Oltre mare

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"Voi quattro potrete dormire in questa stanza"

Indicò una porta in fondo al corridoio.

"Se non è un problema, tu potrai dividerla con Evelyn"

Continuò la donna, voltandosi nella mia direzione.

"Poco importa, ci staremo il meno possibile" risposi pratica, ma quando incrociai gli occhi scuri della donna al mio fianco, mi schiarii la gola. "Andrà bene, grazie"

Provai impegnandomi a non fare la stronza.

"Bene, ci vediamo domani mattina allora"

Ci salutò, non prima di lasciare un bacio sulla fronte della figlia. Poi scese le scale.

"Questo è il bagno, se hai bisogno di f-"

"Grazie"

Non fece in tempo a finire la frase che mi chiusi la porta alle spalle, girando la chiave e abbandonandomi ad un respiro profondo.

"Respira"

Inspirai con il naso ed espirai con la bocca, lentamente.

Respira

Inziavo ad andare in iperventilazione, lo sapevo. Avevo restistito, fino al porto, fino alla casa. Ma adesso avevo bisogno di calmarmi.

Mi levai velocemente i vestiti, non prima di lanciare una sguardo al riflesso nello specchio.

Troppo magra, mi si vedevano le costole. La postura ormai era ricurva, per quanto imperterrita provassi ad addrizzare le spalle.

Quando era successo? Io, che non facevo altro che rigare dritto sotto gli ordini di mia madre.

"Tira su quel mento!"

"La schiena Ivy! Dritta!"

Ma era da un po' che mi trovavo ricurva, sull'attenti. Come quando un riccio deve proteggersi dagli attacchi nemici. Era l'ansia, la paura. Ed io cercavo in tutti modi di sentirmi più al sicuro.

Più mi guardavo, più mi sentivo sporca. Passavo una mano tra i capelli e fili biondi rimanevano incastrati tra le dita, erano troppo lunghi per essere dei semplici capelli spezzati.

Era come se pian piano stessi marcendo.

Entrai nella doccia, il getto dell'acqua era gelata. Provai a pensare solo a quello, nell'incoscia speranza che potesse mettere fine alla tachicardia, a quel senso di spossamento generale.

Feci la doccia più veloce di tutta la mia vita.

Mi infilai una maglietta di qualche taglia più grande, dei pantaloncini ed uscii da quel bagno.

"Quello è il tuo letto comunque"

Ed eccola imperterrita pronta a fare conversazione. Annuii, frugando tra le cose che avevo in valigia.

Bingo

Fortunatamente non avevo lasciato la boccetta a casa. Era una pozione che avevo chiesto di fare a Piton, e sperai non avesse appena deciso di avvelenarmi. Ma almeno non aveva fatto domande quando gli avevo chiesto qualcosa per riuscire a dormire il più pacificamente possibile.

"Sai, nemmeno papà ce l'ha"

Mi voltai verso Evelyn, intenta a raccogliere i suoi capelli castani in due trecce ai lati della testa.

"Di che parli?"

"Di quello"

Il suo sguardo si soffermò per un attimo sul marchio nel braccio lasciato scoperto.

Malfoy: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora