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Era passata circa una settimana dal pigiama party con le proprie amiche, e Jennifer non riusciva a smettere di pensare ai momenti trascorsi quella sera con Michelle. Quei pensieri la facevano stare molto male, ma non riusciva a scacciarli via dalla propria mente, erano come attaccati con lo scotch. Stava peró diventando davvero pesante per la giovane, continuare ad immaginarsi insieme alla ragazza che più amava, perchè sí, Jennifer aveva capito di amarla veramente. Parlandone anche con Alice di come si sentiva grazie a lei, l'amica le disse che la sua non era una semplice cotta: quando raccontava di Michelle le se accendeva una scintilla luminosa all'interno dei propri occhi, le spuntava un sorriso sincero sul viso che contagiava la fanciulla dagli occhioni verdi, le guance le se tingevano di un rosso acceso, facendola sembrare un peperone. Jenny di queste piccole azioni non se ne rendeva conto, poiché quando era in compagnia della ragazza dai capelli neri pensava solo e soltanto a lei e quanto effettivamente le piacesse. Per quanto l'adolescente la facesse stare bene con poco, erano più i momenti dove piangeva a causa sua, e per questo motivo era arrivata ad una conclusione: avrebbe iniziato ad ignorare Michelle. Infondo, se non ci avesse parlato, pian piano il forte sentimento nei suoi confronti sarebbe sparito, no? Avrebbero dovuto continuare a vedersi poichè andavano nella stessa scuola ed avevano le stesse amiche, ma sarebbe bastato passare più tempo con le altre e non guardare lei per nessun motivo. Non sará di certo facile, visto che la più grande stava spesso appiccicata a Jenny.

Suonata la sveglia, la giovane si preparò per dirigersi verso l'inferno, chiamato scuola. Non ne aveva per niente voglia, era con la testa completamente in un altro mondo, e di conseguenza non riusciva a prestare attenzione alle lezioni, e soprattutto, non voleva incontrare Michelle. Giunta di fronte il grande edificio, raggiunse le sue amiche, notando che la giovane dai capelli neri non era ancora arrivata, per sua fortuna era spesso in ritardo. Udito il suono della stressante campanella, la ragazza e le sue compagne entrano in classe, piene d'ansia a causa dell'interrogazione che avrebbero avuto quel giorno. Sedute ai banchi, sistemarono il proprio materiale, quando notarono dalla porta la sagoma di Michelle. Jennifer cercò di distogliere lo sguardo da un'altra parte, pur di non incontrate gli occhi scuri della più grande, ritrovandosi a giocare con la matita all'interno dell'astuccio. Michelle avanzò verso i banchi dove si trovavano le proprie compagne, sedendosi al tavolo alla destra della più piccola. "Buongiorno Jennifer" esclamó la più alta, posando lo zaino sul pavimento. La ragazza non voltò lo sguardo, prendendo il libro di letteratura e facendo finta di ripetere per l'interrogazione. Michelle rimase a fissarla per un'istante, confusa dal quel suo gesto. <Magari non mi ha sentito> pensò la più grande, così si avvicinò alla giovane dagli occhi color nocciola, domandandole "Ti va di ripetere insieme? Non ho studiato molto bene ed un tuo aiuto mi farebbe comodo". Ancora una volta Jenny non si mosse di una virgola, mantenendo lo sguardo fisso sul libro. Anche se in realtà non stava nemmeno leggendo il testo, cercava solamente di contenersi e di non rispondere alla più grande, nonostante la voglia di parlarle e scrutare con attenzione i lineamenti del suo viso. Michelle si mise composta sulla sedia, perplessa dalle azioni della propria amica. In quell'istante fece ingresso nella stanza la professoressa, pronta ad interrogare a tappeto tutta la classe. Era arrivata ormai l'ora di pranzo, e gli studenti si diressero verso la mensa. Jennifer aveva continuato ad ignorare la propria amica, nonostante lei cercasse di avere una conversazione con la più piccola. Al tavolo da pranzo, si sedette il più lontano possibile dalla giovane, che continuava a guardarla con sguardo confuso e pieno di domande. Ormai anche le altre avevano notato il comportamento strano della ragazza, così Alice si alzò in piedi, afferrando per il polso la sua amica e portandola in bagno. "Jennifer, mi spieghi cosa ti succede?" chiese la giovane dagli occhi verdi. "Niente, perchè?" rispose torturandosi le mani nascoste dalle maniche della felpa. "Andiamo Jennifer, è da questa mattina che cerchi in tutti i modi di ignorare Michelle, e adesso non ti siedi nemmeno vicino a lei a pranzo. Si può sapere cosa stai facendo?" domandò Alice. "Dalla festa a casa tua, ho capito che sarebbe stato meglio non parlare più con lei" replicò sentendo gli occhi pizzicare. "E perchè scusa?" "Perchè mi fa stare troppo male, io non riesco a starci insieme sapendo di essere solo una semplice amica, visto che per me lei è molto di più" sputò la più piccola. Sentendo quelle parole, Alice si intenerí, posando le mani sulle spalle della più bassa e dicendole: "Senti Jenny, io capisco quanto possa essere difficile, ma alla fine che ne sai se lei prova davvero qualcosa nei tuoi confronti. Nel senso, non hai visto come si comporta quando sta con te?" ribattè Alice. "Non è vero, non potrai mai capire cosa si prova" replicò la ragazza, sorpassando l'amica ed uscendo dal bagno, lasciandola lí da sola. Ritornata in mensa, Jennifer si sedette nuovamente al tavolo con le domande delle sue amiche di sottofondo, ma le loro voci arrivavano alle orecchie come ovattate, visto che pensava a tutt'altro. Suonata la campanella, la giovane si alzò di fretta, dirigendosi verso la propria classe. Quando sentì una grande mano afferrarle il polso, si girò ritrovandosi di fronte Michelle. "Lasciami ti prego" dichiarò Jennifer cercando di liberarsi dalla presa della più grande. "Non ti lascerò andare finchè non mi spiegherai cosa c'è che non va" rispose Michelle. "Non ho voglia di parlarne, soprattutto con te" sputò fuori Jenny. "Che significa questo?" domandò la giovane dai capelli neri, cambiando tono di voce a causa della preoccupazione creata da quella frase. "Niente, lasciami stare ho detto!" gridò la più piccola. Michelle lasciò andare la presa, vedendo la più bassa allontanarsi velocemente e sparire all'interno della classe. Tutti i ragazzi presenti in quel corridoio si erano fermati ad osservare la scena, con la più grande ferma immobile in mezzo al passaggio. "Non c'è niente da guardare, fatevi i cazzi vostri" pronunciò Michelle dirigendosi verso la propria classe sotto gli sguardi sconcertati degli studenti. Segnata la fine della giornata scolastica con il suono dell'ultima campanella, Jennifer preparò frettolosamente lo zaino per poi uscire da scuola senza nemmeno salutare le proprie amiche. Arrivata a casa, notò un bigliettino attaccato sul frigorifero della cucina con su scritto: "Tesoro, io e tuo padre siamo dovuti andare fuori città per un problema di lavoro. Torneremo il weekeend, scusaci tanto.
~La mamma"
Improvvisamente le lacrime iniziarono a scorrere rapidamente sulle guance della ragazza, che frantumò il biglietto in mille pezzetini. Sbattè i pugni sul tavolo della cucina, provocando un gran rumore che si diffuse in tutta la casa silenziosa. Nell'abitazione si udivano solamente i singhiozzi della giovane, che non riusciva a smettere di piangere. Prima la discussione con Michelle, adesso i suoi genitori che se ne vanno per lavoro lasciandola da sola a casa. Forse alla fine era meglio che loro non ci fossero a casa, in un momento cosí delicato l'unica cosa che voleva era stare da sola.

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