Capitolo 2- Rabbia e comprensione

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Evelyn's pov:

"Tyler! Da quanto tempo!" dopo aver aperto la porta, in seguito ad una incessantemente bussata, abbracciai calorosamente il corvino dinnanzi a me, che ricambiò senza alcuna esitazione "Evelyn, mi sei mancata così tanto...Quanto sei cresciuta, l'ultima volta che ti ho vista eri ancora una ragazzina" mi strinse tra le sua braccia per poi allontanarsi leggermente e arruffarmi scherzosamente i capelli in segno di affetto "Come mai qui?" domandai incuriosita "Cosa c'è, non mi vuoi?" domandò ridacchiando "Ma smettila" risi e chiamai Falco che fino ad allora era rinchiuso nella sua camera a fare chissà cosa.

"Tyler!" urlò allegramente il biondino non appena vide io ragazzo e gli corse incontro immediatamente per stringerlo a sé "Finalmente sei venuto a trovarci" pronunciò con un pizzico di ironia "Sai che vorrei vedervi tutti in giorni" rispose il moro ricambiando l'abbraccio di mio fratello "Colt dov'è?" chiese ansioso di rivedere il suo amico "Ora Colt è fuori casa, un soldato non può riposarsi mai" dissi dispiaciuta "Oh capisco" notai della delusione nel suo tono, ma tornò immediatamente allegro, cercando di non pensare al suo caro amico.

Tyler's pov:

"Tesoro, dove stai andando?" mi voltai poco prima di solcare la porta osservando mia madre che ancora indossava la vestaglia e i bigodini e risi spontaneamente a quella vista "Che c'è? Ti faccio tanto ridere? Rispondi alla domanda invece di fare lo sciocco!" pronunciò ad alta voce leggermente innervosita ed io la accontentai "Vado a Liberio" dissi tutto d'un fiato e la vidi irrigidirsi.

Preferii essere sincero, anni prima le mentii andando in quel quartiere di nascosto e una guardia Marleana che si trovava nei paraggi mi picchiò per l'assenza della fascia, dovetti per forza ammettere di essere Marleano e dimostrarlo.

Ricordo ancora la delusione visibile dagli occhi di mia madre, nel vedere quella guardia davanti casa nostra, che mi stringeva il braccio ben saldo, mentre si accertava che non fossimo dei "demoni dell'isola".

Sentii mia madre deglutire "È per il tirocinio?" domandò sperando che fosse solo per motivi lavorativi "Anche" pronunciai "Prima di andare all'ospedale, voglio rivedere Colt, Evelyn e Falco... L'ultima volta che li ho visti è stato quattro anni fa" la sentii sospirare pesantemente "Tyler..." si schiaffeggiò lievemente la fronte "Sicuro di potercela fare? Insomma, non farti contagiare da quei demoni! A me quei mocciosetti non sono mai piaciuti e lo sai!" "Ormai ho vent'anni mamma posso prendere le mie decisioni!" sbottai per poi aggiungere "Inoltre sono persone come te se non migliori, sei tu che in linea di massima puoi contagiare loro!" Chiusi rumorosamente la porta senza attendere risposta e mi incamminai con la rabbia che mi faceva ancora pulsare le vene.
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Una volta giunto davanti casa Grice, non potevo ancora crederci: Tutte le volte passate qui davanti a chiacchierare, le volte in cui io e Colt giocavamo ai soldatini, o delle volte in cui Evy, che finalmente aveva imparato a leggere, non staccava gli occhi dai libri, nemmeno qui fuori.

Sorrisi malinconico e bussai più volte, impaziente di vederli dopo quattro lunghi anni.

Ad aprire la porta, si rivelò una chioma biondo cenere che si rivelò essere Evelyn, la quale mi abbracciò immediatamente e scambiò quattro chiacchiere con me.

Durante la breve conversazione, ebbi l'occasione di scrutarla e notare i suoi cambiamenti, era diventata inaspettatamente alta e i lineamenti non erano più quelli di una quattordicenne, bensì di una giovane una donna; Tuttavia le fossette presenti sulle sue guance le rendevano l'aspetto più giovane, facendola sembrare ancora un'adolescente.

Notai però, che i suoi occhioni scuri non erano più splendenti e pieni di vita come una volta, ma come biasimarla.

Tuttavia la trovai bene, cosa che mi fece molto piacere, il mantenere sola un ragazzino di tredici anni e la consapevolezza che un giorno non avrebbe più potuto vedere Colt, sembrava non pesarle.

Invece le pesava.

Eccome se le pesava.

Dopo aver salutato anche Falco e aver saputo dell'assenza di Colt, Evelyn mi invitò ad entrare in casa ma io rifiutai garbatamente.

"Perché no?" domandò triste Falco "Ho del lavoro da svolgere, ma vi prometto che verrò qui ogni volta che ne avrò l'occasione" mi piegai alla sua altezza e gli diedi un dolce bacio sulla fronte "Fai il bravo mi raccomando" gli sorrisi "Non trattarmi come un bambino! Ho tredici anni ormai, non nove!" e si allontanò "Ma tu ovviamente non puoi saperlo" quelle parole mi provocarono una fitta al cuore.

Mentre la ragazza sgridava Falco per la sua maleducazione mi misi a riflettere: Che diritto avevo di presentarmi qui da loro? Dopo averli allontanati solo perché avevo paura di infrangere le regole? Ero stato un vigliacco e fino ad allora non me ne ero reso conto.

Mi sono perso la crescita di Falco, che ormai stava diventando un'adolescente, Evelyn era ormai una diciottenne e mi sono perso gli anni più importanti della sua vita e Colt...

Quanto mi mancava Colt.

L'ultima volta che ci siamo visti abbiamo litigato per la prima volta, certo anche da più piccoli erano presenti battibecchi, ma spesso erano scherzosi e se ci offendavamo ci siamo sempre chiesti scusa.

Nonostante ciò, quella volta abbiamo discusso per una sciocchezza,non ricordo neppure quale e dopo quella litigata ho raccontato a mia madre le parole scortesi che Colt mi aveva urlato contro, senza però informarla di come l'abbia ferito anch'io.

Da quel giorno mi impedí nella maniera più assoluta di vederli, per paura che venissi offeso di nuovo, ed io come un coglione ho aspettato che la situazione si risolvesse da sé.

Il fatto che avessi rapporti con quei tre non le è mai andato a genio, ma il fatto che uno di loro, un' "inferiore" mi avesse insultato, l'ha mandata in bestia.

"Mi dispiace" dissi ad un tratto ed entrambi si voltarono "Non ti preoccupare, capisco in che posizione ti trovi e io non farei di meglio al tuo posto" disse Evelyn regalandomi poi un ampio sorriso.

Falco teneva ancora la testa bassa "Non sei venuto davvero perché non potevi..." strinse improvvisamente i pugni "...O perché non volevi?" domandò alzando la testa mostrando il suo viso rosso dalla rabbia, non lo avevo mai visto così arrabbiato, eppure poco fa sembrava così solare!

"Falco smettila! Se vuoi essere trattato da persona più matura allora dimostra di esserlo!" Evy stava perdendo la pazienza "Oh andiamo! Lo sai anche tu che non è venuto perché ci schifa! Non è mica una novità!" posai una mano sulla spalla del biondo e mi intromisi "Non è così" sospirai "Voi siete miei amici e lo siete sempre stati, se non sono venuto in questi anni è anche colpa mia, ma avevo paura per la mia incolumità...mi spiace davvero, perdonatemi" sentii gli occhi riempirsi di lacrime che faticai a trattenere e improvvisamente Falco mi abbracciò come aveva fatto poco prima "Gr-" provai a dire ma fui interrotto dalla sua voce squillante "Non ringraziarmi! Guarda che non ti ho ancora perdonato!" mi strinse a sé "Però mi sei mancato..." disse triste.

D'un tratto però mi ricordai che sarei dovuto andare in ospedale, così mi sentii costretto ad interrompere quel bel momento.

Controllai l'orario e mi accorsi di essere in lieve ritardo "Scusate, devo proprio scappare, ho del lavoro da sbrigare" li informai dispiaciuto "Approposito di questo, cosa devi fare?" domandò lei curiosa "Ho il tirocinio nell'ospedale qua vicino" vidi che gli occhi di Falco si illuminarono, facendo risplendere quel verde ambrato alla luce del sole mattutino "Posso venire?" chiese speranzioso in un si "Tyler deve lavorare, non infastidirlo così" gli disse la ragazza "In realtà non c'è problema, è solo un tirocinio d'altronde, può venire con me se vuole" sorrisi "Ti prego" Falco strinse le mani tra loro in segno di preghiera e dopo averci riflettuto un po' Evelyn acconsentí.

Il ragazzo la abbracciò ringraziando e poi si stacco da lei guardandomi "ORA sei perdonato" rise sottolineando la prima parola facendo ridacchiare anche me "Evy vuoi venire anche tu? Ti annoierai qua da sola" le proposi.

La biondina ci pensò un attimo e sorrise annuendo "Perfetto allora" dissi uscendo seguito dai due, domandandomi perché Falco volesse così tanto andare in un ospedale militare.

Don't be afraid of this [Eren Jaeger]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora