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Il giorno successivo Jennifer sembrava completamente assorbita dai propri pensieri, e difatti era vero. Dopo la sera precedente passata tra urla e pianti disperati, la ragazza non riusciva ad essere serena, nemmeno con le sue nuove amiche attorno. "Jennifer? Mi stai ascoltando?" Disse Giulia risvegliandola dallo stato di trans in cui si trovava, "Sí, scusa" rispose frettolosamente e con tono stanco la giovane. "Ma stai bene? Sembri completamente in un altro universo" esclamó Alice con un goccio di preoccupazione nella sua flebile voce. "Sí, tranquille. Continuate pure il vostro discorso" pronunciò Jennifer. Improvvisamente l'attenzione di tutti gli studenti presenti nella mensa si rivolse verso la porta, da cui entrò una ragazza. Jenny continuava ad avere il viso rivolto verso il proprio pasto, nonostante l'entrata della curiosa adolescente nella grande stanza. La giovane dai capelli neri, appena entrata in mensa, si diresse verso il bancone del cibo per farsi servire il pranzo dalla cuoca. Preso il vassoio, si avvicinò al tavolo in cui erano sedute Jennifer e le sue compagne. Si sedette di fianco alla ragazza pensierosa, distraendola dai pensieri che la stavano divorando dall'interno. "Ciao Jennifer" esclamó lei "E ciao anche a voi altre, piacere Michelle" aggiunse subito dopo. "Piacere nostro" dissero all'unisono presentandosi successivamente una ad una. Suonata la campanella che segnava la fine dell'ora di pranzo, gli studenti si alzarono tra sbuffi e imprecazioni varie prima di uscire dall'enorme stanza. Jennifer osservò con attenzione i movimenti di Michelle mentre si rialzava dal tavolo per dirigersi verso la sua classe. Non sapeva bene il motivo, ma non riusciva a smettere di guardare la nuova ragazza, era come una specie di calamita per lei ed i suoi occhi. Sperava che l'altra non si accorgesse di questo suo strano atteggiamento, altrimenti sarebbe stato davvero molto imbarazzante: perchè continuare a scrutare con aria interessata una persona che si comportava come tutte le altre intorno a lei? Non lo sapeva, non se lo spiegava proprio. Sapeva solo che non riusciva a smettere di farlo. La giornata andó avanti così, tra Jennifer che fissava in continuazione la sua nuova amica Michelle quando si incrociavano nei corridoi del grande edificio, e lei che ogni tanto le ricambiava un grande sorriso. Dopo aver salutato le proprie compagne, Jenny si avviò verso casa sopra la sua fidata bici. Più tardi, la ragazza si ritrovò seduta sulla sedia di fronte la propria scrivania, con i gomiti poggiati sulla superficie fresca del tavolo e la penna che penzolava dalle sue dita. Voleva scrivere sul proprio diario la giornata scolastica passata, ma non riusciva a smettere di pensare alla mattinata prima a scuola: ancora si chiedeva come mai avesse osservato per tutto il tempo la sua compagna. Magari le piaceva il suo stile? Oppure il suo modo di fare? Il suo modo di rivolgersi alle altre persone? Non ne aveva la più pallida idea. L'unica cosa di cui era convinta è che aveva la sua immagine fissa nella propria mente: gli occhi scuri intenti ad osservare il volto della persona con cui stava parlando, i polpastrelli delle dita che scivolavano lungo i folti capelli neri, il labbro inferiore che spesso si mordeva. <È molto attraente come cosa> pensò Jenny, maledicendosi subito dopo. Si alzò di scatto dalla sedia, "Basta devo prendermi una pausa e smettere di riflettere per un po'" disse, avvicinandosi e aprendo la finestra da cui entrò un lieve e fresco vento, attraversandola e sistemandosi sul tetto della casa. Scrutò con attenzione tutto ciò che si trovava intorno a lei: il cielo immenso, ricoperto dalle nuvole grigie di un'abituale giornata di metà settembre; il vento che muoveva delicatamente le foglie degli alberi, facendole cadere a terra, oppure lasciandole attaccate ai rami spostandole da un lato all'altro; il rumore delle ruote delle macchine che percorrevano il tratto di strada di fronte la propria abitazione; le voci dei passanti che in lontananza camminavano lungo il marciapiede sotto casa della ragazza; il verso che i piccioni emettevano volando sopra la testa di Jenny, posandosi sui rami degli alberi perdendosi in mezzo alle foglie che pian piano scivolavano verso il basso a causa della brezza autunnale. Dopo aver passato un quarto d'ora ad osservare ciò che circondava la giovane e la propria abitazione, decise di rientrare in camera. In quel esatto momento il telefono poggiato sulla scrivania iniziò a squillare ripetutamente. Appena oltrepassata la finestrella, la ragazza lesse sullo schermo luminoso del telefono il nome di Alice, e incuriosita dall'inaspettata chiamata finalmente rispose. "Hey Ali" disse Jennifer, "Ciao Jenny, come stai?" chiese Alice. "Normale dai, tu?" rispose la ragazza. "Tutto bene. Senti un po', più tardi Giulia, Mary e Michelle vengono a casa mia per guardare un film e passare un po' di tempo insieme. Ti andrebbe di venire anche tu?" domandò Alice dall'altro capo del telefono. Per un millesimo di secondo il cuore di Jennifer perse un battito, sentendo il nome della ragazza a cui stava pensando da ormai tutta la giornata. Le conveniva andare a casa di Alice? E se in presenza di Michelle avesse continuato a fissarla o ad avere altri comportamenti anche più strani di quello? Era abbastanza titubante, si sentiva il cuore pesante e come un grosso groppo alla gola che non aveva la minima intenzione di scendere e lasciarla respirare tranquillamente. Dopo circa un minuto di silenzio, anche se ancora con molte incertezze, rispose all'amica che stava ancora aspettando dall'altro lato del telefono. "Certo, mi farebbe molto piacere" replicò Jenny. "Perfetto, ci vediamo alle 17. Ora ti mando la via di casa, d'accordo?" disse Alice, "Sí", rispose, "Allora a dopo!" enunciò Alice chiudendo subito dopo la chiamata, senza dare nemmeno il tempo a Jennifer di ricambiare il saluto. "Cazzo" disse Jenny ad alta voce dopo aver lanciato il cellulare sulla propria scrivania. Non sapeva proprio che fare: aveva paura di comportarsi in modo strano davanti a Michelle e alle sue amiche, e che loro accorgendosi di questo suo atteggiamento l'avrebbero presa per scema. "Vabbè meglio non pensarci ora" Jennifer pronunciò queste parole avviandosi verso il bagno, spogliandosi ed entrando nella doccia per lavarsi. Tornata in camera scelse l'outfit da indossare: prese un paio di jeans larghi beige con sopra una maglia oversize marrone scuro. Si mise le scarpe, prese il necessario e scese verso l'uscita di casa. "Esco, a dopo" disse velocemente, ma la madre la fermò avvicinandosi di colpo. "Amore, io e tuo padre tra meno di un'ora dobbiamo uscire per una commissione importante fuori città. Torneremo domani mattina presto, ti ho lasciato in frigo la lasagna per cena." le ribadì posando delicatamente una mano sulla guancia di Jennifer. La giovane si scansò, rispondendo poi "Sì è uguale, a domani" aprendo la porta di casa e chiudendosela alle proprie spalle. Non bastava suo padre che si assentava per giorni per quello stupido lavoro, ci mancava anche sua madre adesso. Scacciò via quei pensieri avviandosi con la bici verso casa dell'amica, che non era poi così lontana. Arrivata, posò la bici nel cortile e avvicinandosi suonò al campanello. La porta si aprì, mostrando il volto sorridente di Alice che salutò la ragazza con un abbraccio e le fece cenno di entrare. Camminando verso il salotto al fianco di Alice, Jennifer iniziò a sentire delle voci ormai conosciute, difatti appena giunta nella stanza trovò le altre tre compagne sedute sul divano intente a discutere tra di loro. "Mary ma ti pare che mi metto a guardare il film di Barbie? Ma guardiamo qualcosa di decente che possa essere definito film!" esclamó Giulia alzandosi in piedi di fronte alle amiche. "Ancora state discutendo per quale film guardare?" disse la proprietaria di casa sbuffando. "Sí, perchè qui ci stanno persone con gust- Jennifer!" urlò Giulia notando la presenza della ragazza. Corse verso di lei abbracciandola calorosamente, con Mary che si avvicinò per unirsi all'abbraccio. L'unica rimasta ferma immobile sul divano era Michelle, intenta a guardare la scena con un sopracciglio alzato. "Quanta dolcezza, mi state facendo venire il diabete" esclamó portandosi la mano alla bocca come se dovesse trattenere il vomito. "Non è colpa nostra se tu sei apatica Michelle" le rispose Mary avvicinandosi al divano e sedendosi su di esso. "Non sono apatica, lo faccio solo sembrare grazie alle mie meravigliose doti da attrice" disse con tono fiero come se avesse appena raccontato una storia di supereroi dove lei era la protagonista amata da tutto il popolo. "Vabbè non importa, vogliamo scegliere il film da guardare oppure preferite continuare a discutere?" chiese Alice prendendo il telecomando accanto alla tv, accendendola subito dopo. "Io voto per la seconda opzione" rispose Michelle sollevando un braccio in aria. "Ma smettila, piuttosto chiediamo a Jennifer, sono sicura lei sarà in grado di scegliere un film decente" disse Giulia voltandosi verso la diretta interessata. "Oddio, ceh, non lo so io-" esclamó balbettando la ragazza presa alla sprovvista. Michelle si alzò dal divano mettendosi affianco a Jennifer, con un braccio intorno alle proprie spalle. "Avanti Jenny, sei l'unica speranza che abbiamo in mezzo a questo branco di persone senza alcuna cultura" disse la più alta allungando il braccio e indicando le ragazze di fronte a loro. Quella estrema vicinanza con Michelle lasciò Jennifer un attimo senza parole, come se avesse le labbra incollate fra di loro e non riuscisse a staccarle. Con il cuore che batteva talmente veloce, che sentiva la gabbia toracica che stava per esplodere da un momento all'altro. "Che ne dite di un film horror? Vedere le facce terrorizzate di Mary sarà molto divertente!" esclamó tutto d'un fiato la ragazza. "Ottima idea! Tu si che hai gusto nanetta" disse Michelle prendendo la guancia della più piccola e strizzandola. "Mi fai male, la smetti? E poi non chiamarmi nanetta, non mi piace come soprannome" ribadí spostando la mano di Michelle dalla propria guancia. "D'accordo nanetta" ripetè la ragazza dai capelli neri. Jennifer sbuffó. Dopo aver preparato i popcorn e le varie bevande da consumare durante la visione del film, Alice, Mary e Giulia corsero sul divando occupando tutto lo spazio disponibile. "Potreste spostare i vostri culi per fare spazio anche a noi?" disse Michelle incrociando le braccia al petto. "Mi dispiace, ma se volete c'è la poltrona. Dovrete starci in due peró" esclamó Alice ridendo e portandosi una manciata di popcorn alla bocca. "D'accordo" affermò la più alta facendo spallucce e prendendo una ciotola piena di cibo. Si diresse verso la poltrona sedendosi sopra di essa, voltandosi verso Jennifer e colpendo con la mano più volte sullo spazio libero lasciato per lei. La giovane sentiva il sangue ribollire nelle vene, dalle guance scendendo verso il basso in tutto il corpo. Si avvicinò a Michelle, facendosi spazio accanto a lei. Sistemate tutte quante, Alice spense la luce e fece partire il film scelto precedentemente. Jennifer non riusciva a prestare attenzione allo schermo su cui veniva proiettata la pellicola. Era troppo presa dal pensiero di essere così tanto vicina a Michelle, di sentire la sua gamba accanto alla propria, la sua mano che spesso sfiorava il suo braccio per prendere i popcorn dalla ciotola. "Non li mangi i popcorn tu?" sussurrò Michelle nell'orecchio di Jennifer provocandole un brivido lungo la schiena. "No tranquilla, ho mangiato prima e non ho molta fame" sputò fuori Jennifer voltandosi frettolosamente verso la televisione. La più grande rimase per un attimo a fissarla, "Se lo dici tu" disse. Non sembrava molto convinta dalle sue parole, ma preferí non assillarla di domande e fece finta di niente. Dopo qualche minuto, Jennifer sentí un braccio intorno alle proprie spalle, probabilmente Michelle si era messa in quella posizione per il poco spazio della poltrona, e quindi per sola comodità. A causa di quel contatto peró le sue guance andarono interamente a fuoco, tingendosi di un rosso acceso che per fortuna nessuno poteva vedere per la poca luce presente nella stanza. Finito il film, Alice si alzò per accendere la luce, e notando la posizione in cui le due ragazze si trovarono disse ridendo: "Ma che carine, sembrate quasi fidanzate, dovrei farvi una foto" prendendo il telefono dalla tasca per scattare la foto. "Effettivamente siamo una bella coppia" scherzó la ragazza accanto a Jennifer. "No, per niente" esclamó la piú piccola alzandosi di scatto dalla poltrona sotto lo sguardo confuso delle amiche. "Perchè ovviamente io merito una persona migliore" sputò lei cercando di rendere la situazione più normale possibile. "Come sei simpatica nanetta" rispose Michelle alzandosi e mettendosi di fronte a lei "Stai dicendo che rinunceresti a questa meraviglia? Mi deludi" domandò con tono serio a pochi centimetri di distanza dal volto della più bassa guardandola negli occhi. La più piccola mise una mano sul petto dell'altra allontanandola dal suo viso "Come hai detto tu prima ho bei gusti no?" disse Jennifer sarcasticamente. "A quanto pare solo in fattore di cinema" rispose Michelle appoggiando le mani sui propri fianchi.

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