ?"
"Provo qualcosa .E non credo sia solo amicizia "
Fece una lunga pausa durante la quale continuavo a morsicarmi il labbro.
"Ma mi rendo conto che sono tornato da poco e che...beh sono mancato qui per un sacco di tempo... Saranno successe molte cose che non so. Ma aspetterò. Intanto pensavo che qualche volta potremmo uscire insieme"

"Certo", risposi sorridente.
Lui mi guardò dolcemente e poi ricambiò il sorriso.
"Allora ci sentiamo"
"Si,ci sentiamo"
Entrai velocemente in casa e sbattei la porta. Poi corsi in camera e mi appoggiai con la schiena al muro bianco e freddo.
Pensavo a lui,al bacio, a quel lunedì davvero poco lunedì, alla festa...
La festa.

Quando me ne ricordai erano le otto.
E avevo due ore per mangiare, prepararmi e tutto il resto. Non contando il fatto che avrei dovuto ripetere scienze per il giorno dopo.
Bene.

Forse non sarei dovuta andarci. Potevo dare a Tamara una qualunque scusa, anche perché ne avevo tante o me ne sarei potuta inventare qualcuna.
Ero diventata brava a mentire , ormai.
Ma c'era qualcosa in me che non me lo permise.
Se una parte di me mi ripeteva "non devi andarci, sei brutta, sei inutile, sei insignificante", l'altra diceva " puoi andare se vuoi, basta scegliere".
Scegliere?

Chissà se avevo mai scelto veramente.
Quindi ,forse perché ero stanca , forse perché la pizzeria all'angolo era chiusa, forse perché avevo finito i film horror da vedere, presi una decisione: sarei andata a quella stupida, maledetta, orribile festa .

I miei non c'erano, perché avevano organizzato una serata con dei loro amici del liceo, così dovetti andare in cucina e prepararmi un panino.

Alle 21:45 ero ancora in bagno a ripassare il trucco.
Come avevo detto a Tamara avevo messo i pantaloncini scuri,le vans nere , e la maglietta grigia.
Poi presi la piastra e cominciai ad arricciare i capelli con veramente poco successo.

Per le 10 ero pronta.
Stavo ancora pensando a chi potevo chiamare per un improbabile passaggio, che sentii il cellulare squillare e il clacson di una macchina fuori, della quale intravedevo le luci dei fari.
Uscii dalla porta.
Ed eccola lì, Tamara alla guida della piccola macchina bianca che i suoi genitori le avevano permesso di prendere pochi mesi prima.
Un sorriso divertito mi si disegnò spontaneo sulle labbra.
Abbassò il finestrino.

"Salta su"
"Ti volevi assicurare che ci andassi?"
"Ero sicura che avresti esitato. Avanti, vieni "
Presi la borsa nera che avevo lasciato sul divano, chiusi la porta, e mi infilai velocemente nell' auto.

Lei accese la radio a tutto volume e partì.
"Vedrai Sel ci divertiremo un sacco"
"Speriamo"
Si mise a ridere. Era proprio euforica.
Mi stavo ancora chiedendo il perché quando mi fece quella domanda.
"Hai visto il ragazzo di stamattina? Quello riccio e con gli occhi azzurri?"

Mi si fermò il cuore. Occhi di ghiaccio. La giornata con Harry mi aveva fatto completamente dimenticare che cosa era successo quella mattina.
Senza volerlo spalancai gli occhi.

" A-A-AH ! Si quel ragazzo... Perché ?"
"Come ti è sembrato ?"
"Un tipo apposto... Credo"
Perché ci girava intorno e non mi diceva la verità ?
La guardai accennare un sorriso e addolcire lo sguardo vivace di sempre.
"Ci sarà anche lui alla festa, me l'ha detto oggi "
Perfetto. Qualcos'altro ?
"Ah"
Non solo dovevo annoiarmi, ma pure stare attenta a non rimanere imbambolata a guardarlo.
"Lui mi piace"
Bloccò il flusso dei miei mille pensieri.
La guardai: aveva i capelli biondi che le incorniciavano il viso sorridente e luminoso, mentre gli occhi verdi brillavano.
E solo allora mi resi conto del guaio in cui mi ero cacciata.

Lo so. Non aggiorno da molto.
Scusate per il capitolo brutto, ma la mia ispirazione è in ferie.
Commentate e votate grazieeeeee

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