Paradiso e ritorno

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Ivy

Merda

Sbattei la porta di quell'ufficio, le grida ancora riecheggiavano tra le mura. Regulus ed Evan erano rimasti con il ragazzo e come se avessi appena corso una maratona, mi lasciai cadere sulla sedia accanto al tavolo in legno in quella specie di soggiorno.

Feci un respiro profondo, poggiando il palmo della mia mano tra il petto e lo stomaco. Faceva male, poi ogni tanto, si svuotava, lasciandomi senza respiro.

Mi sentivo sporca, in decadimento, mi sentivo sola ed il solo pensiero di Sirius mi faceva riempire gli occhi di lacrime.

Poggiai la fronte sul tavolo, respirando a fondo quando la voce di una donna mi fece rizzare la testa immediatamente.

"C-credevo... ne avete ancora per molto?"

Si ricompose immediatamente, cercando di stabilire un atteggiamento distaccato.

"Piccola pausa, ma si, credo ne avremo ancora per molto"

Il mio tono era piatto, mentre cercavo di riferire le cose il più fedelmente possibile senza soffermarmi su quello che tutto ciò volesse significare. Avremmo dovuto continuare, perché l'unica cosa che era stato in grado di fare era stato dire mezze verità o confermare quello che ormai era impossibile negare. Verità di poco conto.

Annuì dandomi le spalle e avviandosi verso il corridoio, quando si bloccò improvvisamente.

"Com'è possibile" Buttò fuori quelle parole tutto d'un fiato.

"Cosa?" Non credevo nemmeno fossero rivolte a me, sembrava più una riflessione rivolta a se stessa, ma si voltò, gli occhi lucidi, increduli.

"Dove sono i vostri genitori? Come è possibile... li avete?"

"Certo"

O forse non saremmo qui

Si portò una mano alla bocca, gli occhi spalancati mentre si avvicinava alla mia figura.

"Ti hanno lasciato fare questo..."

Il suo sguardo era fisso sul mio braccio sinistro, poi si spostò verso la porta dell'ufficio.

"Non dica assurdità" accennai una risata, credendo mi stesse prendendo in giro "Cosa sta facendo lei qui? Sa benissimo come funzionano le cose o sua figlia non starebbe aspettando nella stanza accanto"

Mi alzai lentamente, passandole accanto quando mi afferrò il braccio.

"Mai" sentii le dita stringersi nella mia carne, il mio sguardo sbarrato, arrabbiato da quel gesto improvviso, saettò dalla presa ai suoi occhi, ma il suo emanava un intensità fuori dal normale. "Questo non accadrà, non finché avrò fiato in corpo"

Tutto si fermò per un attimo, poi le mie labbra si incurvarono verso l'alto ed una risata proveniente da una parte sconosciuta del mio cervello si propagò per tutta la stanza.

Risi, risi come non succedeva da tempo.

La sua presa abbandonò il mio braccio ed il suo sguardo perse tutta la forza di pochi attimi prima, era come svuotato. Fece un passo indietro, come quando si guarda un animale trasformatosi immediatamente in predatore e quell'animale ero io.

Malfoy: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora