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Le stelle nel cielo che con la propria luce illuminavano i tetti degli edifici, le nuvole che a passo lento si spostavano nel cielo coprendo i corpi brillanti delle stelle, il vento che con la sua delicata brezza picchiettava dolcemente il volto della ragazza seduta sul tetto della propria casa, intenta ad osservare la luna alta e candida nel cielo completamente nero. A Jennifer piaceva molto passare il tempo sul tetto di casa propria, immersa nei propri pensieri con la musica che dal telefono arrivava fino alle proprie orecchie attraverso le cuffie. Erano letteralmente le quattro del mattino, il riflettere troppo aveva portato la ragazza a non avere nemmeno un pizzico di sonno quella notte. Allungò il braccio magrolino verso la sua destra per afferrare un diario nero, che la giovane portava ovunque con sè. Quando aveva bisogno di isolarsi dal mondo e buttare fuori tutti i suoi pensieri, belli e brutti, apriva il quaderno e cominciava a scrivere parole su parole, frasi su frasi, senza fermarsi. Ed è ciò che cominciò a fare proprio in quell'istante.
Passata una buona mezz'ora a scrivere, Jenny chiuse il diario poggiato sulla stoffa della tuta chiara che stava indossando a causa del fresco venticello mattutino. Stoppó la sua amata playlist di spotify, fece scivolare le cuffie dalle orecchie lungo il collo, sovrapponendole sulla copertina scura del diario. Rimase per qualche istante ferma a guardare il cielo ancora scuro, con la luna che piano piano stava scomparendo dietro le case. Si alzò in piedi, voltandosi ed entrando in camera sua dalla finestra, girandosi poi per chiuderla successivamente. Posò il diario con le cuffie ed il telefono sopra il comodino accanto al letto, stendendosi sul materasso cigolante, sotto le calde coperte. Dopo una decina di minuti, il sonno calò, e la ragazza cadde in un sonno profondo.

La luce calda e splendente del sole oltrepassò i buchi delle persiane ancora abbassate dalla notte passata, premendo sulle palpebre di Jennifer, che per il bagliore aprí i teneri e profondi occhi color nocciola. Mise una mano sul volto per coprirsi dal sole, rimanendo circa cinque minuti buoni a scrutare il soffitto per svegliarsi del tutto. Guardó lo schermo del telefono per vedere che ore fossero: 8:06. Si alzò, uscí dalla camera e scese le scale della casa per andare a fare colazione. "Buongiorno tesoro" esclamó una voce proviente dal salotto: era la mamma di Jennifer, seduta sul divano con un cornetto ripieno di crema mentre guardava la tv. "Buongiorno mamma" rispose la giovane, con la voce ancora impastata dal sonno. "Come mai già sveglia a quest'ora? Non è un po' presto?" chiese la madre. "No" disse Jenny. "Papà?" domandó la ragazza, con tono quasi irritato per aver pronunciato quel nome. "È dovuto andare a lavoro, starà via per tre o quattro giorni." rispose la donna. "Come sempre d'altronde" sputò Jennifer, "Dai Jenny tesoro, lo sai ne abbiamo già parlato. Tuo padre lo sta facendo per noi." disse con tono calmo la mamma, cercando di calmare la figlia. "Sinceramente non mi interessa più" Jennifer pronunciò queste parole voltandosi verso la cucina per prendere una tazza dal ripiano e riempire il suo interno con del latte fresco dal frigorifero. La donna non proferí parola e ruotò il viso verso il piccolo schermo a trentadue pollici, continuando a guardare uno dei programmi che venivano mandati in onda solitamente alle otto del mattino. Dopo aver finito il latte, Jenny riposò la tazza all'interno del lavandino. Si diresse verso il bagno al piano di sopra, per potersi fare una doccia calda e lavarsi i denti. Finito di asciugare i capelli, tornò in camera, e tirò fuori dall'armadio una tuta nera insieme ad una felpa viola di qualche taglia più grande, proprio come piaceva a lei. Prese il telefono e le cuffie, scese le scale e si avvió verso la porta di casa. "Io esco" disse Jenny, "D'accordo tesoro, a dopo" rispose la madre dalla cucina mentre lavava i piatti La ragazza si chiuse la porta alle spalle, mise le chiavi di casa nella tasca dei pantaloni ed incominciò a camminare con le cuffie nelle orecchie. Una cosa di cui Jennifer era sicura, era che amava ascoltare la musica, in qualsiasi momento della giornata. Procedendo lungo il marciapiede con lo sguardo rivolto verso il terreno, Jenny pensava: un'altra cosa che faceva sempre, e che spesso la portava a crearsi paranoie inutili, anche se non lo dava a vedere a nessuno, nemmeno ai suoi amici, o meglio, ex amici. Da quando aveva annunciato al suo gruppo che si sarebbe trasferita, tutti le avevano promesso che avrebbero continuato a sentirsi, nonostante la distanza. Ma ovviamente non fú così: nessuno di loro si degnò di chiamarla, o mandarle un messaggio, nemmeno un semplice "Hey ciao Jenny, come stai? Come te la passi lí a Milano?". Da una parte se lo aspettava, non era mai stata una ragazza che si fidava al 100% delle persone: continuava a ripetersi nella sua mente che sarebbe rimasta da sola, che tutti se ne sarebbero andati lasciandola cosi da un momento all'altro. Ed aveva ragione. Non aveva mai avuto chissà quanti amici nel corso della sua vita, preferiva stare con poche persone ma che volevano passare veramente del tempo insieme a lei, piuttosto che gente falsa che la cercava solamente per chiederle i compiti o qualsiasi altro tipo di stupido favore. I pensieri della ragazza si bloccarono improvvisamente, rendendosi conto di essersi scontrata con un'altra persona. "Oddio scusami tanto, stai bene?" chiese Jenny, fermando la sua playlist di spotify e porgendo la mano verso la ragazza ancora seduta a terra a causa dello scontro. "Sí sí, sto bene grazie" rispose prendendo la mano di Jennifer ed alzandosi da terra. "Scusa, è che avevo la testa tra le nuvole e non guardavo la strada di fronte a me mentre camminavo." disse Jenny, "Tranquilla, nemmeno io ero tanto concentrata sul mio tragitto. Ma ci conosciamo?" chiese incuriosita l'altra ragazza. "No no, mi sono trasferita qui a Milano da poco in realtà, da circa un mese" rispose Jenny. "Oh capisco, allora benvenuta, io sono Alice" disse con tono allegro porgendole la mano. "Jennifer" dichiarò ricambiando la stretta di mano. "Ora io devo proprio scappare, che sono in ritardo per vedermi con delle mie amiche. Ci rivediamo Jennifer!" disse Alice allontanandosi con passo svelto. "A presto!" rispose Jenny. Dopo circa due ore la giovane ragazza tornò a casa, salutando la madre e salendo nella propria camera. La giornata non era delle migliori: la passò tra musica, netflix, schifezze varie per riempire lo stomaco ed il suo amato diario. Durante il giorno a Jennifer tornò in mente più e più volte la ragazza che aveva incontrato oggi, era molto carina esteticamente e sembrava anche una brava persona. Rincontrarla lì per le strade di Milano le avrebbe fatto sicuramente più che piacere.

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