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Passati due mesi di scuola, era arrivato novembre, dove ormai il freddo regnava a Milano. In quel breve arco di tempo, Jennifer e le sue amiche legarono sempre di più, vedendosi la maggior parte dei pomeriggi per studiare, più o meno, o semplicemente per passare del tempo insieme. Trascorrendo soprattutto il proprio tempo con Michelle, la giovane aveva capito di provare un sentimento abbastanza forte nei suoi confronti, cosa che non aveva mai provato con nessun'altro. Non si era fatta molti problemi sul fatto di avere una cotta per una persona del proprio stesso sesso, la trovava una cosa del tutto normale, anche se purtroppo suo padre non la pensava allo stesso modo, e lo aveva dimostrato spesso attraverso discordi davvero ignoranti. L'unico fatto è che Jennifer non era mai stata fidanzata con nessuno, sí aveva avuto qualche cotta alle elementari per vari ragazzi, ma nessuno di loro aveva mai ricambiata il sentimento. Ma il pensiero che la faceva riflettere di più, era il fattore che l'emozione che stava provando in quel periodo con Michelle, con quei ragazzini non la provava affatto. La maggior parte del tempo la pensava, pensava ai tratti del suo viso, ai suoi occhi, le sue labbra, il suo naso, i suoi lunghi capelli neri, le sue mani piene di anelli che spesso la sfioravano con delicatezza. Insomma, pensava a qualsiasi parte del suo corpo. Oppure si immaginava un universo parallelo dove Michelle ricambiava i suoi sentimenti e facevano tutte quelle cose da fidanzati che avrebbe tanto voluto fare insieme a lei. Quando è in sua presenza ha un enorme sorriso stampato sul volto e appena la più grande si avvicina oppure hanno un contatto fisico, la più piccola sente brividi ovunque, il sangue ribollire nelle vene ed arrosisce immediatamente. Sarà perchè l'amore degli adolescenti è molto più forti di quello dei bambini? Non lo sapeva. D'altronde non sapeva nemmeno se il sentimento verso Michelle fosse vero amore, oppure una semplice cotterella passeggera che con il tempo sarebbe sparita. Di quel suo sentimento non ne aveva parlato con nessuna delle sue amiche, sinceramente non sapeva come avrebbero potuto prendere la notizia, quindi preferiva tenerselo per sè.

Quel pomeriggio Jennifer si stava recando a casa di Alice, come d'abitudine ormai. Tra circa 1 settimana ci sarebbe stato il compleanno di Mary, e le altre volevano organizzare qualche sorpresa per lei a sua insaputa. "Potremmo andare tutte a cena al ristorante quello vicino la piazza principale, mi dicono che si mangia molto bene lí" disse Giulia. "Perchè non andiamo ad ubriacarci e a ballare in discoteca? Sono sicurissima che a Mary piacerà come idea" pronunciò Michelle aprendo un pacchetto di patatine. "Sí certo, e poi ti ritrovi in carcere minorile il giorno dopo per aver combinato chissà quale cazzata" sputò Alice prendendo dalle mani di Michelle il pacchetto di cibo per mangiarne un po'. "Stronza!" urlò la ragazza dai capelli neri alzandosi in piedi di scatto cercando di recuperare la bustina. "Invece di litigare per le patatine, potreste un minimo impegnarvi e buttare giù qualche idea per questa benedetta festa?" pronunciò Jennifer incrociando le braccia al petto. "Oh scusa tanto mammina, non volevamo. Ti prego non punirci" disse Michelle portando le mani in alto come per chiedere scusa alla più piccola. Jennifer alzò gli occhi verso il cielo, buttandosi poi sulla poltrona alle proprie spalle. "Secondo me comunque l'idea di Giulia non era male, magari dopo possiamo dormire tutte insieme a casa di una di noi" esclamó la ragazza dai capelli castani. "Tipo pigiama party intendi?" chiese Giulia rivolta verso la giovane, mentre Alice e Michelle lottavano ancora per chi dovesse mangiare l'ultima patatina rimasta nella busta. "Sí, esattamente" rispose, scrutando con attenzione le due ragazze di fronte a sè. "Voi due, che ne pensate dell'idea di Jennifer del pigiama party subito dopo la cena al ristorante?" domandò Giulia riuscendo a far smettere di discutere le compagne. "Di solito i pigiama party finiscono sempre con due persone che scopano" esclamó Michelle gustandosi l'ultima patatina che era finalmente riuscita ad agguantare. "Sí, e quelle due persone sarete tu e tua sorella. Potresti essere seria o dire qualcosa di sensato almeno per una volta nella vita?" affermò Jenny osservando la ragazza dai capelli neri con sguardo frustrato. La più grande si avvicinò alla poltrona sedendosi su uno dei braccioli, poggiando il proprio braccio intorno alle sue spalle per poi stropicciarle i folti capelli. "Mai" sussurrò successivamente Michelle nell'orecchio della più bassa, provandole dei brividi lungo tutto il corpo, arrivando fino alla punta dei piedi. "Va bene allora faremo cosí. Per dormire potete venire qui a casa mia" disse Alice. "Tanto ormai ci viviamo praticamente, tua mamma ama più noi che te" replicò Michelle facendo l'occhiolino alla proprietaria di casa, che per risposta le mimó un bel dito medio. Dopo aver scelto il luogo in cui svolgere la festa per il compleanno di Mary, le ragazze si misero a giocare a monopoly, contro la volontà di Michelle che continuava a lamentarsi. "Io ho fame" disse Giulia. "In cucina è rimasta un po' di crostata fatta in casa da me e mia sorella, però non mi va di alzarmi ed andare a prenderla" esclamó in risposta Alice. "Vabbè ho capito, vado a prenderla io" disse Jennifer alzandosi in piedi ed avviandosi verso la cucina. Trovata la crostata, prese un coltello dal cassetto iniziando a tagliarla a fette per metterle poi su dei tovaglioli di carta. "Sei ottima come casalinga, quando vieni a lavorare a casa mia?" pronunciò una voce alle spalle di Jennifer, che voltandosi di scatto dallo spavento vide Michelle poggiata al muro della stanza. "Che spavento mi hai fatto prendere Michelle" disse la giovane tornando alla crostata. "Ti faccio così paura? Strano, di solito le persone mi amano e cadono ai miei piedi" rispose Michelle avvicinandosi alla più piccola. "Allora quelle persone non hanno capito proprio niente, oppure avranno semplicemente bevuto" pronunciò Jennifer poggiando l'ultima fetta di crostata su un tovagliolo. "Ma come siamo simpatiche signorina" esclamó la più alta avvicinando il proprio viso a quello della più bassa. Jennifer sentì il proprio respiro caldo mescolarsi con quello della ragazza di fronte ai propri occhi. Osservò attentamente le sue labbra, rosee e carnose, su cui si sarebbe fiondata da un momento all'altro se non si fosse allontanata da quella pericolosa posizione. La più grande si leccó il labbro inferiore, facendo sentir Jennifer completamente su un'altro pianeta. La ragazza dai capelli castani mise una mano di fronte la faccia di Michelle, allontanandola dal proprio volto. "Andiamo, le altre ci stanno aspettando" esclamó prendendo due fette di crostata in mano "Tu prendi quelle altre, almeno fai qualcosa di utile per una buona volta" pronunciò allontanadosi, lasciando la più grande da sola nella stanza. Jennifer non riusciva più a ragionare, dopo quello che era appena successo in cucina. Perchè si era comportata così? Sembrava come se volesse quasi baciarla, o comunque provarci con lei. Ma era letteralmente impossibile, visto che è Michelle è la persona più etero su questo mondo. Non aveva mai parlato con le sue amiche di questo argomento, e di conseguenza non sapeva se una di loro avesse mai provato qualcosa per una persona del proprio stesso sesso, ma le sembrava praticamente impossibile come cosa. È vero che spesso Michelle scherzava sul fatto che fossero una coppia o che stessero bene insieme e cose del genere, ma alla fine lei lo faceva solo per gioco. Sapere che la più grande non provava niente nei suoi confronti la faceva stare parecchio male, portandola anche a piangere più volte durante la notte. Scriveva continuamente di lei, di quello che faceva, che diceva, del suo modo di essere: ormai il suo diario parlava praticamente solo di Michelle. Per questo motivo nessuno avrebbe dovuto sfogliare quelle pagine, sarebbe stata troppo rischiosa come cosa. "Jennifer, hai intenzione di darci la crostata oppure vuoi rimanere imbambolata a fissare il vuoto?" chiese Giulia risvegliandola dai propri pensieri. Senza accorgersene, era arrivata nella sala dove si trovavano le sue amiche, che la guardavano con aria confusa. "Sí, tenete" disse porgendo le fette alle proprie compagne. "Va tutto bene? È successo qualcosa?" chiese Alice preoccupata. "No no, va tutto benissimo" rispose Jennifer sedendosi affianco alla proprietaria di casa. In quel momento arrivò Michelle con le altre due fette di crostata restanti, dandone una alla ragazza dai capelli castani. "Michelle hai fatto o detto qualche stronzata mentre eravate di là?" domandò Alice voltandosi verso la più grande. "Ma per chi mi hai preso? Io non faccio e non dico mai stronzate" replicò Michelle, sottolineando quel "mai". "Su questo ho molti dubbi" ribatè Giulia mangiando la propria fetta. "Che simpatica che sei" esclamó la giovane dai capelli neri mordendo un pezzo di crostata. "Io direi di continuare il gioco, è meglio" dichiarò Jennifer, prendendo in mano i piccoli dadi e lanciandoli lungo il tappeto. Finita la partita a monopoly, la ragazza dagli occhi color nocciola si alzò in piedi dicendo "Vado in cucina per prendermi un bicchiere d'acqua, torno subito" avviandosi subito dopo. Arrivata nella stanza, poggiò le mani sulla tavola da pranzo rimanendo immobile a guardare il vuoto. "Hey Jenny" pronunciò una voce dalla porta, era Alice. "Hey Ali, che ci fai qui?" chiese la giovane. "Sono venuta a vedere come stavi, prima ti ho vista abbastanza preoccupata. Va tutto bene?" affermò con tono dolce avvicinandosi alla più piccola poggiandole una mano sulla spalla. "Non lo so" rispose Jennifer, sentendosi subito dopo gli occhi pizzicare. "Lo sai che se c'è qualcosa che non va con noi puoi parlarne tranquillamente" pronunciò la ragazza dai grandi occhi verdi. "Non so se farlo Ali, ho troppa paura della vostra reazione" dichiarò la castana con una lacrima che ormai le rigava il viso. "In che senso Jenny, spiegati meglio" disse Alice preoccupata ancora più di prima. "Questa cosa non devi dirla alle altre ragazze per ora, d'accordo?" pronunciò la giovane voltandosi verso la più alta mostrandole il viso ormai bagnato di lacrime. "Te lo prometto" rispose Alice. "Come la prenderesti se ti dicessi che mi piace una ragazza?" chiese Jenny con un goccio di paura nella propria voce. "Non ci sarebbe assolutamente alcun problema, perchè?" dichiarò la ragazza guardando Jennifer dritta negli occhi. "Negli ultimi mesi ho capito di provare qualcosa per... Michelle" sussurrò la giovane per paura di essere ascoltata dalle altre ragazze in salotto. "Me lo immaginavo un po'" dichiarò Alice posando le proprie mani sulle spalle della più piccola. "Vi ho sempre viste abbastanza affiatate fin da subito, vero che lo sei anche con noi, ma con lei si vede proprio che è diverso" pronunciò la più grande sfoggiando un grande sorriso. "Peró per favore non dirlo a nessuno" ribadí Jennifer con tono supplichevole. "Tranquilla, rimarrà una cosa tra di noi. Quando te la sentirai magari lo dirai anche alle altre, ed io sarò lì con te pronta ad aiutarti e sostenerti, che ne dici?" domandò Alice abbracciandola subito dopo. "D'accordo" rispose la castana tra la braccia dell'amica.

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