Rampicanti

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Il passato,

Ciò che crea la nostra identità, modifica e forma la nostra psiche, la nostra morale personale, ci da esperienza di quello che è il mondo e di chi lo abita, per poterlo affrontare successivamente, giorno dopo giorno. Ma il passato è anche qualcosa che consuma, che avvelena pian piano, che si stringe attorno a noi, affondando le radici nella nostra carne, si aggroviglia, come rampicanti pieni di spine, fino a ricoprirti, fino ad offuscarti la vista.

Ma le rose sono di un rosso scuro, quasi nero, per via della loro secchezza. Sono morte, eppure, sono ancora attaccate ai rampicanti, mentre si sgretolano lentamente, ma mai del tutto.

Bisogna tagliarle, bisogna tagliare tutto prima o poi, ma non basta disfarsi delle rose, bisogna andare a fondo, una spina dietro l'altra.

Perché il passato è importante, ma arriva un momento, in cui dobbiamo lasciarlo andare.

Perché i ricordi sono solo malinconia di speranze passate, di sentimenti che oramai, non valgono più nulla.

La vendetta, il rimorso, i rimpianti, un veleno che non smetterà mai di scorrere nelle nostra vene se non si decide a tagliare.

Sanguineremo, ma forse finalmente, potremo piantare una rosa viva, priva di rampicanti.

Ivy

"Ottimo lavoro" annunciò Voldemort alzandosi dalla sedia a capo tavola una volta entrati nella stanza.

"Davvero un ottimo lavoro..." Ribadì, con un sorriso ad illuminargli gli occhi vispi, senza coinvolgere la bocca.

A tu-sai-chi non importa di chi si sacrifica per lui

Le parole della Maximoff mi colpirono come un secchio di acqua gelata, più della prima volta. Un conto era saperlo, un altro era viverlo.

Rabastan era morto, e lui non faceva altro che complimentarsi perchè tutto era andato a buon fine.

"Possiamo ufficialmente considerare eliminata la fazione di Silente in America, Mio Signore"

Affermò Regulus.

"Era quello che volevo sentire"

Le fiamme si sparsero lungo tutto il pavimento in pochissimo tempo, raggiunsero le mura e sotto l'incantesimo dell'Ardemonio, delle urla si propagarono nell'isolato.

Un ricordo di quella sera si impresse nella mia retina.

"Piquery è morto" Affermai senza giri di parole.

"Morto?" Si voltò verso di me, inclinando leggermente la testa verso il basso.

"Ci eravamo dati appuntamento al vecchio edificio, lui era l'unico a saperlo, può chiedere conferma anche ai De Vries, Mio Signore. C'è stata un'imboscata da quelli del circolo. Mio cugino ci ha perso la vita"

Spiegai, sottolineando con non poco risentimento l'ultima frase.

"Tuo cugino era un debole" Quelle parole infiammarono ogni parte del mio corpo.

Con che coraggio osava dire che era un debole, dopo tutto quello che avevamo dovuto passare.

Mi irrigidii e strinsi i pugni dietro la mia schiena, sentii lo sguardo di Regulus premere qualche secondo su di me ma restai concentrata su un punto in fondo alla stanza e lui fece lo stesso.

"Ma comprendo il tuo risentimento verso di loro, dopotutto hanno ucciso sangue del tuo sangue"

"Ci hanno tradito. L'hanno, tradita, Mio Signore. Forse i soldi valevano più della lealtà verso di lei, o forse si erano mischiati per troppo tempo con quei sanguemarcio"

Malfoy: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora