Capitolo 7- Impertinenza

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Girovagavo come una vagabonda per Liberio, con dei lividi ben visibili su tutto il corpo, nonostante abbia provato a coprirli con un po' di cipria.

Mi vergognavo a camminare conciata in quel modo, mi beccavo occhiatacce da tutte le guardie lì presenti e da uomini indignati nel vedere una ragazza 'poco curata'.

Sentivo gli occhi addosso anche dalle donne, che provavano evidentemente pena nei miei confronti, ma dello sguardo che più mi importava era quello di Falco, che camminava affianco a me.

Non si era nemmeno scusato, anche se era evidente che fosse dispiaciuto per l'accaduto, essendo soprattutto a causa sua, per la sua disattenzione e strafottenza.

Tuttavia, se potessi tornare indietro, non esiterei nemmeno un singolo instante a difenderlo nuovamente.

Improvvisamente, Falco prese parola "Non sei arrabbiata?" lo guardai "no" risposi schietta e lui spalancò gli occhi, incredulo "Si può sapere che problemi hai?!" sbottò ed io non seppi come reagire "Io ti ho fatta picchiare, Evelyn! Dovresti essere furiosa! Sia con me che con la guardia, perché ti fai sempre andare bene le cose?" c'era un velo di preoccupazione nel suo tono "Non essere impertinente" lo rimproverai "E soprattutto, io non mi faccio solo andare bene le cose" aggiunsi guardandolo negli occhi "Io cerco di sopravvivere e far vivere te" lo corressi poi, interrompendo il contatto visivo e tornando a guardare davanti.

Continuammo a camminare in silenzio, fin quando io non lo spezzai annunciando un 'Arrivati', posando lo sguardo sul grande cancello aperto dell'ospedale Eldiano.

Egli alzò lo sguardo "Non c'era bosogno che tu mi accompagnassi fin qui, potevo arrivarci da solo" sbuffò lui "Dopo quello che è successo l'ultima volta, puoi scordartelo assolutamente" risposi dura "Quando vedrò che sarai maturato, allora ricomincerò a darti fiducia" il ragazzo annuì debolmente e solcò l'entrata con passo lento.

"Rimani qui con me?" domandò "Certo che sì, la cosa vale anche per il ritorno, ovviamente" risposi incrociando le braccia "Se vuoi posso rimanere qui fuori, ma non aspettarti che me ne vada" lo informai.

Falco sussurro un 'si' quasi impercettibile e raggiunse un uomo che parve essere Eren Kruger.

Chissà cosa ci vedeva in lui.

Scorsi Eren salutare debolmente mio fratello con la mano mano, quest'ultimo ricambio semplicemente con un cenno del capo e subito dopo si accomodò sulla panchina dove era solito sedersi.

Falco's pov:
"Salve signor Kruger" dissi non appena presi posto accanto a lui "Sai che puoi chiamarmi Eren, non serve essere così formali, non con me" mi informò "Si, hai ragione" risposi guardando a terra e facendo trotterellare le gambe "Ti vedo agitato" mi fece notare e io mi limitai a mugugnare un 'mh mh' riabbassando lo sguardo.

"Come mai c'è tua sorella?" chiese l'uomo indicando Evelyn fuori dal cancello "Non si fida di me" sbuffai annoiato, ma anche consapevole di quello che avevo fatto.

Mi dispiaceva davvero tanto, per tutto quanto.

Mi pento di non essere rientrato a casa al posto di continuare il tragitto, mi pento ancor di più di essere uscito senza permesso e mi sentivo veramente in colpa.

"Grazie per aver ceduto la tua stanza ad Evelyn" Eren sorrise leggermente "Non c'è di che, anzi, mi ha fatto piacere aiutare" ricambiai il suo sorriso, per poi ricominciare a fissare un punto indefinito di fronte a me.

"Tua sorella..." esordì lui, catturando la mia attenzione "È una bella ragazza, trovo un peccato che l'abbiano ridotta così" continuò "Ehi non vorrai mica provarci con lei!" esclamai con un pizzico di disgusto.

Certo, Evy era molto carina, ma immaginare che possa in qualche modo piacere a qualcuno, mi faceva accapponare la pelle.

"No, no!" ridacchiò Eren "Stavo solo facendo un'osservazione" cominciò a giocare con le mani "Perchè, anche se fosse?" fece un ghigno "Beh, si tratta di mia sorella! Che schifo!" esordii io "Sentiamo, cosa avrebbe tua sorellla di così disgustoso?" mi provocò lui "Ecco...diciamo che non ha niente di che in particolare, ma è veramente strano sentir parlare così di lei!" mi alzai in piedi e mi piazzai difronte al castano, il quale mi squadrò da testa a piedi, scrollò le spalle e si alzò, incamminandosi verso l'uscita.

Lo guardai confuso "Dove stai andando?" lui mi diede un'occhiata "Mi sembra maleducato non invitare Evelyn qui con noi" si voltò di nuovo "Se vuole, può farci compagnia, non sembra divertirsi molto da sola" concluse l'uomo facendo cenno di seguirlo.

"Non capisco cosa ti stia passando per la testa" esordii io, ma non ottenni risposta.

Mi diressi verso mia sorella, che nel frattempo era rimasta in piedi davanti l'entrata.

Evelyn's pov

'Che noia' pensavo continuamente, mentre mio fratello era nel cortile dell'ospedale a parlare col suo 'amato' Signor Kruger, chissà di cosa parlavano ogni volta...

Iniziarono a venirmi incontro, un'espressione perplessa si stampò sul mio volto,Falco non sembrava molto convinto di quello che stava facendo mentre Eren sembrava l'unico non titubante in questa situazione.

Gli venni incontro, incrociai le braccia e presi parola "Grazie per averlo accompagnato fino all'uscita, andiamo Falco" presi il biondo per mano, ma lui la ritirò immediatamente ed io lo guardai male, scossa da quel gesto.

"Non vuole andare via" disse d'un tratto il Signor Kruger dando una pacca sulla spalla a Falco "Allora come mai siete venuti verso di me?" inclinai leggermente il capo verso sinistra ed Eren fece una smorfia divertita "Sembra maleducato lasciarti qui da sola, o mi sbaglio?" lo guardai dritta nei suoi occhi verdi "Sto apposto così, grazie" riposi io, non volevo sembrare troppo impertinente, ma mi sarei sentita di troppo.

"Cosa c'è, non ti metto a tuo agio?" ghignò lui ed io non seppi proprio come rispondere, così sospirai sonoramente.

"Non importa,se non vuoi stare con noi fa pure-" disse Falco notando la leggera tensione che si stava creando "No" lo interruppi io "Starò qui per un po', fra dieci minuti andiamo via" conclusi raggiungendo la solita panchina, dando appositamente un leggero spintone ad Eren con la spalla.

Voleva provocarmi per caso?

Scossi la testa e corrucciai la fronte indispettita, quell'atteggiamento mi stava cominciando a dare sui nervi.

Feci un respiro profondo e mi calmai, mi misi seduta e Falco mi corse incontro, mentre l'uomo sembrava prendersela con comodo.

Mi fissava con uno sguardo indecifrabile, mi scrutava dall'alto in basso, con la bocca semiaperta.

A cosa diavolo pensava?

Don't be afraid of this [Eren Jaeger]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora