Capitolo 6- Stivali di cuoio

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"Cazzo"

Mi ritrovai ad imprecare, quando il getto d'acqua fredda entrò in contatto con la mia pelle.
Mi scansai, attendendo che diventasse calda, o perlomeno tiepida.

Nel frattempo, scostai leggermente la tendina e mi sporsi, cercando di raggiungere l'elastico poggiato sopra il mobile, facendo attenzione a non scivolare sul bagnato.

Dopo un paio di tentativi ci riuscii, raccolsi i miei lunghi capelli biondo cenere in una crocchia disordinata e sentii che finalmente, l'acqua si era riscaldata.

Sospirai per la bella sensazione, chiusi gli occhi lasciando scorrere il liquido
lungo tutto il mio corpo, ripulendomi dalla vita sporca che conducevo.

Dopo essermi insaponata nel modo più delicato possibile,uscii emettendo un sospiro, intravedendo dello specchio appannato i segni violacei presenti sul mio corpo.

Poggiai la mano su uno di essi, ma fui costretta a ritirarla: faceva troppo male anche solo sfiorandolo

**un giorno prima**
"Falco attento a dove vai!" urlai a squarciagola
"Dai, lasciami in pace!" ribatté lui, correndo poi ancor più veloce di prima

Mio fratello stava correndo a più
non posso insieme ai suoi amici, il terreno era ancora umido e pieno di pozzanghere, per via della pioggia della notte precedente, avrebbe potuto scivolare e farsi male.

Certe volte sapeva essere proprio stressante!

Non solo era uscito di casa senza il mio consenso, ma mi era perfino toccato pure corrergli dietro per tutto Liberio.

Ad un certo punto si fermò, così come Udo e Gabi, ormai rimasti senza fiato e visibilmente stanchi.

Ebbi finalmente modo di raggiungerli e presi Falco per il polso, strattonandolo verso di me visibilmente incazzata, tuttavia fui distratta da un piccolo ma importante dettaglio: Dov'era la sua fascia?

"Ehi, si può sapere dove vai senza la
fascia? Lo sai che è illegale non portala vero?!" sbottai arrabbiata come non mai, ma anche spaventata per quello che gli sarebbe potuto accadere se lo avessero notato.

Lui alzò le spalle con nonchalance "mi si è impigliata in un cespuglio mentre correvo, poi si è strappata e l'ho lasciata lì"

Ma gli si era per caso fuso il cervello?

"Falco, se ti vede una guardia sei spacciato!" avevo ormai perso la pazienza, mi stavo trattenendo dal tirargli uno schiaffo davanti a tutti.

Lui sbuffò "In ospedale non è obbligatorio indossarla! stavo andando proprio lì", ribatté il biondo con tono fin troppo altezzoso per i miei gusti "E tu pensi che le guardie te l'avrebbero fatta passare liscia così facilmente? Sai quanto male avrebbero potuto infliggergli se ti avessero visto e non creduto?! Non hai mica un documento con te!"

"Secondo me stai solo esagerando, sembri Zofia quando fai così" lo difese Gabi, che fino ad allora si era limitata ad osservare la situazione.

Divenni rossa dalla rabbia, strinsi i pugni più forte che potevo nel tentativo di non tirare un ceffone anche a lei, così mi limitai a risponderle a tono "Tu fatti gli affari tuoi! Se te decidi di andare incontro a delle conseguenze più grandi di te non è cosa che mi riguarda!" le puntai il dito contro, e lei sollevò un sopracciglio "E proprio tu fai questi discorsi? Non eri quella che voleva rappresentare Marley ed ereditare il gigante corazzato? Come pensi di fare onore al Paese se non rispetti nemmeno le sue regole!?"

La ragazza abbassò lo sguardo, non potendo ribattere e si scusò, notai Udo, che non aveva proferito parola dal mio arrivo, guardare Falco in maniera piuttosto triste.

Don't be afraid of this [Eren Jaeger]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora